3.09 FILIPPO DE PISIS

(LUIGI TIBERTELLI; FERRARA 1896-MILANO 1956) Soldatino francese (Soldato nello studio) 1937 olio su tela; cm 99 x 73,5 firmato e datato in basso a destra «37 de Pisis» Cortina d’Ampezzo, Museo d’Arte Moderna “Mario Rimoldi” delle Regole d’Ampezzo

fin dagli esordi, nei primi anni Venti, il ritratto occupa uno spazio importante nella produzione di de Pisis. I soggetti preferiti sono familiari, amici, conoscenti e tipi umani dalla valenza letteraria: adolescenti, mendicanti, soldati, «i personaggi di una lunga “comédie humaine” cui l’artista attribuisce e impresta il destino, il dolore e le vocazioni del suo spirito inquieto di immagini» (De Pisis 1954). La profusione di arredi e quadri della casa parigina di rue Servandoni, dove de Pisis aveva stabilito la propria residenza dal 1930, inghiotte la figurina del ragazzo in divisa, in una concitazione pittorica che Raimondi accosta a quella di Manet, a lungo studiato dal maestro ferrarese, per un’analoga rapidità di visione, «qualcosa di brusco e violento nella presa»; «anche per de Pisis - osserva ancora il critico - la composizione deve essere affollata, gremita, brulicante, perché egli possa realizzare il problema della terza dimensione, anziché ubbidendo alle leggi tradizionali della prospettiva, con l’esaltare talune parti del quadro […] Lo spazio intorno viene ad acquistarne la necessaria degradazione dei piani» (Raimondi 1940). Proveniente dalla raccolta di Alberto Della Ragione, la tela viene esposta al pubblico per la prima volta alla Galleria La Zecca di Genova nel 1938; nel 1941 è alla Mostra delle collezioni d’arte contemporanea a Cortina d’Ampezzo, per poi passare a Mario Rimoldi - organizzatore della rassegna, presentato a de Pisis dall’amico scrittore Giovanni Comisso durante uno dei soggiorni a Cortina e diventato in seguito uno dei suoi maggiori collezionisti privati - e di lì all’attuale collocazione. Il soldatino francese è una delle opere più note di de Pisis, esposta, con lievi variazioni nel titolo, all’ampia personale ordinata nel 1948 alla Biennale di Venezia e alla grande retrospettiva veneziana del 1956 e, in quello stesso anno, riprodotta nelle principali monografie uscite subito dopo la morte del pittore.
Mariella Milan

Bibliografia
“Il Frontespizio” 1938, p. 240-VIII; Pittura italiana d’oggi 1938; Barbaroux-Giani 1940, tav. 62; Mostra delle collezioni d’arte contemporanea 1941, n. 379; Podestà 1941a, p. 194; Solmi 1946, tav. XXVIII; Biennale 1948, sala Vb, n. 6; Biennale 1956, sala XIII, n. 35; Valsecchi 1956, tav. 38; Ballo 1956, tav. 49; De Pisis. Gli anni di Parigi 1987, n. 54; Briganti 1991, n. 1937 19, p. 405, fig. 1937 19; De Pisis 2005, n. 63, p. 178. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.