2.03 MARINO MARINI

(PISTOIA 1901-VIAREGGIO 1980) Il nuotatore 1932 legno scolpito e intagliato; cm 113,5 x 43,2 x 50 Firenze, Museo Marino Marini

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l Nuotatore (figura seduta, come una serie di altre inaugurata dall’Ersilia nel 1931) rivela l’influenza antiaccademica esercitata sull’opera di Marino, in quel periodo, dagli esempi di Ernesto De Fiori e Arturo Martini, ma anche la tendenza a guardare a modelli desunti dall’arte etrusca, egizia e soprattutto romana. In particolare, quest’ultima lo porta a elevare i suoi soggetti alla potenza del tipo, partendo proprio dall’accentuazione dei caratteri individuali. Lo scultore taglia le forme plebee del giovane magro e pensieroso in maniera netta, semplificata, generalizzando l’espressione ma rimanendo aderente al vero, in un insieme monumentale risolto per grandi blocchi. Nella sua concretezza, la figura mantiene una certa sospensione, accentuata dal rigore geometrico e dalle vibrazioni luminose rese possibili dal materiale, sulle quali Marino si direbbe indulgere. Il legno, utilizzato anche per altre sculture dell’inizio degli anni Trenta come il Torso di pugile (1934) e l’Icaro (1933), risulta una scelta programmaticamente forte, che impone una modellazione semplice ed essenziale ma permette di ottenere trapassi sottilissimi che attirano espressivamente la luce sulla forma, pur senza indulgere in virtuosismi. Nello stesso tempo, il materiale si delinea come antiaccademico per eccellenza, povero, adatto a fissare i particolari della spoglia semplicità delle figure in una prosa calma e chiara.
Silvia Vacca

Bibliografia
Fierens 1936, tav. 29; Vitali 1937, tav. XIII; De Pisis 1941, tavv. 49-50; di San Lazzaro 1970, pp. 26-27, n. 25 e 35; Pirovano 1972, figg. 11-12; Pirovano 1990, p. 51; Marino Marini 1998, p.59, n. 79. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.