3.08 CARLO LEVI

(TORINO 1902-ROMA 1975) Ritratto di de Pisis col pappagallo 1933 olio su tela; cm 60,5 x 50 datato sul telaio «33630» Roma,
Fondazione Carlo Levi, IF 11

complice la vicinanza a Lionello Venturi e ai Sei di Torino, alla fine degli anni Venti Levi abbandona le volumetrie nette e i modellati taglienti della lezione casoratiana per passare a contorni fluidi e a una tavolozza più accesa, rimeditando linee modiglianesche, cromie postimpressioniste e decorativismi matissiani. Il tema del ritratto, centrale nella sua produzione, permette di tracciarne le ampie frequentazioni: gli antifascisti della Torino anni Trenta, i personaggi conosciuti durante il confino in Lucania nel 1935-1936, i letterati incontrati a Firenze tra 1941 e 1944 e gli amici critici e artisti. Nel 1968, in un testo pubblicato postumo, Levi spiega il proprio interesse per un genere che, oltre a offrirsi come metodo di conoscenza, permette di conservare le fattezze di persone che, «scomparse nella vita [...] restano, per le loro immagini dipinte, del tutto reali, in un’altra vita, completa, immune da perdite, mutilazioni, censure della memoria» (in Levi 2000, p. 85). Nei primi anni Trenta la pittura di Levi assume toni espressionisti e i ritratti diventano più antinaturalistici, stravolgendo talora la fisionomia dei personaggi. Questo ritratto di de Pisis, di cui esiste un’altra versione datata allo stesso anno - ma è incerto quale delle due sia stata esposta nel 1933 alla personale nella parigina Galerie Bonjean - è una delle poche testimonianze della frequentazione, da parte di Levi, dei cosiddetti Italiens de Paris. Inviato nel 1936 alla personale allestita al Milione di Milano, poi trasferita a Genova, il ritratto è punteggiato cromaticamente da una serie di dettagli decorativi. Contro il rosa pallido della tela fissata alla parete sullo sfondo e l’azzurro polveroso della giacca emergono nei loro toni squillanti - a tradurre la personalità eccentrica di De Pisis, appassionato collezionista di chincaglierie e curiosità da Wunderkammer - le medaglie, il monocolo, l’orecchino, gli anelli sopra il guanto di pelle, la cravatta a pois, il fiore sul risvolto e il pappagallo Cocò.
Mariella Milan

Bibliografia C.B. 1933 (Portrait de Filippo de Pisis) (?); Levi 1933 (?); Levi 1936, n. 1 (Ritratto) o n. 9 (Ritratto d’uomo) o n. 51 (Figura); Podestà 1936; Ragghianti 1948, p. 40, n. 57 (Ritratto di Filippo de Pisis); Scontrino 1997, p. 65 (De Pisis col pappagallo); Les italiens de Paris 1998, p. 159, n. 25 (Ritratto di De Pisis col pappagallo); Levi 2000, n. 11 (Ritratto di De Pisis). 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.