2.12 PIPPO RIZZO

(CORLEONE 1897-PALERMO 1964) Il nomade 1929 olio su tela; cm 161 x 99 firmato e datato in basso a destra «Pippo Rizzo/1929» Palermo, Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo”, inv. 1325

e

sponente di spicco del movimento di rinnovamento artistico siciliano, Pippo Rizzo vive tra gli anni Venti e i Trenta un momento di grande fervore, prima da futurista, poi come esponente siciliano del Novecento italiano. Quest’opera, realizzata nello stesso anno in cui il pittore viene chiamato a svolgere il ruolo di Segretario del Sindacato Regionale Fascista di Belle Arti di Sicilia, si colloca esattamente nel momento di passaggio dialettico dal futurismo al Novecento. Eseguita nel 1929, nello stesso anno viene esposta a Palermo alla II esposizione promossa dal Sindacato degli Artisti e, a Roma, alla mostra Due futuristi siciliani: Pippo Rizzo e Vittorio Corona, ordinata presso la Camerata degli Artisti. Si tratta del ritratto quasi a piena figura di Guido Cesareo, amico del pittore, che si staglia in atteggiamento spavaldo davanti a un treno, rappresentato - come il personaggio - per sintesi di piani che s’incontrano; pur di matrice dichiaratamente futurista, la maniera si direbbe sfumare nei modi della cartellonistica déco di quegli anni. L’adesione di Rizzo al futurismo era stata mediata, in particolar modo, da Giacomo Balla, conosciuto anni prima a Roma, dalle cui suggestioni deriva ancora, in questo dipinto, la frammentazione geometrica del piano dell’opera. La forte presenza della figura in primo piano, la solidità con cui è costruita, la staticità solenne della posa, tendente al monumentale, preludono agli sviluppi in direzione novecentista della pittura di Rizzo: «un dipinto come “Il nomade” di futurista ha ormai ben poco: rimangono, è vero, le sezionature geometriche, ma ogni elemento di decorazione è scomparso in favore di una monumentalità solenne e bloccata, di una semplificazione ancora più accentuata delle linee portanti della composizione» (Troisi 1989, p. 32).
Valentina Raimondo

Bibliografia
Due futuristi 1929, p. 26; Guttuso 1929; Sindacale siciliana 1929, pp. 45-46, n. 26; Maraini 1929; Pippo Rizzo 1929; “Il Giornale d’Italia” 1929; Mignosi 1936; Il ritratto palermitano 1966; Pippo Rizzo 1975; Frazzetto 1988, pp. 66, 78, 80; Pippo Rizzo 1989, p. 189, n. 21; Troisi 1989, p. 32; Arte in Sicilia 1996, p. 150, n. 83; L’idea del sacro 2000, pp. 19, 30, 58, n. 16; Imbellone 2007a, pp. 390-391, n. XIV. 2.




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.