2.08 RENATO GUTTUSO

2.08 RENATO GUTTUSO (BAGHERIA 1911-ROMA 1987) Ritratto del chirurgo Guglielmo Pasqualino 1935 olio su compensato; cm 98 x 66 firmato e datato in basso a destra «Guttuso 35»
Palermo, collezione privata.

e

sposto per la prima volta nel 1936 alla XX Biennale di Venezia, è un dipinto emblematico della produzione di Guttuso degli anni Trenta. Dallo sfondo scuro, caratterizzato da una pennellata mossa e avvolgente, emerge la figura del chirurgo palermitano Guglielmo Pasqualino, marito della pittrice Lia Noto con la quale (e con gli scultori Giovanni Barbera e Nino Franchina) Guttuso aveva fondato il Gruppo dei Quattro. La figura del medico sembra fondersi, in un vortice, con lo spazio circostante. Il carattere serpentinato, che caratterizza molti dipinti di Guttuso dello stesso periodo, prevale nettamente «in un continuo spezzato che accelera ansiosamente la ritmica complessiva, che indiavola ogni figura, quasi rispondesse a un soprassalto di richiamo interiore, a una voce intima che insorga, in quel clima di turbine avvolgente» (Crispolti 1983). La pennellata sinuosa e l’intensità cromatica, determinata da contrasti netti fra colori più cupi e colori brillanti, costruiscono la volumetria interna dell’opera. Ormai del tutto padrone del proprio linguaggio, Guttuso intavola qui una muta conversazione con l’amico medico, il cui ruolo è dichiarato dal camice che indossa. L’indumento, dai toni cromatici chiari e luminosi, sembra parte integrante della figura stessa: ne escono, come per magia, mani tese e nervose che, muovendosi su diversi piani prospettici, conferiscono alla composizione la sua profondità spaziale. Una maschera dall’enigmatico sorriso appare, come librata in aria, sopra la spalla sinistra del medico: allusione a uno strumento del mestiere - la mascherina operatoria - ma anche a uno specifico modello pittorico, quello dell’espressionismo di Ensor, nella cui pittura l’iconografi a della maschera è ricorrente. L’opera, «di evidente, e tributario, dialogo leviano» (Crispolti 2001, p. 19), rivela altresì tutta l’attenzione del pittore siciliano nei confronti dei romani Cagli e Mafai.
Valentina Raimondo

Bibliografia
Biennale 1936, p. 87, n. 23; Rizzo 1937; Morosini, 1960, p. 3; Moravia-Grasso, 1962, p. 37; Guttuso 1971, n. 20; Crispolti 1983, pp. CIX, 35; Frazzetto 1988, p. 134, tav. 72; Arte in Sicilia 1996, p. 125, n. 62; Zumbo 1999a, p. 123; Renato Guttuso 2001, p. 136. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.