fin dagli esordi, nei primi anni Venti, il ritratto occupa uno spazio importante nella produzione di de Pisis. I soggetti preferiti sono familiari, amici, conoscenti e tipi umani dalla valenza letteraria: adolescenti, mendicanti, soldati, «i personaggi di una lunga “comédie humaine” cui l’artista attribuisce e impresta il destino, il dolore e le vocazioni del suo spirito inquieto di immagini» (De Pisis 1954). La profusione di arredi e quadri della casa parigina di rue Servandoni, dove de Pisis aveva stabilito la propria residenza dal 1930, inghiotte la figurina del ragazzo in divisa, in una concitazione pittorica che Raimondi accosta a quella di Manet, a lungo studiato dal maestro ferrarese, per un’analoga rapidità di visione, «qualcosa di brusco e violento nella presa»; «anche per de Pisis - osserva ancora il critico - la composizione deve essere affollata, gremita, brulicante, perché egli possa realizzare il problema della terza dimensione, anziché ubbidendo alle leggi tradizionali della prospettiva, con l’esaltare talune parti del quadro […] Lo spazio intorno viene ad acquistarne la necessaria degradazione dei piani» (Raimondi 1940). Proveniente dalla raccolta di Alberto Della Ragione, la tela viene esposta al pubblico per la prima volta alla Galleria La Zecca di Genova nel 1938; nel 1941 è alla Mostra delle collezioni d’arte contemporanea a Cortina d’Ampezzo, per poi passare a Mario Rimoldi - organizzatore della rassegna, presentato a de Pisis dall’amico scrittore Giovanni Comisso durante uno dei soggiorni a Cortina e diventato in seguito uno dei suoi maggiori collezionisti privati - e di lì all’attuale collocazione. Il soldatino francese è una delle opere più note di de Pisis, esposta, con lievi variazioni nel titolo, all’ampia personale ordinata nel 1948 alla Biennale di Venezia e alla grande retrospettiva veneziana del 1956 e, in quello stesso anno, riprodotta nelle principali monografie uscite subito dopo la morte del pittore.
Mariella Milan
Bibliografia
“Il Frontespizio” 1938, p. 240-VIII; Pittura italiana d’oggi 1938; Barbaroux-Giani 1940, tav. 62; Mostra delle collezioni d’arte contemporanea 1941, n. 379; Podestà 1941a, p. 194; Solmi 1946, tav. XXVIII; Biennale 1948, sala Vb, n. 6; Biennale 1956, sala XIII, n. 35; Valsecchi 1956, tav. 38; Ballo 1956, tav. 49; De Pisis. Gli anni di Parigi 1987, n. 54; Briganti 1991, n. 1937 19, p. 405, fig. 1937 19; De Pisis 2005, n. 63, p. 178.