5.12 MAURO REGGIANI

(NONANTOLA 1897-MILANO 1980) Composizione 1934 olio su tela; cm 70 x 50 firmato e datato in basso a sinistra «M. Reggiani / 34» Rovereto, MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, VAF-Stiftung, MART 1765, VAF 852

arrivato a Milano nel 1925, Reggiani si stacca gradualmente dai modelli novecentisti e, meditando sulle lezioni cézanniana e cubista - complici due soggiorni a Parigi - mette a punto, fra 1933 e 1934, le prime prove astratte. Dopo due anni di silenzio espositivo, i risultati della nuova ricerca sono proposti al pubblico della Galleria del Milione nel novembre 1934 con una mostra a tre insieme a Oreste Bogliardi e Gino Ghiringhelli. Seguono, nel 1935, diversi appuntamenti - dalla collettiva Abstraction-Création a Parigi alla II Quadriennale romana, alla Prima mostra collettiva di arte astratta italiana nello studio di Casorati e Paulucci a Torino - per un gruppo che intorno al Milione si progettava da tempo e si era pensato di chiamare “Kn” in omaggio al volume di Carlo Belli che “Quadrante” aveva pubblicato in anteprima nel 1933 (8 novembre 1934 1994). La Dichiarazione in catalogo, firmata dai tre artisti ma scritta da Ghiringhelli, richiama «un certo clima mediterraneo che è fatto di ordine e di equilibrio. Siamo perciò favorevolmente disposti a simpatizzare per il ciclo classico. Ma è evidente che non si tratterà mai né di archi né di colonne». La Composizione in mostra, pur non risultando tra quelle esposte al Milione, ben rappresenta le opere di Reggiani visibili in quell’occasione sulle pareti della galleria milanese. Se dall’anno successivo l’artista abbandona ogni «analogismo postcubista» (Reggiani 1973, p. 13) per approdare a soluzioni più tipiche della cultura neoplastica e concretista europea - una direzione di ricerca testimoniata dalla personale allestita da Reggiani al Milione nel 1936 e poi trasferita a Genova nella Galleria Genovese d’Arte di Stefano Cairola - qui si rileva ancora una sensibilità spaziale, cromatica e linguistica pienamente riferibile al cubismo sintetico e al vocabolario visivo tipico della natura morta, le cui scomposizioni e sovrapposizioni di piani a questa data sono ormai assurte a lingua franca internazionale.
Mariella Milan

Bibliografia
Un secolo di arte italiana 2005, p. 133; Belli 2006, p. 48; Camera con vista 2007, p. 120. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.