2.09 FAUSTO PIRANDELLO

2.09 FAUSTO PIRANDELLO (ROMA 1899-1975) Oggetti 1937 olio su tavola; cm 50 x 75 firmato in basso a destra «Pirandello»
Roma, GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna
e Contemporanea, inv. 3571

d

opo il grande successo della sala personale alla II Quadriennale romana, che frutta all’artista il terzo premio di 10.000 lire, la pittura di Pirandello entra nel vivo del dibattito artistico nazionale. In una produzione giocata su una monumentalità primitiva e anticlassica, sulla contaminazione di realtà e sogno, tra un realismo allucinato, denso di arcani simbolismi, e stesure “ad alta pasta” di estrema fisicità, la natura morta è presente in tutto l’arco creativo dell’artista e nel dopoguerra diventerà il principale campo d’applicazione delle sue nuove ricerche neocubiste. Se la scelta dei soggetti esprime subito uno sguardo puntato su una prosaica quotidianità, dai primi anni Trenta Pirandello - che comincia a interessarsi al genere durante il soggiorno parigino sotto l’influenza di Picasso, Braque, Gris e degli Italiens de Paris, mutuando da metafisica e surrealismo la poetica degli accostamenti incongrui - sostituisce all’espressione “natura morta” il titolo ricorrente Oggetti, dalla più marcata valenza esistenziale. Cose povere, frammenti di interni improbabili affastellati senza una logica apparente - se non quella tonale, puramente pittorica - sono tradotti in un linguaggio tendente al monocromo, con una tavolozza composta prevalentemente di terre e ocra. Esposta per la prima volta nel 1938 alla VIII Sindacale del Lazio e lì acquistata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, l’opera in mostra ben rappresenta quelle che Benso Becca, introducendo nel 1944 la personale di Pirandello alla Galleria del Secolo di Roma, definisce «nature morte di oggetti occasionali [...] tornati al caos di cose: forse gli scarti del mondo» (Becca 1944). Sul piano diagonale si riconoscono alcuni oggetti ricorrenti in quegli anni, dal sonaglino - il 18 gennaio 1937 era nato il secondogenito Antonio - alla scatola vuota di cioccolatini e al parallelepipedo a sagome irregolari, che compare in più composizioni a partire dalla Natura morta con scatola di fiammiferi del 1935.
Mariella Milan

Bibliografia
Pensabene 1938; Sindacale Lazio 1938; Saini 1939, p. 13; Pirandello 1976; Gli anni Trenta 1982, p. 118, fig. 3; L’Italia quotidiana 2006; Gian Ferrari 2009, p. 117, n. 146. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.