3.10 GEORGES CHEYSSIAL

(PARIGI 1907-1997) Bagno al Ponte Milvio [Baignade au Ponte Milvio] 1936 olio su tela; cm 223 x 223 Boulogne-Billancourt, Collection du M-A30 Musée des Années 30, inv. 94.26.1 Acquis avec l’aide du F.R.A.M. (Fonds Régional d’Acquisition des Musées)

l'opera è stata eseguita durante il soggiorno in Italia di Cheyssial, vincitore della borsa triennale del Grand Prix de Rome nel 1932, ed è stata presentata a Villa Medici nel1936. L’artista, allievo dell’École des beaux arts e salariato per qualche tempo di un fabbricante di vetrate, aveva già ottenuto il secondo posto nella competizione del 1929; quando nel 1932, grazie al dipinto L’enfance de Jesus si sposta a Roma, ha modo di affrancarsi dall’eccessiva dipendenza del suo stile da Renoir cercando una via del tutto personale. In Bagno al Ponte Milvio Cheyssial utilizza un’ambientazione italiana, ma in Italia non subisce l’influenza né del Rinascimento né dell’arte contemporanea: fa eccezione Masaccio - unico pittore dal quale ricava una significativa ispirazione - che gli interessa per lo sviluppo tecnico dei mezzi d’espressione. L’attenzione per Masaccio è evidente anche nella definizione plastica dei nudi presenti in questo dipinto, che nella composizione rivela però l’ispirazione prettamente francese e poussiniana, rivista attraverso la Baignade di Seurat. Acquistato dal Musée des Années Trente di Boulogne-Billancourt nel 1994 direttamente dall’artista, il Bagno al Ponte Milvio è considerato dallo stesso Cheyssial fondamentale per le ricerche sul paesaggio da lui avviate proprio in quegli anni; impostato su studi dal vero, poi rielaborati lentamente in studio, il dipinto s’inserisce nella tradizione della pittura di colore, con una stesura a grandi tacche che ne lascia trasparire l’intensa emotività.
Silvia Vacca

Bibliografia
Hugedé 2000, p. 48. 



ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.