3.06 ALBERTO SAVINIO

(ANDREA DE CHIRICO; ATENE 1891-FIRENZE 1952)
Partenza del figliol prodigo 1932 tempera su carta; cm 81 x 64 firmato in basso a destra «Savinio» Santomato di Pistoia,
Collezione Gori - Fattoria di Celle

musicista per formazione ma anche scrittore, giornalista, critico e, dal 1925, pittore, l’eclettico Savinio, stabilitosi a Parigi nel 1926, elabora una poetica incentrata sul recupero del passato attraverso la creazione di una mitologia individuale e autobiografica, che s’innesta su miti greci come quelli dei Dioscuri e degli Argonauti o, come in questo caso, sul racconto evangelico del Figliol prodigo. Lavorando, a partire dal 1928, sul principio della metamorfosi, Savinio inventa iconografi e ricorrenti, orchestrate in interni dal sapore teatrale. Dal 1930, quando abbandona l’olio per la tempera - in linea con l’attualissimo dibattito sul recupero del mestiere e con il diffuso interesse, specie tra gli Italiens de Paris, per toni da affresco di sobrietà “pompeiana” - nascono i primi “uomini con teste bestiali”. Composti come collages di elementi iconografi ci eterogenei - le teste provengono da libri illustrati per l’infanzia, i corpi da foto di famiglia, acqueforti, cartoline e repertori fotografici e archeologici -, richiamano il linguaggio della satira senza condividerne le intenzioni. La donna con la testa di pellicano, presente in una ventina di opere, nasce da una fotografia della madre, Gemma Cervetto, seduta, secondo la classica iconografi a ottocentesca di coppia, accanto al padre in piedi, ritratto montando una testa di giraffa su una figura maschile tratta dalla Geschichte der Costüme, mentre lei è abbigliata con un tessuto decorato simile a quelli progettati da Savinio per l’Exposition Coloniale parigina del 1931. Esposta per la prima volta alla Promotrice di Torino nel 1932, l’opera viene poi inviata alle due personali allestite tra 1932 e 1933 a Firenze e Milano. In occasione della seconda tappa, alla Galleria Milano, è riprodotta sul “Corriere Padano” a corredo della recensione dell’amico Waldemar George, per il quale i «mostri verosimili» di Savinio, «nuovo Esopo», portano maschere che «hanno lo scopo di identificarli» riproducendo «l’infinita varietà di tipi individuali».
Mariella Milan

Bibliografia
Del Massa 1932; Promotrice 1932, n. 184; George 1933; Savinio 1933; Arte moderna in Italia 1967, p. 242, n. 1322 (datato 1935); Savinio 1990, pp. 308-309, n. 91; Vivarelli 1996, p. 131, n. 1932 11; Roos 2002, p. 39. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.