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NON MEDIOCREEPPURE POCO QUOTATO

di Daniele Liberanome

L’altissimo prezzo di vendita dell’Alzaia è un caso unico per le opere di Signorini. Le sue valutazioni oscillano, al massimo, tra i 100 e i 200mila euro

Ogni quadro una storia, non banale. Questo riserva Telemaco Signorini (1835-1901), attento a cogliere momenti di vita soprattutto nell’Italia in profonda trasformazione di fine Ottocento, senza fare ricorso a scene trite e ritrite, a figure che sembrano macchiette, come facevano tanti pittori di quegli anni e dei secoli precedenti. Nessuno oggi immaginerebbe che nella zona antistante al parco delle Cascine a Firenze esistesse un’alzaia, un’area parallela al letto del fiume in cui le barche venivano trascinate a braccia, controcorrente, per superare il dislivello. Signorini rende la fatica degli uomini intenti a quel lavoro, dipingendo i protagonisti in primo piano nella posa di animali da soma, mentre lo sfondo è deserto se non per la presenza di qualche casa in lontananza e di una figura ben vestita che sembra guardare in avanti con disinteresse. Sono evidenti gli echi degli scritti di protesta sociale di Proudhon: del resto l’opera è dei primi anni Sessanta, periodo durante il quale l’artista miscela le lezioni apprese nel soggiorno parigino con la profonda conoscenza degli spazi dovuta al suo ritorno nella nativa Firenze. L’alzaia ha portato grande soddisfazione a Sotheby’s di Londra: il 18 novembre 2003 l’ha aggiudicata per 3,5 milioni di euro, venti volte la stima che pur pareva corretta. Un rialzo del genere, un prezzo così fuori mercato, farà arricciare più di un naso. L’acquirente è risultato essere l’importante gallerista parigino Jean-Luc Baroni, che si è tenuto il quadro per qualche tempo; poi, a cavallo fra il 2009 e il 2010, l’ha dato in prestito a palazzo Zabarella (Padova) per la mostra Telemaco Signorini e la pittura in Europa, infine inaspettatamente è riuscito a venderlo a un collezionista privato. Al di là di questo dipinto e della sua peculiare valutazione, le opere di Signorini si scambiano al meglio fra i 100 e i 200mila euro. In proposito si guardino i risultati dell’asta di Christie’s a Roma del 28 novembre 2005. Venne allora offerta innanzitutto Una via di Firenze (La casa di Dante da Castiglione nel mercato vecchio di Firenze) del 1881, uno dei quadri dedicati da Signorini a quello scorcio di Firenze prima che venisse abbattuto. Anche se gli edifici occupano gran parte della tela, interessanti sono le due figure - un uomo ben vestito che cammina con sicurezza e una massaia che sporge dalla porta d’ingresso di una casa - a dimostrare il convivere di anime diverse in quel quartiere. Il quadro era stato esposto alla 24. Biennale di Venezia (1948) e infatti si trovava in una collezione della laguna (Mino Forti). Stimato 60-90mila euro, il dipinto fu aggiudicato per 160mila euro. Anche il lotto successivo nella stessa asta di Christie’s a Roma era un Signorini e per l’esattezza Il mercato vecchio a Firenze sempre del 1881; partito dalla stessa stima di 60-90mila euro, venne aggiudicato per oltre 110mila euro. Più di recente, ma si tratta comunque dell’11 giugno 2012, Sotheby’s di Londra ha offerto Chiacchiericci a Riomaggiore, frutto dei lunghi periodi trascorsi da Signorini nel paesino ligure e della sua conoscenza personale con le donne del posto, ritratte com’erano, non in una posa accademica lontana dalla realtà. L’anno di creazione è ancor più tardo, intorno al 1892, ma il quadro era stato spesso esposto e studiato in interessanti monografie, per cui il prezzo ha sfiorato i 200mila euro. Peculiare è poi il caso di Una strada italiana, scena con numerosi commercianti, finito in Inghilterra e quindi presentato il 23 febbraio 2000 da Dreweatt Neate, una casa d’asta tanto piccola che si è poi fusa con Carter Jonas. Il dipinto non era altro che una 79 versione più piccola del ben noto Il ghetto a Firenze (1882, Roma, La Galleria nazionale). È stato venduto per 140mila euro, cifra contenuta per un quadro di questa importanza storica e artistica. 

Ma tutti questi risultati d’asta ci collocano nel segmento alto del mercato; spesso un Signorini si può acquistare per molto meno, specie negli ultimi tempi in cui tutto l’Ottocento attrae poco i collezionisti. Recentemente, il 15 ottobre scorso, la Galleria Pananti di Firenze ha offerto Via di Barberino, opera ricca di tutti gli elementi del tardo Signorini, inclusi i passanti ripresi di spalle, i colori tendenti verso lo scuro, la pennellata veloce. La stima di 50-70mila euro mostrava già un ribasso rispetto alle valutazioni di inizio decennio, e andava considerata corretta; l’aggiudicazione è però avvenuta a 48mila euro - prezzo interessante per l’acquirente ma, incredibilmente, il più alto registrato in asta da Signorini in tutto il 2016. E che dire di Canale veneziano presentato il 2 marzo sempre dello scorso anno? È opera più giovanile, e quindi meno preziosa, ma il soggetto è di quelli accattivanti, perfetto per un bel salotto con i suoi colori più brillanti; l’importanza della casa d’asta che lo gestiva, Bonhams, e della piazza, Londra, poteva far sperare in una buona vendita. Il prezzo finale è stato fissato a 38mila euro, a livello della stima minima. Come dire che potrebbe essere il momento buono per portarsi a casa il quadro di un grande come Signorini per una cifra più che ragionevole.


L'alzaia (1864).


Chiacchiericci a Riomaggiore (1892 circa).

ART E DOSSIER N. 343
ART E DOSSIER N. 343
MAGGIO 2017
In questo numero: BIENNALE DI VENEZIA Tutto quel che c'è da vedere con un'intervista alla curatrice, Christine Macel. OTTOCENTO FELIX La Parigi domestica della borghesia. SAVE ITALY Bilancio di secoli di arte venduta. IN MOSTRA Mondrian all'Aja, Modigliani a Genova, Monet a Basilea, Boldini a Roma.Direttore: Philippe Daverio