2.11 RENATO GUTTUSO

(BAGHERIA 1911-ROMA 1987) Amici nello studio (Ritratto di Guttuso, Franchina, Barbera nello studio di Corso Pisani a Palermo) 1935 olio su tavola; cm 62 x 77 firmato e datato in basso al centro «Guttuso 35» Collezione privata

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a storia del dipinto, eseguito nel 1935, è tuttora poco conosciuta: non si hanno infatti notizie di mostre alle quali possa essere stato esposto. La tavola appartiene da moltissimi anni alla famiglia dello scultore Nino Franchina, effigiato nell’opera insieme allo stesso Guttuso, in primo piano, e allo scultore Giovanni Barbera, al centro della composizione. Non è escluso che l’opera, di sapore intimistico, sia stata realizzata in seguito alla morte prematura di Barbera, avvenuta proprio nel 1935. I tre amici, che insieme alla pittrice Lia Pasqualino Noto avevano fondato il Gruppo dei Quattro, muovevano i primi passi nel contesto artistico nazionale, collocandosi tra i fautori di una modernizzazione dell’arte italiana in radicale divergenza rispetto a un novecentismo ormai diventato maniera. Le tre figure maschili sono distese su un letto a riposare, dopo una giornata di lavoro; ciascuna è rivolta in direzioni diverse, gli sguardi non s’incrociano, le mani si dispongono e intrecciano variamente. Nonostante pochi elementi lo lascino intuire, i tre amici si trovano nello studio di corso Pisani a Palermo, l’atelier che Barbera e Franchina avevano preso in affitto e dove vivevano un po’ romanticamente secondo i canoni della bohème. Le figure occupano tutto lo spazio del dipinto, protagoniste assolute. Nell’angolo a destra, una porzione di ringhiera del letto copre in parte Guttuso: unico elemento di concretezza in un’atmosfera di sogno, si direbbe quasi voler distinguere il mondo reale, dell’osservatore, da quello un po’ visionario, malinconico e incerto degli artisti. Accolte in pieno le influenze dei pittori della Scuola romana, Guttuso calibra la propria pennellata secondo «un movimento compositivo sempre più avvolgente e inquietante» (Crispolti 1983), sostenuto da tonalità cromatiche cupe ma calde.
Valentina Raimondo

Bibliografia
Pasqualino Noto 1962, p. 74; Crispolti 1983, p. 35; Guttuso 1971, n. 21; Renato Guttuso 2001.




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.