2.07 SCIPIONE

(GINO BONICHI; MACERATA 1904-ARCO 1933) La piovra (I molluschi; Pierina è arrivata in una grande città) 1929 olio su tavola; cm 60 x 71 Macerata, Fondazione Carima - Museo Palazzo Ricci

macerata, Fondazione Carima - Museo Palazzo Ricci Prima dell’attuale collocazione, l’opera transita nella raccolta della Lanterna a Genova (1939), da Carlo Cardazzo a Venezia (1941) e Mimì Pecci Blunt a Roma (1954). Se ne conosce anche il disegno preparatorio (Fagiolo dell’Arco-Rivosecchi 1988, n. 112) pressoché identico alla versione definitiva a olio negli elementi costitutivi e importante per comprendere le ricerche formali messe in atto dall’artista. La piovra fa parte di una serie di nature morte dipinte a Roma dopo l’estate del 1929, trascorsa a Collepardo: è un momento dell’attività artistica di Scipione particolarmente felice, poiché la malattia polmonare che lo affligge (e lo porterà alla morte nel sanatorio di Arco nel 1933) sembra recedere, permettendogli di lavorare intensamente. In tutte queste opere egli mantiene non solo lo stesso soggetto - un tavolo dove sono collocati diversi oggetti, alcuni dei quali (come pettini e piume) specialmente legati al mondo femminile - ma anche la stessa impaginazione dell’immagine, vista dall’alto, e lo stesso piano compositivo. Nella Piovra, in particolare, tutti gli elementi presenti concorrono a creare un’ambigua rete di analogie che tende a sottolinearne le componenti simboliche: l’occhio dell’animale - i cui colori costituiscono l’unica variazione cromatica, che accende di toni acidi l’immagine - corrisponde esattamente a quelli della donna nella fotografia, cartolina di un’amante occasionale; mentre l’intreccio delle due anguille sembra rimandare all’idea del rapporto consumato fra l’uomo e la donna. Nell’u so del colore si avverte la «costante barocca» dell’opera di Scipione (Marchiori 1939, p. 15), caratterizzata da una pittura fluida e nervosa che si risolve nella scelta tonale del rosso e del nero, con risultati sontuosi. D’altra parte, la maniera del suo dipingere rimanda al clima dell’espressionismo europeo, senza tuttavia implicare riferimenti diretti ad artisti precisamente determinabili.

Silvia Vacca
Bibliografia
Scipione e Mafai 1930; Marchiori 1939, tav. IV; Collezione Cardazzo 1941, n. 62; Mostra delle Collezioni d’arte contemporanea 1941; Dell’Acqua 1941, p. 7; Scipione 1941, n. 6; Trombadori 1941; Scipione 1945, n. IV; Arte moderna italiana 1948; Pittura italiana contemporanea 1949, n. 2; Scipione 1950; Scipione 1954, n. 14, fi g. 2; Arte moderna in Italia 1967, p. 424, fig. 2089; Scipione 1985, n. 11; Fagiolo dell’Arco-Rivosecchi 1988, tav. IV; Scipione 2007, p. 39, n. 8. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.