5.11 GINO GHIRINGHELLI

(VIRGINIO GHIRINGHELLI; MILANO 1898-SAN VITO DI CREMIA 1964) Composizione n. 7 1934 olio su tela; cm 73,5 x 60 Rovereto, MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, VAF-Stiftung, MART 3281, VAF435

dopo la formazione a Brera e una prima fase novecentista, che gli frutta nel 1927 il Premio Principe Umberto, nel novembre 1930 Ghiringhelli, insieme al fratello Peppino, fonda a Milano la Galleria del Milione, «una sorta di non autorizzata Centrale delle avanguardie» (Pica 1967), cui dal 1936 si dedica a tempo pieno abbandonando l’attività pittorica. Intorno al 1933, dopo un soggiorno in Libia - nel 1932 era a Tripoli come assistente di Achille Funi in un cantiere a fresco - Ghiringhelli lavora alle prime opere astratte: due Ricordi d’Africa, uno dei quali esposto alla V Triennale nella Villa-studio per un artista di Figini e Pollini. Nel 1934, insieme a Oreste Bogliardi e Mauro Reggiani, espone la sua produzione più recente in una mostra a tre al Milione, accompagnata da una Dichiarazione in catalogo. Firmato dai tre ma redatto da Ghiringhelli, il testo suscita qualche polemica - la critica dibatte sulla legittimità di un’arte che prescinda dalla rappresentazione dell’uomo -, manifestando l’aspirazione a una dimensione classica, «ad un certo clima mediterraneo», a un ordine e a un equilibrio geometrico, che la cerchia del Milione individua nei ritmi dell’architettura antica e di quella razionalista, così come nelle proporzioni auree dei maestri rinascimentali. Tra le opere esposte, la Composizione n. 7, inviata pochi mesi dopo anche a Torino per la Prima collettiva di arte astratta italiana, è giocata sull’accostamento di due forme. Il tema del doppio e del contrasto tra bianco e nero, tra positivo e negativo, sviluppa uno schema costruttivo di derivazione tardo-cubista molto diffuso nel vocabolario astrattista di quegli anni. Campiture schematiche e residui figurali, accanto a ripetizioni alla Léger e a impaginazioni kandinskiane, denotano una chiara componente dechirichiana nello «sdoppiamento di talune parti del quadro, come si procedesse a eco, oggetto e ombra che s’inseguono in uno spazio infinitamente ripetibile» (Fossati 1971, p. 141).
Mariella Milan

Bibliografia
Bogliardi Ghiringhelli Reggiani 1934; Prima mostra di arte astratta 1935, n. 26; Quadriennale 1965, p. 127; Biennale 1966, n. 22; Arte moderna in Italia 1967, p. 322, fig. 1584; 8 novembre 1934 1994, pp. 8, 21. 



ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.