Cortoon


SHAUN TAN:
KAFKA SULLA SPIAGGIA
DI MELBOURNE

di Luca Antoccia

In patria è un fenomeno di culto al punto che su The Lost Thing sono state allestite mostre, spettacoli teatrali e copiosi materiali didattici. Illustratore, disegnatore, storyteller australiano ma di origine malese, Shaun Tan insieme al co-regista Andrew Ruhemann vinse il premio Oscar per il miglior corto di animazione nel 2011 con The Lost Thing ma già il libro omonimo e altri come L’approdo (The Arrival, 2006) lo avevano imposto nel mondo della graphic novel per la sua innovatività. Basti pensare che quest’ultimo, da poco “tradotto” in Italia con una splendida edizione da Tunuè, è un libro senza parole, segno di una fiducia illimitata nel potere narrativo delle immagini. Il corto del 2011 The Lost Thing (in cui una strana cosa-creatura appare un giorno su una spiaggia) modifica in parte il libro per un racconto il cui particolare fascino visivo in alta definizione è dovuto al mix di digitale e manuale: le tavole a olio, acrilico e collage dell’originale sono il materiale di partenza per le animazioni digitali così da produrre quella texture ricchissima che colpisce già a una prima visione e spinge a rivedere il film più volte in un vero stupore visivo. Il corto ammicca al libro a volte passando da un frame a un altro come si trattasse di scorrere un album di foto o appunto un libro di illustrazioni. Alcuni passaggi sono diversi: il narratore non parla più con la cosa sulla spiaggia ma ci gioca (scelta più congeniale alle esigenze di un film). Il kafkiano ufficio degli oggetti smarriti (Department of Odds & Ends) è spettacolarizzato da luci e inquadrature dall’alto. Libro e film onorano entrambi al massimo il medium prescelto: il libro costituendosi come oggetto prezioso nelle mani del lettore e praticamente infinito, grazie alla quantità di spunti presenti negli sfondi-cornice. Il film, come un altro Oscar, Mr. Hublot, è una parabola sull’altro e sul diverso in una società alienata e distratta, ed è non caso dedicato a «quelli che hanno cose più importanti cui prestare attenzione».


Frame da The Lost Thing (2011), di Shaun Tan, con la co-regia di Andrew Ruhemann.


Frame da The Lost Thing (2011), di Shaun Tan, con la co-regia di Andrew Ruhemann.

ART E DOSSIER N. 340
ART E DOSSIER N. 340
FEBBRAIO 2017
In questo numero: VISIONI ALTERNATIVE Gli zingari nell'arte. Dentro l'opera: leggere l'arte contemporanea. Beard: animali in scena. Il design di Enzo Mari. La fotografia di Mario Cresci. IN MOSTRA Caravaggio e natura morta a Roma, Art Deco a Forlì, Avanguardie russe a Londra, Manzù e Fontana a Roma.Direttore: Philippe Daverio