Grandi mostre. 5
Giovanni Boldini a Roma

LA DAMA DI PALERMOALL’INCANTO

L’esposizione al Complesso del Vittoriano dedicata a Giovanni Boldini punta i riflettori sul Ritratto di Donna Franca Florio, ora di nuovo all’asta. Forte la reazione nel nostro paese.
Toni particolarmente accesi in Sicilia, patria della famiglia Florio, dove l’opera è rimasta per otto anni.

Anna de Fazio Siciliano

È il bel dipinto della celebratissima Donna Florio la punta di diamante della mostra romana dedicata a Giovanni Boldini (Complesso del Vittoriano, fino al 16 luglio) . Il ritratto che si trova al secondo piano della densa esposizione, eseguito tra varie vicissitudini dal 1901 al 1924, ha riaperto un caso scoppiato due anni fa, perché è di nuovo in vendita dopo un periodo di permanenza presso un deposito di massima sicurezza a Vicenza. L’opera rientra tra i beni del Gruppo Acqua Marcia, titolare di Amt Real Estate Spa, che detiene a sua volta la proprietà di alcuni degli alberghi siciliani più famosi, compreso il Grand Hotel Villa Igiea di Palermo dove si trovava il dipinto. La cifra, per chi si aggiudica la “regina di Palermo”, è da capogiro: 1 milione di euro la base d’asta. La messa all’incanto, presso la Casa d’aste Bonino (Roma), ha inevitabilmente scatenato una violenta reazione da parte di cittadini e intellettuali, da Vittorio Sgarbi a Nello Musumeci, che si è propagata, in Sicilia, in modo virale e viscerale. Slogan, petizioni e raccolte fondi hanno unito i palermitani e trovato una sponda nella stessa Casa d’aste incaricata della vendita, che ha portato il caso all’attenzione nazionale attraverso i mezzi di comunicazione e l’accordo con il Complesso del Vittoriano per dare al dipinto un risalto pubblico che, raramente, un’opera d’arte ha avuto nelle aste italiane e che rappresenta un esempio rimarchevole, sotto il profilo della trasparenza, per future aste giudiziarie.


Ritratto di Donna Franca Florio (1901-1924).

La storia del quadro è tutta
fuori, non solo da Palermo
ma anche dall’Italia


Quello che coinvolge la “dama di Palermo”, ovvero Franca Florio, nata Jacona della Motta dei baroni di San Giuliano, al di là di ciò che può sembrare, non è tuttavia un caso di espropriazione di opere del patrimonio artistico siciliano. Anche se il dipinto sembrerebbe togliere un altro pezzo di quel patrimonio, più volte saccheggiato, che ha visto nei secoli perdere capolavori come il Mantello di Ruggero (ora al Kunsthistorisches di Vienna), lo Spasimo di Sicilia di Raffaello (al Museo del Prado) e la Natività di Caravaggio (dispersa dopo il furto del 1969), in Sicilia il Ritratto di Donna Franca Florio venne tutt’al più abbozzato dall’artista, per la sola parte del volto, durante un soggiorno durato tra nove e undici giorni, nel 1901, ed è rimasto a Palermo solo otto anni, dal 2006 al 2014. Forse a seguito di una prima discussione con il committente, Boldini portò la tela non finita a Parigi, dove poté dedicarsi allo splendido abito nero che l’opera mostra alla Biennale di Venezia, nel 1903. Una curiosità: il dipinto fu mandato da Boldini alla Biennale, col consenso dei Florio, perché fosse il pubblico a giudicarne la qualità: solo se fosse piaciuto Don Ignazio Florio avrebbe pagato la salata fattura del pittore. Piacque, ma non vi fu pagamento. Forse per questa ragione nel 1924 Boldini vende l’opera a Maurice de Rothschild, direttamente o per il tramite della celebre galleria Wildenstein, che la espone a New York già nel 1933. La storia del quadro è dunque tutta fuori non solo da Palermo, ma anche dall’Italia: prima Parigi, poi Ginevra, poi New York, dove pochi anni prima del passaggio del millennio appare due volte in asta, nel 1995 da Christie’s, proprio nell’asta della collezione di Maurice de Rothschild, e nel 2005 da Sotheby’s dove viene acquistato dal patron del Gruppo Acqua Marcia, Francesco Bellavista Caltagirone. Amante della Sicilia e scaltro imprenditore, Bellavista Caltagirone mise il quadro pur sempre nella sala da pranzo del bel villino liberty, l’Hotel Villa Igiea. 

Adesso finalmente, proprio grazie al ritorno sul mercato, potrà trovare una collocazione più dignitosa: magari una prestigiosa fondazione italiana che sia pronta a riportarlo a Palermo, e darlo in prestito alla Galleria d’arte moderna. E questo, non perché l’opera sia mai veramente appartenuta alla città, ma perché Franca insieme al marito Ignazio hanno importato la modernità nell’antica Panormos. Non è solo una speranza se si considera che la città si prepara a diventare la Capitale della cultura nel 2018 e che, nel corso di quattro generazioni, la famiglia Florio ha investito somme enormi per realizzare il sogno di far vivere a Palermo la Belle epoque parigina. Pionieri tra due secoli (1830-1915 circa) di avventurose imprese commerciali, marittime, culturali - dalla costituzione di flotte commerciali e cantieri navali, di tonnare, banche e saline fino ai grandi alberghi e, non da ultime, le cantine vinicole del Marsala e l’istituzione della gara automobilistica Targa Florio, che fece conoscere per la prima volta il bel paesaggio delle Madonie -, i Florio hanno risollevato le sorti di Palermo. La città ha vissuto una stagione di splendore grazie allo stile di vita moderno e di raffinata eleganza della famiglia. Un modello di lusso estremo incarnato dalla lunga collana che proprio Franca indossa nel ritratto in questione. Il gioiello (fatto su misura) è composto da trecentossessantacinque perle. Tante, troppe e talmente rare da far impallidire, come dicono le fonti del tempo, persino la regina d’Italia.


Ritratto di Donna Franca Florio, particolare (1901-1924).

LA MOSTRA

Con oltre centocinquanta opere il Complesso del Vittoriano (Roma, via di San Pietro in Carcere, orario 9.30-19.30, venerdì e sabato 9.30-22, domenica 9.30-20.30, www.ilvittoriano. com) propone fino al 16 luglio un’esposizione che ripercorre la carriera di Giovanni Boldini (1841-1931), esponente di spicco della pittura italiana e internazionale dell’Ottocento. Il progetto, che vede accanto al maestro ferrarese una trentina di artisti a lui contemporanei come Telemaco Signorini, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe de Nittis, James Tissot (solo per citarne alcuni), è suddiviso in quattro sezioni: “La luce nuova della macchia (1864-1870)” con dipinti che evidenziano i proficui scambi tra Boldini e i macchiaioli durante il suo lungo soggiorno fiorentino; “La Maison Groupil tra chic e impressione (1871-1878)” a dimostrazione della frequentazione di Boldini nelle file degli artisti della Maison Goupil e delle sue prime sperimentazioni “en plein air”; “La ricerca dell’attimo fuggente (1879-1890)” a conferma che Parigi (dove Boldini si trasferisce nel 1871) è la città dalla quale rimane più affascinato: dal contatto con l’alta borghesia e la nobiltà cittadina nasce una galleria di ritratti fra i quali La contessa de Rasty a letto (1880 circa) e Donna elegante seduta (1880 circa), ma anche scorci urbani di vita notturna; “Il ritratto della Belle Epoque (1892-1924)” dove si illustra come l’artista sia riuscito con una straordinaria abilità nell’uso del colore e del disegno a esaltare la bellezza femminile dell’epoca, facendo emergere non solo gli aspetti estetici più vistosi ma anche quelli più nascosti e interiori. Tra i ritratti esposti, Signora in abito giallo (1893 circa), Ritratto di Josefina Alvear de Errazuriz (1892) e Ritratto dell’attrice Reichenberg (1895 circa). Accompagna la mostra, curata da Tiziano Panconi e Sergio Gaddi, un catalogo edito da Skira.


L’amico fedele (1872 circa).

Ritratto di Josefina Alvear de Errazuriz (1892);


Signora bionda in abito da sera (1889 circa), Parma, Fondazione Cariparma.

Il vestito da ballo (Signora che cuce; Interno con giovane intenta a cucire) (1904 circa), Parma, Fondazione Cariparma;


Coppia in abito spagnolo con due pappagalli (1873 circa), Genova Collezione d’arte Banca Carige.

ART E DOSSIER N. 343
ART E DOSSIER N. 343
MAGGIO 2017
In questo numero: BIENNALE DI VENEZIA Tutto quel che c'è da vedere con un'intervista alla curatrice, Christine Macel. OTTOCENTO FELIX La Parigi domestica della borghesia. SAVE ITALY Bilancio di secoli di arte venduta. IN MOSTRA Mondrian all'Aja, Modigliani a Genova, Monet a Basilea, Boldini a Roma.Direttore: Philippe Daverio