Dopo due anni di chiusura per lavori di rinnovamento degli spazi e riorganizzazione delle attività, ad aprile riapre la sede newyorchese della Dia Art Foundation nel quartiere di Chelsea. Le altre due sedi principali della fondazione si trovano fuori città. La sede di Beacon, in una ex fabbrica di cartone lungo il fiume Hudson; quella di Bridgehampton, quasi sulla punta di Long Island.
A partire dalla sua nascita nel 1974 la Dia Art Foundation ha sostenuto la realizzazione di opere site-specific permanenti su larga scala che, senza un consistente aiuto economico, avrebbero avuto difficoltà a vedere la luce. Diversi sono i progetti di cui si è fatta promotrice negli Stati Uniti. Solo a Manhattan si contano due installazioni ambientali del land artist Walter De Maria (The New York Earth Room, 1977, e The Broken Kilometer, 1979), anch’esse di recente restaurate nelle rispettive sedi nel quartiere di Soho, e una degli artisticompositori minimalisti La Monte Young e Marian Zazeela (Dream House, 1993), a Tribeca. Di prossima apertura, il quinto luogo gestito dalla fondazione in città, sempre a Soho, in Wooster Street, dedicato a progetti temporanei.
Nelle gallerie al piano terra dei nuovi spazi del Dia Chelsea, frutto di una ristrutturazione, che ha coinvolto ben tre edifici adiacenti, la mostra di apertura presenta due grandi installazioni di Lucy Raven (Tucson, Arizona, 1977). Si tratta di un film, Ready Mix (2021), e di un lavoro tratto dalle Casters Series (2021) che indagano come sono stati costruiti il paesaggio e gli spazi urbani nell’Ovest americano. Per entrambi Raven fa uso dell’astrazione come mezzo di conoscenza. Altra novità: l’ampliamento del progetto, tuttora in corso, benché postumo, delle 7000 Querce di Joseph Beuys, le colonne di basalto simbolo dell’azione ambientale che l’artista tedesco (scomparso nel 1986) iniziò nel 1982 alla documenta 7 di Kassel e che, a partire dal 1988, vennero “piantate” anche sulla Ventiduesima strada, grazie alla Dia Art Foundation.