In tendenza 

un campione del novecento

Anche se il suo trend non segue l’ìmpennata dei vari Fontana e Burri,
Marino Marini è tra i pochi che si vendono per cifre milionarie:
l’iconica serie del cavallo e cavaliere dei primi anni Cinquanta
è un caso emblematico

Daniele Liberanome

Italianissimo, con radici ben piantate nella nostra antica cultura eppure capace di utilizzarla nei modi tipici dell’arte moderna, Marino Marini (1901-1980) resta uno dei campioni del Novecento italiano. Rientra fra i pochi che si vendono per cifre milionarie, anche se il suo trend non segue l’impennata dei vari Fontana e Burri. Marini è universalmente noto per le sue sculture di cavalli con cavaliere che iniziò a creare nella seconda metà degli anni Trenta, osservando un maneggio dalla finestra del suo studio di Monza e ispirandosi a esempi di opere dello stesso soggetto risalenti all’età etrusco-romana e poi medievale.

L’indagine antiretorica di Marini intorno a questa antica icona sfocia, seguendo un percorso tipicamente novecentesco, in un ragionamento strutturale sulle forme della scultura che lo porta alla semplificazione della composizione e all’accentuazione degli aspetti che legano profondamente un cavallo e un cavaliere. La complicità fra i due, come ebbe a dire lo stesso artista, va scemando nel tempo e l’uomo appare sempre più incapace di domare la bestia, che «nella sua angoscia sempre più selvaggia, diventa più rigida, invece di impennarsi».

Sono le opere della fase più matura di questa indagine, databile ai primi anni Cinquanta, che interessano particolarmente i collezionisti, come L’ idea del cavaliere del 1955. La peculiarità della scultura risiede innanzitutto nella cromia rossa e nera, che ricorda direttamente le terrecotte etrusche.

Il richiamo all’antico contrasta con l’iconografia della bestia, lontanissima dagli schemi antichi, stilizzata e totalmente estraniata e disinteressata al suo cavaliere quasi a competergli in altezza; cavaliere che appare paralizzato, incapace di reagire di fronte allo scatenarsi dell’irrazionalità.

L’impatto catastrofico della seconda guerra mondiale sul sistema di pensiero occidentale diventa qui tangibile, perché la vittoria lenta e sanguinosa contro la follia non ha certo fatto dimenticare le assurdità del conflitto, mentre l’uomo pareva stregato e congelato dalla forza dell’irrazionalità. I cavalli stessi vennero pesantemente coinvolti nel conflitto, nella fame, nei bombardamenti, come ci ricorda anche Guernica di Picasso in relazione alla Guerra civile spagnola.

Ebbene L’ idea del cavaliere nella sua versione in legno aveva attraversato l’oceano nel 1970 - non casualmente, visto che già alla fine degli anni Quaranta Marini era seguito da galleristi newyorchesi di primo livello come Valentin e Matisse. Sotheby’s finì per offrirla nell’importante asta dell’8 maggio 2007 proprio nella Grande Mela, sottolineando come si trattasse dell’ultima scultura in legno policromo in mano privata. Ottima strategia visto che aggiudicò l’opera per 5,2 milioni di euro. Certo, il tutto avvenne un decennio fa, ma un altro esemplare della stessa serie stavolta in bronzo, ma ben raro visto che ne esistono solo quattro di cui due conservati nei musei, ha fatto di nuovo la fortuna di Sotheby’s, a Londra, passando di mano per circa 5 milioni di euro ed era l’8 febbraio 2011.

Aggiudicazioni di alto livello si verificano di rado negli ultimi anni. Fa eccezione un Cavaliere del 1951, alto ben 1,2 m in cui l’uomo pare sul punto di cadere, come colto di sorpresa dall’imbizzarrirsi del cavallo, di cui ha perso totalmente il controllo. Potremmo immaginare qualsiasi evento catastrofico che abbia allarmato l’animale - e questo secolo ce ne ha forniti in abbondanza - o riflettere sul terrore del cavaliere che guarda al cielo alla vana ricerca di aiuto prima della caduta, inevitabile apparentemente.


Gentiluomo a cavallo (1937).

Christie’s ha aggiudicato quest’opera lo scorso 16 novembre a New York per 4 milioni di euro, una cifra senza dubbio ragguardevole, ma comunque inferiore di oltre un milione rispetto a quanto pagato per un’altra identica passata di mano sempre da Christie’s nell’Italian Sale di Londra del 14 ottobre 2010.

Le quotazioni di Marini sono insomma in flessione e basta un sguardo ai top lot per rendersi conto che risalgono tutti ad almeno un quinquennio fa. Si tratta ovviamente di sculture degli anni Cinquanta, perché quelle più giovanili e meno drammatiche si scambiano per cifre diverse. Un Gentiluomo a cavallo del 1937, con il cavaliere stilizzato ma distinto e saldamente in sella al suo animale - anche se i due guardano in direzioni opposte - è stato scambiato da Christie’s a Londra per circa 850mila euro nel lontano e più propizio 4 febbraio 2009. Stessa cifra per un Cavallo del 1939, quasi leonardesco per monumentalità e muscolatura, che ci osserva conscio della sua forza tutta muscolare (Christie’s, Londra, 21 giugno 2011). Peraltro, le aggiudicazioni scendono vertiginosamente per le opere di soggetto diverso, seppur storicamente rilevante.


Colpisce, per esempio, il prezzo contenuto di una piccola scultura di Pomona (la dea romana dei frutti), seppure la posizione sia intrigante, l’icona sia stata sviluppata gradualmente da Marini nel corso di tutta la sua fase giovanile, e seppure anche qui - come per il cavallo e il cavaliere - siamo di fronte a una rivisitazione di un’antica figura con l’attenzione tutta novecentesca per il ballo e le ballerine. È stata pagata in asta al massimo 22mila euro (Sotheby’s, New York, 28 maggio 2015), ma volendo la si poteva pagare molto meno in altre occasioni in cui è andata invenduta.

Il trend, quindi, è negativo, ma il valore assoluto dell’arte di Marini, la forza della sua Fondazione (autorità indiscussa autorità in merito alle autentiche), la presenza consolidata in importanti musei internazionali e anzi la creazione di musei dedicati tutti all’artista mettono al riparo le quotazioni da cadute importanti. Si tratta di aspettare con calma la giusta occasione e puntare su un’opera accessibile al proprio portafoglio, meglio se si ha la fortuna di portarsi a casa un iconico cavallo con cavaliere.

ART E DOSSIER N. 347
ART E DOSSIER N. 347
Ottobre 2017
In questo numero: AUTUNNO, TEMPO DI MOSTRE Jasper Johns a Londra, Marino Marini a Pistoia, Magritte a Bruxelles, Paul Klee a Basilea, Mägi a Roma, Caravaggio a Milano, Il Cinquecento a Firenze, I Longobardi a Pavia.Direttore: Philippe Daverio