1.19 GISBERTO CERACCHINI

(FOIANO DELLA CHIANA1899-PETRIGNANO DEL LAGO 1982)
I guardiani 1932 olio su tela; cm 10 3 x 125 firmato in basso a destra «G. Ceracchini ’32» Venezia, Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, inv. 898

d

ipinto nel 1932 - quando Ceracchini risiedeva ormai da sette anni a Villa Strohl-Fern a Roma e aveva partecipato alle principali mostre di Novecento - ed esposto alla Biennale di Venezia di quello stesso anno, I guardiani mostra una soluzione compositiva abbastanza usuale per l’artista, che si trova rimeditata, per esempio, nel Riposo del 1933 (conservato presso la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma), sostituendo alla disposizione piramidale maggiormente aperta verso il paesaggio, in secondo piano, quella circolare più concentrata sulle figure. I personaggi stessi, d’altronde, sono riproposti pressoché negli stessi atteggiamenti in dipinti di poco successivi (Il riposo del 1933 e Pastore dormiente del 1934). L’opera testimonia di quella fase della produzione di Ceracchini in cui il senso religioso emerge nel sospeso raccoglimento delle sue scene bucoliche e campestri e non attraverso una rappresentazione diretta di soggetti sacri, come avverrà in seguito. Una natura, quella rappresentata dall’artista, sempre filtrata, però, attraverso il museo, irrigidita in un purismo meditatamente ingenuo che assume, insieme, un’intonazione artefatta e idilliaca. Ceracchini blocca, scolpisce e semplifica i volumi dei corpi e degli oggetti, delineati da contorni precisi e colori freddi, in scene di ricercata narratività, immerse in atmosfere rarefatte.
Silvia Vacca

Bibliografia Biennale 1932, p. 67, n. 4; Spaini 1932a; De Libero 1935, tav. XIV; Guzzi-Fallani 1953, tav. 5. 



ANNI '30
ANNI '30
Arti in Italia oltre il fascismo
Nell'Italia degli anni Trenta, durante il fascismo, si combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che vede schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall'espressionismo all'astrattismo, dall'arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall'emergere del design e della comunicazione di massa - i manifesti, la radio, il cinema - che dalle ''belle arti'' raccolgono una quantità di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernità. Un'epoca che ha profondamente cambiato la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l'affermazione di un'idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ''la via italiana alla modernità'': nell'architettura, nel design, così come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo - francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo -, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione - quella italiana del Trecento e Quattrocento. Pubblicazione in occasione della mostra: ''Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo'' (Firenze, Palazzo Strozzi, 22 settembre 2012 - 27 gennaio 2013). La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design) di oltre quaranta dei più importanti artisti dell'epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana. Raccontando un periodo cruciale che segnò, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creatività.