2.15 FAUSTO MELOTTI

(ROVERETO 1901-MILANO 1986) La cena in Emmaus 1933 gesso; cm 92 x 65 x 28 iscrizione sullo zoccolo: «RESTA SIGNORE CON NOI PERCHÉ SI FA SERA E IL GIORNO DECLINA» Collezione privata

Collezione privata Dopo una formazione tra lo studio torinese di Pietro Canonica e i corsi di Wildt all’Accademia di Brera, Melotti avvia una proficua collaborazione con Gio Ponti, che lo chiama a realizzare piccole sculture decorative in ceramica e porcellana a stampo per la Richard-Ginori, con il conterraneo Luciano Baldessari e con gli architetti razionalisti Figini e Pollini; per questi ultimi esegue una fontana in ferro nichelato per il Bar Craja, nuovo punto di ritrovo dell’avanguardia milanese. L’amicizia e la stretta collaborazione con un altro architetto, collezionista e frequentatore del Craja, Alfonso Orombelli, è all’origine di diverse opere di soggetto religioso cui l’artista lavora nei primi anni Trenta: sculture, ma anche olî e pastelli dove figurine panneggiate si muovono su ariosi sfondi paesaggistici. Rimeditando le esperienze di “Valori Plastici” e la lezione del primitivismo di Carrà, Melotti - che nel 1932 tiene un corso di Plastica moderna alla Scuola Professionale del Mobile di Cantù da lui fondata, esponendo i saggi finali in una collettiva nella Galleria del Milione nel giugno 1934 - esegue bassorilievi e un fregio in bronzo per la tomba della famiglia Orombelli al cimitero di Cantù, mentre tra 1933 e 1934 realizza, per il nuovo battistero della basilica milanese di San Babila, progettato dallo stesso Orombelli, il grande bassorilievo in bronzo con la Predicazione del Battista, il fonte battesimale e i piedistalli dei candelabri. La Cena in Emmaus va inquadrata in questo contesto, oltre che nell’ambito dei tentativi di rinnovamento dell’arte sacra fra le due guerre. Primitivista nel trattamento grafi co delle superfici, nella resa dei volti, negli arti tubolari, nel precario equilibrio spaziale e nella prospettiva ribaltata della tavola, il gesso viene esposto nel 1933 alla Mostra d’Arte Moderna curata da Bardi al Dopolavoro del Cotonificio Fratelli dell’Acqua di Legnano, mentre una versione in bronzo viene inviata nello stesso anno alla I Sindacale fiorentina.
Mariella Milan

Bibliografia
Celant 1994, tomo I, p. 11, n. 1933 3; Melotti e la scuola di Cantù 1999, p. 48, n. 33 (bronzo). 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.