dopo la formazione a Brera e una prima fase novecentista, che gli frutta nel 1927 il Premio Principe Umberto, nel novembre 1930 Ghiringhelli, insieme al fratello Peppino, fonda a Milano la Galleria del Milione, «una sorta di non autorizzata Centrale delle avanguardie» (Pica 1967), cui dal 1936 si dedica a tempo pieno abbandonando l’attività pittorica. Intorno al 1933, dopo un soggiorno in Libia - nel 1932 era a Tripoli come assistente di Achille Funi in un cantiere a fresco - Ghiringhelli lavora alle prime opere astratte: due Ricordi d’Africa, uno dei quali esposto alla V Triennale nella Villa-studio per un artista di Figini e Pollini. Nel 1934, insieme a Oreste Bogliardi e Mauro Reggiani, espone la sua produzione più recente in una mostra a tre al Milione, accompagnata da una Dichiarazione in catalogo. Firmato dai tre ma redatto da Ghiringhelli, il testo suscita qualche polemica - la critica dibatte sulla legittimità di un’arte che prescinda dalla rappresentazione dell’uomo -, manifestando l’aspirazione a una dimensione classica, «ad un certo clima mediterraneo», a un ordine e a un equilibrio geometrico, che la cerchia del Milione individua nei ritmi dell’architettura antica e di quella razionalista, così come nelle proporzioni auree dei maestri rinascimentali. Tra le opere esposte, la Composizione n. 7, inviata pochi mesi dopo anche a Torino per la Prima collettiva di arte astratta italiana, è giocata sull’accostamento di due forme. Il tema del doppio e del contrasto tra bianco e nero, tra positivo e negativo, sviluppa uno schema costruttivo di derivazione tardo-cubista molto diffuso nel vocabolario astrattista di quegli anni. Campiture schematiche e residui figurali, accanto a ripetizioni alla Léger e a impaginazioni kandinskiane, denotano una chiara componente dechirichiana nello «sdoppiamento di talune parti del quadro, come si procedesse a eco, oggetto e ombra che s’inseguono in uno spazio infinitamente ripetibile» (Fossati 1971, p. 141).
Mariella Milan
Bibliografia
Bogliardi Ghiringhelli Reggiani 1934; Prima mostra di arte astratta 1935, n. 26; Quadriennale 1965, p. 127; Biennale 1966, n. 22; Arte moderna in Italia 1967, p. 322, fig. 1584; 8 novembre 1934 1994, pp. 8, 21.