i primi esperimenti non figurativi di Fontana hanno origine, a partire dal 1931, da una serie di tavolette graffi te su cemento colorato, che negli anni successivi si sviluppano in strutture aeree dai contorni variamente articolati. Costruiti in cemento colorato su un’anima di ferro secondo un doppio filone di ricerca formale - organico-fitomorfi co e geometrizzante (Crispolti 2006, p. 48) - tutti hanno in comune la piattezza bifacciale, che li fa apparire come rilievi ritagliati dove grigio, nero e bianco hanno un forte valore coloristico, ribadendo l’orientamento policromo della parallela ricerca figurativa. Ne è un esempio l’opera in mostra, ricostruzione autografa, realizzata negli anni Cinquanta, di un originale (Crispolti 2006, 34 SC 12) andato disperso. Per il Fontana degli anni Trenta, grande sperimentatore lontano da ogni logica di schematica opposizione tra astratto e figurativo e da qualsiasi preoccupazione di esattezza matematica, queste opere, che trasformano la scultura in un disegno nello spazio, rappresentano una possibilità di arricchimento linguistico che il Fontana spazialista riprenderà negli anni successivi. Con esse l’artista si inserisce nel vivo della ricerca plastica europea d’avanguardia, a quell’epoca seguita con estremo interesse da quella milanese Galleria del Milione, dove le sue sculture astratte vengono esposte in una memorabile personale nei primi mesi del 1935. La ricezione, da parte del pubblico e della critica coevi, risulta tuttavia piuttosto problematica: a essere messa in discussione è la stessa possibilità di definire scultura questi «scheletri» - visti come l’opera di un artista «irrequieto» e «sfrenato» - che Leonardo Sinisgalli, in visita allo studio milanese di Fontana in via Lanzone, definiva «un risultato di equilibrio involontario in cui le membrature venivano a pesare nell’insieme con gradi di libertà imprevisti da una legge di semplice armonia» (Sinisgalli 1934).
Mariella Milan
Bibliografia
Lucio Fontana 1935 (versione originale); Apollonio-Argan-Masciotta 1960; Mostra del rinnovamento 1960, p. 49, n. 88; Tapié 1961; Aspetti dell’arte contemporanea 1963, n. 103; Biennale 1966, p. 18, n. 17, fig. 11; Arte moderna in Italia 1967, p. 321, fig. 1577; Ballo 1970, p. 54, fig. 56; Centenario di Fontana 1999, pp. 96, 341, n. I, 38; Crispolti 2006, 34 SC 13.