1.27 CARLO SBISÀ

(TRIESTE 1899-1964) Il palombaro (Ritratto di Umberto Nordio) 1931 olio su tela; cm 110 x 89 firmato in basso a destra «Carlo Sbisà / 1931» firmato in basso a destra «Carlo Sbisà / 1931» Trieste, Museo Revoltella, Galleria d’arte moderna,
Deposito Regione Friuli Venezia Giulia

Giunto nel 1929 a Milano, dove resterà fino al 1932, Sbisà vi esordisce con una mostra a tre alla Galleria Milano insieme ai triestini Leonor Fini e Arturo Nathan. La formazione fiorentina e l’esperienza maturata come assistente di Felice Carena trovano un punto d’incontro nei primi anni Trenta, quando Sbisà si concentra sulla figura, producendo una serie di ritratti di amici e conoscenti che, sulla scia di Sironi, incarnano una professione, inquadrati perlopiù a mezzo busto e accompagnati dagli strumenti-attributi della propria attività. Se Felicita Frai e Nathan vengono effigiati rispettivamente come La disegnatrice e Il motociclista - Nathan condivide con Sbisà la passione per le due ruote - l’amico Umberto Nordio, in quegli anni protagonista della cultura architettonica triestina e in seguito tramite per molti incarichi di decorazione murale affidati al pittore, è raffigurato prima nel Ritratto dell’architetto (1930) e poi in veste di Palombaro. Presentata per la prima volta nel 1932 alla Biennale di Venezia, l’anno successivo la tela, tra le più note dell’artista, viene inviata alla Ausstellung neuzeitlicher italienischer Kunst, esposizione itinerante in diverse città tedesche, e poi esposta nel 1934 alla Mostra del Mare, inaugurata a Trieste nell’ambito della VIII Sindacale giuliana. Sbisà rivisita qui un modulo rinascimentale molto apprezzato in ambito novecentista, quello del “ritratto alla finestra”, dove la quinta architettonica introduce la suggestiva evocazione del mondo sommerso scandagliato dal monumentale protagonista in primo piano. Appassionato di canottaggio e immersioni, l’artista ritrae l’amico mantenendo un sottile equilibrio tra la cifra domestica e un’inquieta sospensione temporale, ottenuta animando figura e paesaggio - il battello incagliato e il mare livido sullo sfondo sono un esplicito omaggio a Nathan - con improvvise accensioni cromatiche e luministiche derivate dallo studio della pittura veneta.
Mariella Milan

Bibliografia
Benco 1932; Biennale 1932, n. 25; Dorfl es 1932; Ermacora 1932; “Il Piccolo” 1932; Spaini 1932b; “The Sphere” 1932, p. 240; Neuzeitlicher italienischer Kunst 1933; Berlam 1933, pp. 382-383; Benco 1934; Marini 1934; Mostra del Mare 1934, n. 88; “Il Piccolo” 1934; Benco 1944, tav. 3; Carlo Sbisà 1965, n. 3; Barilli-Masau Dan 1996, pp. 91, 187, n. 26; Comar 2008-2009, n. 89. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.