Arte contemporanea


ART DUBAI
2021

UNA FIERA MULTICULTURALE PER CONOSCERE, ATTRAVERSO LA PARTECIPAZIONE DI NUMEROSE GALLERIE PROVENIENTI DA EUROPA, MEDIO ORIENTE, ASIA CENTRALE E PAESI BALTICI, REALTÀ ARTISTICHE LONTANE MA UNITE IN QUESTO EVENTO IN UNA VERA E PROPRIA “ART COMMUNITY”

Riccarda Mandrini

Nella settimana centrale del mese di marzo, in un costante clima perfetto per gli Emirati Arabi Uniti, si svolge la fiera d’arte di Dubai, Art Dubai. 

Fondata nel 2007 (come Christie’s Dubai) e nata sul modello della mono-sezione, nel tempo si è sviluppata su tre sezioni distinte: “Contemporary”, “Modern”, la cui prima edizione data 2014, e “Bawwaba” (che significa porta, passaggio in lingua araba) introdotta solo un paio di anni fa, dedicata alla produzione creativa del “Global South” e concepita come “Solo Presentation” (cioè attraverso il coinvolgimento di singoli artisti). Art Dubai oggi è una fiera matura e come ogni fiera internazionale di rilievo, al di là del necessario riscontro in termini di business per le gallerie, la sua ulteriore funzione è quella di costruire un ponte, fornire risposte culturali e informare il pubblico su realtà artistiche distanti, che in molti non avrebbero la possibilità di conoscere se non in occasione di una fiera. 

L’evento in sé esprime l’essenza della città araba. Una città moderna, internazionale nella quale convivono persone di oltre settanta nazionalità differenti, con un’alta percentuale di non nativi. 

Art Dubai ha fatto di questa internazionalità il proprio punto di forza, in un crescendo di esperienze autentiche che le hanno permesso di creare una vera e propria “art community”. 

Tra le tre varie sezioni, quella contemporanea è la più frequentata dai collezionisti e dal pubblico e il “display” proposto vanta un ampio raggio geografico di gallerie: europee (Templon, Parigi/Bruxelles; Galleria Continua, San Gimignano/Pechino/Les Moulins/L’Avana/Roma; Yusto/Giner, Marbella); africane (Gallery 1957, Accra; Addis Fine Art, Addis Abeba/Londra; Loft Art Gallery, Casablanca); dell’Asia Centrale (Aspan Gallery, Almaty) e dalle province baltiche (Gallery Artbeat, Tbilisi; The Rooster Gallery, Vilnius); numerose dal Medio Oriente (Dastan’s Basement, Teheran; Mono Gallery, Riad; Wadi Finan Art Gallery, Amman; Sfeir-Semler Gallery, Beirut/ Amburgo) e dall’India (Experimenter Gallery, Calcutta). 

La sezione “Modern”, come per gli anni precedenti, assolve in modo virtuoso e specifico al suo compito di colmare una parte del “lack” storico-artistico della modernità dell’area mediorientale, del Sud Est asiatico e africana, integrandola a quella occidentale. 

Tra le gallerie presenti, Elmarsa di Tunisi e Dubai, in fiera con le tele del pittore tunisino Aly Ben Salem (1910-2001). E ancora Eye for Art fondata nel 2003 a Houston dai fratelli Ali e Jawaid Haider, galleria che opera esclusivamente nell’ambito dell’arte moderna del Pakistan. Tafeta di Londra, da anni presente in fiera, con il suo lavoro ha fatto conoscere le opere di diversi maestri africani e nigeriani tra cui, in particolare, Bruce Onobrakpeya (1932), Ibrahim El-Salahi (1930), Uche Okeke (1933-2016). E, infine, Aicon Gallery di New York, riferimento per l’arte moderna dell’area del Sud Est asiatico. 

“Bawwaba” è proposta come una sezione aperta dove, attraverso un “up and down” di presenze di autori moderni e contemporanei, si integra una parte della produzione artistica dell’area australe del mondo. 

Tra le gallerie partecipanti: Blueprint 12 di Nuova Delhi con i lavori di Youdhisthir Maharjan (Nepal, 1984); Canvas Gallery di Karachi con una selezione di opere di Adeela Suleman (Pakistan, 1970); Galeria Vermelho di San Paolo con le installazioni pittoriche di Tania Candiani (Messico, 1974) e Saradipour Art Gallery di Los Angeles che introduce al pubblico della fiera le tele del pittore iraniano Moslem Khezri (Iran, 1984).


Immagine di repertorio di Art Dubai 2019.


Immagine di repertorio di Art Dubai 2019.


Immagine di repertorio di Art Dubai 2019.


Immagine di repertorio di Art Dubai 2019.

ART E DOSSIER N. 385
ART E DOSSIER N. 385
MARZO 2021
In questo numero: IN MOSTRA: Signac a Parigi; La collezione Ramo a Houston; Olmechi a Parigi. MARMI DI TORLONIA: Vita complicata di una grande collezione. COSA CI DICE IL VOLTO: Della Porta e la fisiognomica; il filosofo di Porticello; gli autoritratti di Francesca Woodman. CONTEMPORANEI TRANSNAZIONALI: Le non-sculture di Lee Seung-Taek, Alighiero Boetti e Salman Ali. Direttore: Claudio Pescio