2.17 MARIO RADICE

(COMO 1898-1987) Composizione G.R.U. 35/B (Composizione n. 85) 1937 olio su cartone; cm 76 x 66 firmato in basso a destra «Mario Radice» Como, Pinacoteca Civica, P18

Protagonista dell’astrattismo lombardo degli anni Trenta e dell’intensa collaborazione tra pittori e architetti che caratterizza in quegli anni la scena artistica comasca, Radice si dedica professionalmente alla pittura dopo il rientro a Como da Buenos Aires nel 1930, abbandonando l’impiego nel settore della fabbricazione cartaria. Tra i fondatori della rivista “Quadrante”, l’artista non abbandona mai completamente la figurazione, coltivata secondo modi inizialmente novecentisti in parallelo alla produzione astratto-geometrica, nel cui ambito porta avanti una ricerca sempre più svincolata dal rigore dell’architettura razionalista e della lezione neoplastica. Sperimentando una pluralità di registri e di strutturazioni spaziali, in un continuo dialogo tra griglia ortogonale e tagli in diagonale che mostra tangenze con le ricerche di Friedrich Vordemberge-Gildewart, visto alla Galleria del Milione nell’ottobre 1934 (Caramel 2002), Radice, che nel febbraio 1936 riceve l’incarico di eseguire le pitture murali per la Casa del Fascio di Como progettata da Terragni, mantiene spesso un richiamo al reale anche nei lavori astratti. Il meccanismo è ben visibile nei Ritratti segreti, R.S., che prendono forma intorno al 1939, e nelle Composizioni G.R.U. - una delle tante sigle, non tutte sciolte, che l’artista dichiara di introdurre nelle titolazioni «solo per distinguere un quadro dall’altro» (Maugeri 1986, p. 144) - nate nel 1937. L’opera in mostra è riprodotta, col titolo Composizione n. 85 e la data 1937, nel primo e unico numero di “Valori Primordiali” - la rivista comasca diretta da Franco Ciliberti e pensata inizialmente come quaderno trimestrale - stampato nel febbraio 1938. Una versione a olio su cartone telato di dimensioni più ridotte e con qualche differenza cromatica (Caramel 2002, n. 1938 1) viene donata nel 1941 da Radice a Ivanoe Furiosi, medico dell’Ospedale Militare di Bolzano, come ringraziamento per una licenza che gli aveva evitato la campagna di Russia.
Mariella Milan

Bibliografia
Sindacale Como 1937, n. 44 (Composizione n. 85); “Valori Primordiali” 1938, p. XXV (Composizione n. 85); Arte astratta 1939; Radice 1943; Arte moderna in Italia 1967, p. 329, n. 1621; Di Salvo 1987, p. 75; Il mondo di Belli 1991, pp. 108, 238; Caramel 2002, p. 142, n. 1937 5; Radice 2002, p. 80, n. 33.




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.