SCHLOSS KAMMER
SULL’ATTERSEE III

1910
olio su tela
cm 110 x 110
Vienna, Österreichische Galerie Belvedere

il castello di Kammer si affaccia sul lago Attersee in Austria. Tra il 1908 e il 1910, Gustav Klimt dipinge quattro variazioni di questo castello del XIII secolo. Punto di osservazione, per l’artista, è la barca ormeggiata sul pontile di Villa Oleander, dove trascorrerà le vacanze, dal 1908 al 1912, insieme a Emilie Flöge. Seduto sulla barca, alla maniera di Claude Monet, e con l’ausilio di un piccolo binocolo e poi di un telescopio, Klimt inquadra (e questo anche alla lettera visto il formato quadrato delle quattro tele) l’antico castello sul lago; un primo piano del castello, della vegetazione e dei riflessi sul lago. Nel Castello di Kammer I del 1908 Klimt dedica alla superficie del lago circa un terzo del dipinto. Il restante spazio è dominato dagli accurati dettagli architettonici dell’edificio e dalla vegetazione e gli alberi che lo ricoprono. Una straordinaria copertura vegetale causata anche dal particolare punto di osservazione e di inquadratura dell’artista seduto sulla barca.


La natura è sovrana. Solo le finestre del castello potrebbero far pensare alla vita umana. Invece sono chiuse, scure. Una strana quiete domina la scena. Il primo dei quadri con il castello fu mostrato nel 1909 alla Internationale Kunstschau di Vienna insieme ad altri paesaggi. Klimt affronta il tema del paesaggio lacustre dell’Attersee dagli inizi del Novecento sino al 1916 realizzando circa 55 dipinti. Costante di questa straordinaria serie, si può sintetizzare nella ricerca ossessiva della giusta inquadratura e di una generale sospensione del tempo delle immagini dipinte.

Nella versione del 1909 (Castello di Kammer sull’Attersee II) Klimt cambia il punto di osservazione, il focus visivo, riducendo lo spazio dell’acqua a favore del prato circostante il castello. Tuttavia, è proprio dal III e infine dal IV che Klimt aggiunge alle sue variazioni sul tema un diverso punto di vista e sicuramente un reale spostamento della sua barca in una posizione più ravvicinata al castello (correnti del lago permettendo).

 
Con la sua pittura decorativa, così distante dal “criminale” ornamento, Klimt cerca di conservare o almeno di sospendere la bellezza del mondo, qui intesa sulla scena del paesaggio e della “inquadratura” della natura. Probabilmente Klimt conosceva il libro best seller, all’epoca, del biologo tedesco Ernst Heinrich Haeckel, Kunstformen der Natur (Forme d’arte in natura) la cui prima edizione risale al 1899. Il celebre libro era noto ad artisti come Vasilij Kandinskij e Paul Klee. L’aspetto straordinario di questa pubblicazione sono i disegni “botanici” dell’autore, che rispondono non solo a un principio scientifico ma un essenziale principio estetico per la osservazione delle forme naturali. In sintesi, il paesaggio rivoluzionato in maniera atmosferica dagli impressionisti acquisiva ora una naturale origine estetica. Oltre a riavvicinare arte e scienza, le Forme d’arte in natura legittimavano il senso nascosto dell’osservazione da parte dell’artista come manifestazione e presentazione di forme originarie e appunto artistiche.

 
Di pari passo con le celebri Ninfee di Claude Monet, Klimt sperimenta con successo il segreto dell’inquadratura da diverse angolazioni; non un “effetto di realtà” ma il senso originario e fuori del tempo dell’immagine riflessa nelle immobili acque del lago.

 
Ad Attersee, in questo luogo ameno, Klimt trascorse, come si è detto, lunghi periodi di vacanza tra il 1900 e il 1916 assieme alla sua amata Emilie Flöge. Restano alcune foto che ritraggono la coppia a passeggio in un giardino, sul piccolo molo, o su una barchetta lontano dalla riva. Klimt deve aver scelto l’inquadratura in una di quelle serene giornate. Quando Emilie indossava gli abiti disegnati da lui stesso nello stile della Secessione. Come in molti dipinti dell’epoca, anche in questo quadro del 1910 la realtà oggettiva si va ormai sfaldando. Il paesaggio non è una fotografia. E non è neppure un’immagine uscita dal laboratorio culturale del tardo Romanticismo, una prova di abilità di un accademico paesaggista. Il Castello sull’Attersee, come gli altri paesaggi di Klimt è uno stato d’animo tenuto a bada dallo stile ornamentale del maestro. Quello che compare sulla tela è un mondo fatto non di cose concrete, pesanti, ma dello scintillio di corpuscoli colorati appoggiati su un velo sottile come l’aria. È questo il caso del fogliame dei grandi alberi cresciuti sulla riva del lago. Un paravento naturale di verde di cui l’artista esalta il valore decorativo. Anche l’edificio, il castello di Kammer quasi interamente nascosto tra gli alberi, vive di questa situazione percettiva. Guardiamo le tegole del tetto. È la materia pittorica a creare la sostanza del mondo, senza più rispondere alle leggi del disegno, che è utilizzato solo per impostare la trama del raffinato ricamo visivo. La descrizione mimetica della natura, lo scorcio pittoresco tipico del paesaggismo ottocentesco, sono ormai soppiantati da un linguaggio che mette sullo stesso piano elementi figurativi e non. La conoscenza delle opere di Monet e degli altri impressionisti è evidente dall’interesse per il motivo dell’acqua e dei riflessi sulla superficie del lago. Mentre la tecnica a piccoli tocchi utilizzata per rendere l’aspetto mosso delle fronde risente ovviamente del pointillisme e soprattutto dello stile di Van Gogh, accreditato da anni come punto di riferimento imprescindibile della moderna pittura. La tecnica impiegata da Klimt nei dipinti di paesaggio tuttavia è diversa. Egli, infatti, utilizzava taccuini su cui eseguiva veloci appunti grafici che poi rielaborava e perfezionava in studio prima di iniziare il dipinto su tela. Tuttavia, il riconoscimento del valore dell’impressionismo e postimpressionismo era cresciuto fuori della Francia, investendo di novità tutto il continente e l’America. A Vienna era stata organizzata nel 1903 una mostra intitolata “Sviluppo dell’Impressionismo in pittura e scultura” dove erano presentate anche opere di Pierre Bonnard ed Édouard Vuillard, che dovettero impressionare fortemente Klimt. 

GUSTAV KLIMT
GUSTAV KLIMT
Giovanni Iovane, Sergio Risaliti