1.05 CARLO CARRÀ 

(QUARGNENTO 1881-MILANO1966)
Pescatori 1935 olio su tela; cm 135 x 109 firmato e datato in basso
a sinistra «929 Carrà» Milano, Museo del Novecento, inv. 5341

dal 1926 Carrà vive tra la casa milanese di via Vivaio e quella di Forte dei Marmi: in Versilia cominicia a elaborare opere che poi conclude in città. Iniziato nel 1929 (l’artista propone una doppia datazione), il quadro viene portato a termine nel 1935. Le figure dei due pescatori sono riprese con accentuazioni luminose, «più che ritoccati, rifatti e schiariti nell’ultimo anno» (Costantini 1936, p. 44). Il colore chiaro e diffuso richiama l’esperienza dell’affresco, che Carrà sperimenta con Italia romana per la V Triennale di Milano, nel 1933. Una prima stesura del dipinto è esposta alla Biennale di Venezia nel 1932 e pubblicata nel Numero di primavera dell’“Illustrazione Italiana”, il 19 giugno dello stesso anno. Nella versione attuale appaiono eliminati alcuni particolari, tra cui la forma cubica dove è seduto l’uomo e una lingua di terra all’orizzonte, mentre si restringe la spiaggia per far avanzare il mare; c’è poi una maggiore semplificazione e una più insistita monumentalità, sottolineata dall’irrobustimento della muscolatura dei personaggi. Protagonisti del quadro sono i due pescatori che si stagliano su una tipica marina alla Carrà, animata da onde increspate, solcate da una barca con una vela antica: uno è seduto, appoggiato alla parete in scorcio di unacasa, l’altro in piedi. È un quadro di apparente semplicità, tra narrazione e sintesi plastica; in realtà nasconde una studiata solidità d’impostazione, secondo una sorta di geometria latente. Carrà procede lungo il filone narrativo iniziato nel 1929 con le esercitazioni su Il povero pescatore di Puvis de Chavannes e proseguito con Le figlie del pescatore del 1931 e La famiglia del pescatore del 1933, dove si ritrova a sinistra, come in questi Pescatori, la medesima quinta della casa con la barca a vela e lo stesso personaggio, adesso accovacciato e con la mano destra sulla spalla. Il quadro viene acquistato dalle Civiche Raccolte di Milano in occasione della personale milanese dell’artista alla Galleria del Milione, nel 1935.

Silvia Bignami

Bibliografia
Biennale 1932, p. 98, n. 15; Costantini 1936, p. 44; Longhi 1937, tav. XXXII; Carrà 1968, II, p. 191, n. 9/35; Carrà 1987; Guzzi 1994, II, p. 191, n. 9/35; Carrà 1994, p. 340; Carrà 1996, p. 274, n. VI.23; Bignami 2010, p. 138. 

ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.