Abbiamo vissuto tante storie insieme, con Jannis e Michelle - degna compagna di un uomo straordinario -, fin dal 2002, quando lo avevo invitato alla mostra Incontri alla Galleria Borghese, dove aveva dialogato con il suo amato Caravaggio. Poi, nel 2011, al conventino di Monteciccardo, perduto tra le verdi colline marchigiane, e infine al Centro arti visive Pescheria di Pesaro nell’estate del 2016 per celebrare il ventennale della fondazione della Pescheria. Stimolato dallo spazio, un’ex chiesa dodecagonale, Kounellis aveva realizzato (Senza titolo, 2016) una sorta di corteo, composto da un convoglio di carrelli coperti da cappotti da uomo, che viaggiavano su un binario circolare, trainati da un cavallo accompagnato da una persona in abito scuro. «La prima cosa che mi ha colpito è stata la chiesa, con la sua geometria particolare, che mi ha suggerito l’idea del binario circolare che non ha fine né inizio»(3), ha spiegato l’artista. È un’immagine forte e intensa, quasi un rito funebre che si ripete senza direzione e senza tempo. Un ricordo del mondo industriale del secolo scorso, con i treni delle miniere ma anche la tragedia dei vagoni diretti verso i campi di concentramento.
La presenza del cavallo ricorda l’opera Senza titolo (1969) composta da dodici cavalli vivi presentati presso la galleria L’Attico, a Roma, per quattro giorni, anche se nella mostra pesarese l’animale non viene considerato in sé, per i suoi legami con la natura o con la storia dell’arte, bensì come elemento di una narrazione, di un racconto. Una sorta di archetipo del momento di passaggio tra società agricola e industriale, che l’artista ha voluto fissare con questa visione, suggerita dalla struttura architettonica della chiesa. «Il problema fondamentale è il rapporto con gli spazi, che non sono vuoti ma possiedono una memoria, e sono abitati da fantasmi. I fantasmi condizionano il tuo fare, ostacolano un’immaginazione troppo libera e non legata alla memoria dei luoghi. Quest’opera è un rito senza fine, mi ricorda i funerali napoletani», aggiunge Kounellis.