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I COLORI
DI DELAUNAY

di Daniele Liberanome

Di solito Robert Delaunay si vende ben al di sotto del milione di euro, ma l’andamento delle quotazioni raggiunte dalle sue opere nel 2016 potrebbe far pensare a un cambiamento di rotta

La sua era arte pura, per dirla con Apollinaire, in sintonia con la frenesia del mondo moderno, ma passò gli ultimi anni da reietto. Se non fosse stato per la moglie artista e per i suoi importanti contatti, Robert Delaunay (1885-1941) sarebbe caduto nell’oblio. Eppure non difettava certo in originalità: esaltava il colore e il suo significato come fosse un espressionista, ma proponeva anche più sfaccettature dei soggetti come un cubista, e imprimeva pure un movimento come fosse un esponente del De Stijl. Si spiega così il suo andirivieni fra astrattismo e figurazione, anche se le opere più famose sono i quadri dalle forme circolari, variopinte, che riusciva a rendere inquietanti e in movimento. Per riuscirci non guardava alla musica come Kandinskij, non attribuiva come lui un significato e un suono a ogni colore; si era invece rivolto alle teorie sulla scomposizione della luce di Newton per come erano state sviluppate nell’Ottocento da Michel Eugène Chevreul. Quello scienziato, quando lavorava per la nota fabbrica tessile Gobelins, aveva definito una regola per gli accostamenti di colori, sfruttandone le caratteristiche. Aveva disegnato un cerchio in cui colori opposti, o complementari (come il rosso e il verde), creano luminosità e invitano l’occhio a soffermarsi; il contrario per i non complementari che invitano a spostare lo sguardo. Seguendo quindi queste leggi, Delaunay creava i suoi quadri in modo che l’occhio dello spettatore si spostasse con un ritmo da lui definito; così, oltre al puro piacere dato dall’ammirare l’insieme dell’opera a un primo impatto, i quadri di Delaunay diventano capolavori paragonabili a Mondrian.

Ma i prezzi in asta sono ben diversi. Se il top lot di Mondrian è stato aggiudicato per 50 milioni di euro e di recente (Christie’s, New York, 14 maggio 2015), per Delaunay si parla di 4,5 milioni di euro pagati nel 2000 per Les fenêtres simultanées (Sotheby’s, New York, 10 maggio). Il titolo fa riferimento alle due radici del lavoro di Delaunay: il movimento continuo dell’occhio dell’osservatore sulla tela dovuto all’accostamento di colori secondo le leggi di Chevreul, e il legame con il cubismo che porta Delaunay a dipingere la realtà per come la vede osservandola attraverso le finestre dipinte delle chiese medievali parigine, cioè con diverse sfaccettature. La maggior parte delle tele di quella serie sono custodite in musei come il Solomon R. Guggenheim Museum di New York o il Kunstmuseum di Basilea, per cui Sotheby’s aveva avuto buon gioco a strappare un’aggiudicazione importante.

Interesse riscuotono anche le tele della serie Tour Eiffel, sia quelle a maggior matrice cubista sia quelle con più tendenza al colorismo. Al primo gruppo appartiene il prezioso e raro acquerello La Tour simultanée del 1910-1911, in cui è presentato il soggetto da diverse angolature e le tinte sono poco brillanti come usavano Picasso o Braque a quei tempi. Offerto da Christie’s a New York un paio di anni fa (11 maggio 2015) è stato venduto per 2,1 milioni di euro nonostante sia su carta. Nel secondo gruppo rientra Tour Eiffel del 1926, in cui l’accento è posto sulle tessere di colori, perlopiù non complementari, che compongono il quadro fino a rendere l’architettura quasi irrilevante. Il 7 febbraio 2012 Christie’s di Londra l’ha piazzato per 4,4 milioni di euro, raddoppiando la stima.

Ma spuntano buoni prezzi anche i quadri degli anni Trenta, chiaramente astratti, con forme circolari e colori affiancati in modo sapiente. Rythme, Joie de vivre è uno di questi, espressione di una società in continuo mutamento come quella in cui viviamo, diviso in quattro quarti con sfondi diversi per intensificare l’idea del cambiamento e del movimento. Delaunay lo dipinse mentre gran parte dei suoi colleghi erano tornati al figurativo, quando lui era divenuto fuori moda. Di recente l’opera è stata venduta per 2,3 milioni di euro (Sotheby’s, Parigi, 4 dicembre 2014) anche grazie alle sue notevoli dimensioni (2 x 2 metri).
Quotazioni così elevate potrebbero trarre in inganno: di solito Delaunay si vende ben al di sotto del milione di euro, anzi solo in una decina di casi quella soglia è stata superata. 


Tour Eiffel (1926).

Peggio ancora, diversi indizi sembrano indicare che il suo mercato sia in decrescita. L’uomo con un tulipano (Ritratto di Jean Metzinger) costituisce testimonianza importante del primo Delaunay, pienamente figurativo, divisionista e legato a Seurat e Cézanne. Si potrà dire che non è opera tipica e immediatamente riconoscibile, ma è rara e significativa dal punto di vista della storia dell’arte, tanto che quando Christie’s la presentò la prima volta a Londra il 28 giugno 2000 ottenne ben 2,8 milioni di euro, oltre le aspettative. Ma quando la ripresentò il 9 maggio 2007 a New York rimase delusa: la aggiudicò per 2,1 milioni, ben al di sotto delle stime.

Del resto, fra i dieci top lot, solo quattro sono stati offerti nell’ultimo decennio e le vendite di opere importanti latitano. Negli ultimi tempi vengono proposti in asta in tutto il mondo al massimo quattro quadri di Delaunay all’an- 79 no, assai meno che nel periodo precedente. Eppure proprio il 2016 potrebbe far pensare a un cambiamento di rotta: l’interessante Omaggio a Blériot, del 1914, in parte figurativo ma con ampi riferimenti allo stile tipico di Delaunay, è passato di mano per 1,4 milioni di euro (Christie’s, New York, 16 novembre 2016); un Caraffa, studio, simile seppur chiaramente meno interessante, è stato sì aggiudicato per 360mila euro (Sotheby’s, Parigi, 1° giugno 2016) ma era andato invenduto nel 2000 e piazzato il 2 maggio 1996 per 90mila euro da Sotheby’s a New York. Qualche quadro esaltante di Delaunay potrebbe presto ricomparire sul mercato, a beneficio di collezionisti e amanti.

ART E DOSSIER N. 344
ART E DOSSIER N. 344
GIUGNO 2017
In questo numero: MOSTRE PER L'ESTATE Hirst a Venezia, Indiana a Lugano, Documenta ad Atene, Giacomelli a Bergamo, Il colore a Rivoli e a Torino. Picasso a Parigi e a Napoli, Sassoferrato a Perugia, Il Colosseo a Roma. Bergamo celebra Baschenis. In ricordo di Kounellis. Direttore: Philippe Daverio