5.10 MANLIO RHO

(COMO 1901-1957)
Composizione 43 1936 tempera su cartone; cm 53,5 x 42
firmato in basso a sinistra «Manlio Rho» Luciano Caramel

l

uciano Caramel Tra 1933 e 1934, quando “Quadrante” pubblica l’anticipazione di Kn e il dibattito sull’astrazione si intensifica, Rho lavora alle sue prime opere astratte, inaugurando il proprio percorso non figurativo nell’ambito del cosiddetto Gruppo Como. Avido lettore di riviste straniere - possedeva l’intera collezione dei Bauhausbücher - Rho, che lavora prima presso il Regio Istituto Nazionale di Setificio e poi alla Tessitura Serica Aliverti e Stecchini di Como, aggiorna la propria cultura visiva unendo l’interesse professionale a quello artistico. Dalla familiarità con gli studi cromatologici, con i processi di stampa e tessitura e con le indagini sui materiali, ricava «un senso di concretezza quasi didattica, un rifiuto di trasfigurazione lirica, un uso dei materiali che sia esperienza diretta sviluppo di una realtà esatta, di una precisione e ragionevolezza non aleatoria e non casuale» (Fossati 1971, p. 133). A ciò si aggiunge l’attenzione per il Léger di metà anni Venti, cui la Galleria del Milione aveva dedicato una mostra nel 1932, e lo studio sistematico delle ricerche grafiche e dei montaggi fotografici di László Moholy-Nagy, che per qualche anno resta un punto di riferimento fondamentale, sulla cui scia il comasco introduce nelle sue opere effetti di trasparenza. Dopo aver semplificato le composizioni a metà decennio, Rho indaga analiticamente, attraverso stesure uniformi e prive di matericità, effetti percettivi e articolazione nello spazio degli elementi geometrici e sperimenta equilibri sintattici più dinamici tra campiture cromatiche e geometriche di diversa ampiezza entro la costante di coordinate ortogonali, in una continua verifica di soluzioni già proposte. Frutto di un equilibrio asimmetrico costruito intorno a un asse verticale, l’opera in mostra - esposta per la prima volta nel 1937 a Como alla Mostra della Scuola Moderna di Milano e successivamente, nel 1939, alla III Quadriennale - è numerata in un primo tempo come 42 e poi rinominata dall’autore. 
Mariella Milan 

Bibliografia 
La pittura nella Scuola Moderna 1937, p. 87, n. 117, n. 22 (Composizione n. 42); Sartoris 1937, p. 40, n. 21; Quadriennale 1939, n 90; Fossati 1971, fig. 93 (Composizione 42); Anni creativi al Milione 1980, p. 100, n. 1; L’Europa dei Razionalisti 1989, p. 12; Caramel 1990, p. 98, n. 1936 11; Caramel 2003, pp. 84-85. 


ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.