complice la vicinanza a Lionello Venturi e ai Sei di Torino, alla fine degli anni Venti Levi abbandona le volumetrie nette e i modellati taglienti della lezione casoratiana per passare a contorni fluidi e a una tavolozza più accesa, rimeditando linee modiglianesche, cromie postimpressioniste e decorativismi matissiani. Il tema del ritratto, centrale nella sua produzione, permette di tracciarne le ampie frequentazioni: gli antifascisti della Torino anni Trenta, i personaggi conosciuti durante il confino in Lucania nel 1935-1936, i letterati incontrati a Firenze tra 1941 e 1944 e gli amici critici e artisti. Nel 1968, in un testo pubblicato postumo, Levi spiega il proprio interesse per un genere che, oltre a offrirsi come metodo di conoscenza, permette di conservare le fattezze di persone che, «scomparse nella vita [...] restano, per le loro immagini dipinte, del tutto reali, in un’altra vita, completa, immune da perdite, mutilazioni, censure della memoria» (in Levi 2000, p. 85). Nei primi anni Trenta la pittura di Levi assume toni espressionisti e i ritratti diventano più antinaturalistici, stravolgendo talora la fisionomia dei personaggi. Questo ritratto di de Pisis, di cui esiste un’altra versione datata allo stesso anno - ma è incerto quale delle due sia stata esposta nel 1933 alla personale nella parigina Galerie Bonjean - è una delle poche testimonianze della frequentazione, da parte di Levi, dei cosiddetti Italiens de Paris. Inviato nel 1936 alla personale allestita al Milione di Milano, poi trasferita a Genova, il ritratto è punteggiato cromaticamente da una serie di dettagli decorativi. Contro il rosa pallido della tela fissata alla parete sullo sfondo e l’azzurro polveroso della giacca emergono nei loro toni squillanti - a tradurre la personalità eccentrica di De Pisis, appassionato collezionista di chincaglierie e curiosità da Wunderkammer - le medaglie, il monocolo, l’orecchino, gli anelli sopra il guanto di pelle, la cravatta a pois, il fiore sul risvolto e il pappagallo Cocò.
Mariella Milan
Bibliografia C.B. 1933 (Portrait de Filippo de Pisis) (?); Levi 1933 (?); Levi 1936, n. 1 (Ritratto) o n. 9 (Ritratto d’uomo) o n. 51 (Figura); Podestà 1936; Ragghianti 1948, p. 40, n. 57 (Ritratto di Filippo de Pisis); Scontrino 1997, p. 65 (De Pisis col pappagallo); Les italiens de Paris 1998, p. 159, n. 25 (Ritratto di De Pisis col pappagallo); Levi 2000, n. 11 (Ritratto di De Pisis).