tornato a Milano dall’Argentina nel 1927, intorno al 1930 Fontana elabora un primitivismo plastico e materico che, ricorrendo agli allora recenti modelli di sintassi postcubista - Zadkine, Archipenko - si distacca sia dalla lezione wildtiana, sia dalla monumentalità neoquattrocentesca di gusto novecentista. Dopo il dirompente Uomo nero, in gesso ricoperto di catrame, definito da Edoardo Persico «il primo segno della liberazione» (Persico 1936a, p.n.n.), col Campione olimpico, ritratto del fiorettista abruzzese Ciro Verratti - «un “superman”, una specie di mostro fisico», avrebbe scritto Dino Buzzati nel necrologio del 1971 - Fontana abbandona gli accenti più fortemente espressionisti e, procedendo in parallelo con i primi esperimenti astratti, lavora a una scultura pittoricista che, anche sull’onda della frequentazione di Persico, privilegia il modellato sulla costruzione e predilige soluzioni policrome. Nei ritratti eseguiti tra 1931 e 1932, dal gesso dipinto d’azzurro del Campione olimpico all’oro della Signorina seduta, il colore è usato in funzione antinaturalistica e, come annota Persico nella prima monografia su Fontana, «la vivacità dell’espressione è fermata soltanto dalla programmaticità della colorazione: nero e argento, nero e oro» (Persico 1936a, p.n.n.). Esposto alla III Sindacale Lombarda nel febbraio-marzo 1932 e poi inviato a rappresentare la produzione recente di Fontana a una rassegna importante come la II Quadriennale romana, il Campione olimpico svolge un tema, quello dell’atleta a riposo, che aveva interessato l’artista fin dagli esordi, e che negli stessi anni trova realizzazione anche nell’Atleta in attesa o Discobolo. Rimasta per molti anni nella collezione di Ciro Verratti, l’opera è giunta all’attuale collocazione dopo essere stata battuta all’asta nel 2003. Ne esistono tre versioni in bronzo non autografe e non autorizzate, fatte eseguire dallo stesso Verratti, una per ognuno dei suoi tre figli.
Mariella Milan
Bibliografia
Carrà 1932; Sindacale Lombarda 1932, pp. 51, 52, n. 207; Quadriennale 1935, p. 52, n. 27; Persico 1936a; Zocchi 1946, fig. 5; Buzzati 1971; Crispolti 2004, pp. 409-411; Carriera “barocca” di Fontana 2004, pp. 379381; Milano Anni Trenta 2004, p. 294; Crispolti 2006, I, tav. V, 32 SC 8, p. 149.