1.04 ACHILLE FUNI

(VIRGILIO SOCRATE FUNI; FERRARA 1890-APPIANO GENTILE 1972) Malinconia 1930 olio su tela; cm 110 x 90 firmato «A. Funi» e datato «1930» in alto a sinistra Milano, Museo del Novecento, inv. 4493

abbandonata la scomposizione cubofuturista dei primi anni Dieci e il “dinamismo architettonico” che tanto era piaciuto a Boccioni, dal decennio successivo Funi approda a una figurazione compatta, incentrata su un’attenta revisione dei maestri del Rinascimento e sull’ideale umanistico e formale del corpo umano. Partecipe sin dall’inizio del progetto sarfattiano del “Novecento”, a partire dal 1926 l’artista avvia una fase più pittoricista, che sostituisce il nitore del disegno e la meditazione sul Picasso “neoclassico” con una pennellata più libera, lasciando spazio al colore. Acquistata nel 1930 alla XVII Biennale di Venezia, la Malinconia ben rappresenta l’attenta riflessione di quegli anni sul nudo in rapporto alla statuaria greca - dopo il 1927 Funi moltiplica i soggiorni a Roma, dove visita regolarmente i musei archeologici - e alla pittura pompeiana, vista da vicino nel 1928 durante un viaggio a Napoli. Plasticità e sintesi vengono ora ricercate non più attraverso le nette linee di contorno dei primi anni Venti, ma attraverso la modulazione dei toni, unendo la consueta ricerca di monumentalità a un tratto più rapido e a una nuova morbidezza cromatica e dando vita a una famiglia di figure femminili - bagnanti, ninfe, sibille - proposte come «statue vivificate» (Pontiggia 2001, p. 29), più che come figure vive. Esposti a Milano alla II Mostra del Novecento nel marzo-aprile 1929 e poi alla retrospettiva aperta tra dicembre 1929 e gennaio 1930 alla Galleria Milano, i nuovi nudi di Funi fanno discutere sulla crisi della saldezza novecentista. Se Sironi nega si tratti di una marcia indietro, leggendovi la «ricerca di una nuova saturazione destinata ad integrare i vecchi troppo rigidi schemi, con le smaglianze tonali e coloristiche che sono ormai caratteristiche della sua vivacissima tavolozza» (Sironi 1930a), Persico v’intravede le avvisaglie della fine di Novecento, scrivendo della volontà, da parte dell’artista, di «spezzare la linea, e darsi al colore» (Persico 1930b).
Mariella Milan

Bibliografia
Biennale 1930, sala 19, p. 78, n. 14; Neue Italienische Kunst 1936; Austellung Italienischer Kunst 1937; Caramel-Pirovano 1973, n. 290; Funi 1973; De Grada 1974, p. 151, n. 77; La Metafisica 1980, p. 111; Colombo 1996a, p. 181, n. II.276.




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.