Luoghi da conoscere
Palazzo Fulcis a Belluno

QUANDO LA CITTÀ
SI SPECCHIA

La riapertura di palazzo Fulcis a Belluno, nuova sede delle civiche collezioni d’arte, ha restituito alla comunità anche uno spazio da vivere nel quotidiano e un’importante attrattiva per il turismo culturale nel territorio dolomitico.

Ilaria Ferraris

Il settecentesco palazzo Fulcis ha riaperto da pochi mesi, come nuova sede delle collezioni d’arte del Museo civico, dopo un restauro che è il punto di arrivo di un progetto cominciato più di trent’anni fa: oltre al recupero dell’edificio - la facciata, lo scalone, i pavimenti, gli stucchi, gli affreschi -, un intervento museografico e museologico rispettoso e funzionale ha ricavato tremila metri quadrati di spazio espositivo, su cinque piani, che può ospitare le oltre seicento opere della raccolta permanente, mostre temporanee e attività didattiche. La veste settecentesca del palazzo, residenza della della famiglia Fulcis, si deve agli interventi intrapresi nel 1702, quando Pietro Fulcis diventa cavaliere di Malta, e all’ampliamento del 1776, in occasione del matrimonio tra Guglielmo Fulcis e la contessa trentina Francesca Migazzi de Waal.

È in questa circostanza che sono realizzati, su progetto dell’architetto bellunese Valentino Alpago Novello, l’elegante facciata con i due portali d’accesso, lo scalone e lo scenografico Salone d’onore a doppia altezza con gli affreschi di Costantino Cedini, gli stucchi dell’alcova e i pavimenti in seminato a motivi rococò. È coevo anche il Camerino decorato a stucchi, in una parte del palazzo tuttora di proprietà privata e ancora in attesa di restauro.

Gli interventi di trasformazione si sono susseguiti ancora per tutto il secolo successivo, fino all’acquisto del palazzo, nel 1882, da parte di Gaetano de Bertoldi.


Il percorso espositivo è stato pensato sostanzialmente in ordine cronologico e per fondi collezionistici


Come racconta il conservatore Denis Ton, già in un articolo del 18 ottobre 1981 - sul “Gazzettino”, l’articolo era intitolato Un palazzo attende - Antonio Paolucci aveva portato all’attenzione del pubblico la necessità del recupero di palazzo Fulcis per la città. Tra il 1982 e il 1988 il Comune di Belluno ha effettivamente acquisito il palazzo, dando il via agli studi preliminari per adattarlo a sede delle raccolte civiche. Dopo la cessione del palazzo nel 2002 a Fondazione Cariverona, che si è impegnata a restaurarlo a proprie spese e a cederlo in comodato al Comune, è stata avviata nel 2009 la fase progettuale del restauro, in seguito alla quale sono stati compiuti anche alcuni scavi nel cortile, con l’eccezionale scoperta di una necropoli longobarda databile tra VI e VII secolo.
La caratteristica principale dell’intervento, come evidenziano lo stesso Ton e l’architetto Antonella Milani, è stata quella di armonizzare e integrare al meglio le collezioni civiche - espressione delle peculiarità artistiche del territorio, acquisite nel tempo principalmente attraverso donazioni e conservate fin dal 1876 nel palazzo dei Giuristi - all’interno degli spazi del palazzo, così fortemente connotati dal punto di vista architettonico e decorativo, preservando al massimo, con la leggerezza dell’allestimento, il notevole valore artistico ed estetico degli ambienti e delle opere esposte rispetto a quello meramente documentario.


Il Salone d’onore.

Sebastiano Ricci, La caduta di Fetonte (1700 circa), allestita negli spazi del sottotetto di palazzo Fulcis.


Bartolomeo Montagna, Madonna col bambino (1490-1500).

Il percorso espositivo è stato pensato sostanzialmente in ordine cronologico e per fondi collezionistici, e si snoda a partire dal primo piano nei due piani superiori: da dipinti di maestri bellunesi del Quattro e Cinquecento, come Bartolomeo Montagna, Domenico Tintoretto, Matteo Cesa, si giunge a opere di artisti di rilevanza internazionale del Sette e Ottocento, come Marco e Sebastiano Ricci, agli intagli del “Michelangelo del legno” Andrea Brustolon, ai paesaggi di Ippolito Caffi, ma anche a porcellane, argenti, bronzetti e placchette rinascimentali, disegni e incisioni, gioielli, sculture dell’Ottocento.
Fra i pezzi più rappresentativi, le tre enormi tele di Sebastiano Ricci con la Caduta di Fetonte, Ercole e Onfale ed Ercole al bivio, ora esposte negli spazi restaurati del sottotetto, dove l’altezza adeguata permette di apprezzarne le proporzioni spettacolari, con un allestimento essenziale che si vuole considerare solo temporaneo, in attesa dell’acquisizione dell’ala settentrionale del palazzo che consentirebbe di riposizionarle nel Camerino, dove si trovavano in origine. Questa acquisizione dovrebbe consentire anche di esporre la raccolta di arte del Novecento.
Sempre nel sottotetto, gli spazi riservati alle esposizioni temporanee sono stati inaugurati con una mostra piccola ma d’eccezione: è tornata a Belluno fino al 1° maggio scorso, dopo oltre centocinquant’anni, la Madonna Barbarigo di Tiziano, appena restaurata, in prestito dall’Ermitage. L’opera del maestro cadorino, che Tiziano conservò nella propria casa fino alla morte, è stata affiancata da due dipinti, sempre di Tiziano, di soggetto analogo, una proveniente dalle Gallerie degli Uffizi, l’altra dal Szépmüvészeti Múzeum di Budapest.

L’intervento di recupero e riallestimento di palazzo Fulcis, costato complessivamente oltre otto milioni di euro e realizzato con il supporto di Cariverona, rappresenta solo una tappa di una serie di iniziative volute dalle amministrazioni cittadine degli ultimi anni («una scelta strategica » è stata definita dal sindaco Jacopo Massaro insieme all’assessore alla cultura Claudio Alpago Novello; uscenti, visto che le elezioni comunali si terranno l’11 giugno) per restituire alla città i luoghisimbolo del proprio patrimonio artistico e culturale: per palazzo Crepadona, ora Biblioteca civica, sono stati stanziati quasi tre milioni di euro per il restauro e per allestire anche un Centro giovani con mediateca, previa la rimozione del “cubo” di Mario Botta - residuo dell’allestimento della mostra su Tiziano del 2007 - dal cortile; così come è stata decisa la destinazione a Museo naturalistico dell’ex caserma, è avviata la conclusione di una parte del restauro dell’auditorium come “Casa della musica” e sono già in corso i lavori a palazzo Bembo per la realizzazione del nuovo Museo archeologico.
In tempi in cui i fondi per la cultura non abbondano, la città di Belluno ha saputo investire sulla valorizzazione intelligente di un patrimonio che non vuole essere solo un richiamo, seppure di qualità, per il turista in transito verso la vicina Cortina d’Ampezzo, ma anche un luogo vivo per la crescita culturale della cittadinanza, che si rispecchia nella propria storia, stimolo e sostegno per le generazioni future.

Palazzo Fulcis - Museo civico di Belluno

via Roma 28
telefono 0437-956305
mubel.comune.belluno.it

ART E DOSSIER N. 344
ART E DOSSIER N. 344
GIUGNO 2017
In questo numero: MOSTRE PER L'ESTATE Hirst a Venezia, Indiana a Lugano, Documenta ad Atene, Giacomelli a Bergamo, Il colore a Rivoli e a Torino. Picasso a Parigi e a Napoli, Sassoferrato a Perugia, Il Colosseo a Roma. Bergamo celebra Baschenis. In ricordo di Kounellis. Direttore: Philippe Daverio