musicista per formazione ma anche scrittore, giornalista, critico e, dal 1925, pittore, l’eclettico Savinio, stabilitosi a Parigi nel 1926, elabora una poetica incentrata sul recupero del passato attraverso la creazione di una mitologia individuale e autobiografica, che s’innesta su miti greci come quelli dei Dioscuri e degli Argonauti o, come in questo caso, sul racconto evangelico del Figliol prodigo. Lavorando, a partire dal 1928, sul principio della metamorfosi, Savinio inventa iconografi e ricorrenti, orchestrate in interni dal sapore teatrale. Dal 1930, quando abbandona l’olio per la tempera - in linea con l’attualissimo dibattito sul recupero del mestiere e con il diffuso interesse, specie tra gli Italiens de Paris, per toni da affresco di sobrietà “pompeiana” - nascono i primi “uomini con teste bestiali”. Composti come collages di elementi iconografi ci eterogenei - le teste provengono da libri illustrati per l’infanzia, i corpi da foto di famiglia, acqueforti, cartoline e repertori fotografici e archeologici -, richiamano il linguaggio della satira senza condividerne le intenzioni. La donna con la testa di pellicano, presente in una ventina di opere, nasce da una fotografia della madre, Gemma Cervetto, seduta, secondo la classica iconografi a ottocentesca di coppia, accanto al padre in piedi, ritratto montando una testa di giraffa su una figura maschile tratta dalla Geschichte der Costüme, mentre lei è abbigliata con un tessuto decorato simile a quelli progettati da Savinio per l’Exposition Coloniale parigina del 1931. Esposta per la prima volta alla Promotrice di Torino nel 1932, l’opera viene poi inviata alle due personali allestite tra 1932 e 1933 a Firenze e Milano. In occasione della seconda tappa, alla Galleria Milano, è riprodotta sul “Corriere Padano” a corredo della recensione dell’amico Waldemar George, per il quale i «mostri verosimili» di Savinio, «nuovo Esopo», portano maschere che «hanno lo scopo di identificarli» riproducendo «l’infinita varietà di tipi individuali».
Mariella Milan
Bibliografia
Del Massa 1932; Promotrice 1932, n. 184; George 1933; Savinio 1933; Arte moderna in Italia 1967, p. 242, n. 1322 (datato 1935); Savinio 1990, pp. 308-309, n. 91; Vivarelli 1996, p. 131, n. 1932 11; Roos 2002, p. 39.