1.18 FRANCESCO DI COCCO

(ROMA 1900-1989)
Fantasia 1929 olio su tela; cm 57,5 x 53,5 firmato e datato in basso
a sinistra «Di Cocco 29» Roma, Archivio Di Cocco, P222

la tela, probabilmente esposta nella personale alla III Mostra Sindacale del Lazio, viene datata 1930 dall’autore in occasione della mostra di Rieti del 1985, ma risale in realtà al 1929, come la rimozione della cornice ha permesso di verificare, scoprendo la datazione originale, apposta in basso a sinistra. Le due figure centrali derivano puntualmente da una composizione più elaborata, incompiuta, eseguita a tempera e matita su carta nel 1925, a sua volta avvicinabile per altri due personaggi presenti nello sfondo alle Balie, del 1924. Dopo un breve avvicinamento al futurismo, Di Cocco inizia a frequentare negli anni Venti i musei, come lui stesso racconta in un’intervista rilasciata a Fabio Benzi nel 1983; di questo rapporto con l’arte antica risente anche Fantasia, che presenta modalità fra giottesche e belliniane nell’intenzione e giorgionesche nei risultati, in particolare riferibili a I tre fi losofi nel colore, nella struttura delle figure (due in piedi affiancate e una seduta, o sdraiata) e nella disposizione rispetto al paesaggio, chiuso da un lato da un elemento naturale (la grotta e la collina) e aperto verso lo sfondo dall’altro. Nello stesso tempo, il dialogo con l’antico genera un “fantastico” partecipe di una sospensione metafisica, una «visione tra l’onirico e il surreale, inquietante pur nella serenità bucolica delle apparenze» (Benzi 1996, pp. 78-81) che è lontanissima dalla rappresentazione del vissuto quotidiano. Nella composizione la pittura è decisamente orientata al tonalismo cromatico, vicina alle ricerche della Scuola romana ma, in una scelta deliberata di distacco, molto più sperimentale e lirica e ben lontana dalla discussione teorica che le si è soliti riferire.

Silvia Vacca

Bibliografia
Sindacale Laziale 1932, p. 52, n. 11; Di Cocco 1984, p. 13, n. 18; Generazione primo decennio 1985, p. 33, n. 35; Francesco Di Cocco 1991, p. 113, n. 39; Crispolti 1996, p. 21. 




ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.