3.05 VINICIO PALADINI

3.05 VINICIO PALADINI (MOSCA 1902-ROMA 1971) Complesso onirico n. 1 1932 olio su tela; cm 110 x 135 firmato e datato in basso a destra «V. Paladini - 932» Collezione privata

raro caso di futurista antifascista (Carpi 1981), autore nel 1922 di dipinti perduti, dunque leggendari, come la costruzione meccanica Il proletario della III Internazionale e La nona ora (Lista 1980, p.n.n.) - sulla questione delle otto ore di lavoro, che di lì a poco in Germania porta alla pubblicazione di Acht Stunden, con contributi dei massimi artisti tedeschi (1924) - Paladini si misura subito con i centri artistici internazionali: nel 1924 è a Vienna con bozzetti di scene e costumi (Internationale Ausstellung Neuer Theatertechnik 1924), nel 1926 alla Biennale di Venezia, con Equilibrismi, e al Brooklyn Museum di New York, in compagnia di Kandinskij, Picasso, Mondrian (International Exhibition of Modern Art 1926). Nel 1927 pubblica il primo e unico numero di «La ruota dentata. Movimento Immaginista», dove l’estetica “meccanica” degli inizi e le ascendenze dadaiste berlinesi - dichiarate dal fotomontaggio in prima pagina - si aprono a prospettive tra surrealismo e metafisica, suscitate dalle frequentazioni parigine e dai contatti con de Chirico e Savinio. Viaggia in Germania, Belgio e Russia, sviluppa i suoi interessi per la scenografia e in Italia partecipa alla battaglia del modernismo, presentando disegni prospettici e assonometrie alle esposizioni di architettura razionale (Roma 1928 e 1931). Arriva a questo punto il Complesso onirico n. 1, dove un titolo freudiano introduce al muto conversation piece tra un Antinoo in gesso e l’audace nudo in calze nere, in una stanza con piastrelle da Istituto delle case popolari e arredi alla Bauhaus: sarà stata Gunta Stölzl, o una sua allieva, a disegnare e tessere tappetino e copriletto? La pianta grassa sul tavolino tubolare fa coincidere razionalismo e Neue Sachlichkeit, geometria e natura, progetto e passione, e vale da dichiarazione di poetica. Sono tedeschi, i contenuti, ma espressi con una pittura mentale e un po’ vache, sulla lunghezza d’onda del primo Magritte, il migliore, e in qualche anticipo sul Picabia erotico di fine decennio.
Antonello Negri

Bibliografia
Cinque pittori milanesi e cinque pittori romani 1932; Spaini 1933, p. 3; Vinicio Paladini 1933; Retrospettiva Golfarelli, Cominazzini, Kiesler, Marini, Paladini 1958; Lista 1988, p. 84, n. 58; Vinicio Paladini 2006. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.