Cortoon


VIDEODRONE.
THE BIG ARUNA

di Luca Antoccia

Una recente mostra al Museion di Bolzano, curata da Letizia Ragaglia, ha fatto conoscere in Italia uno degli artisti più crossmediali, Korakrit Arunanondchai (1986). Nato in Thailandia trent’anni fa, ha esposto a New York, Los Angeles, Londra e Parigi. Abita e lavora tra New York e Bangkok, vivente esempio di contaminazione tra Oriente e Occidente. La mostra, accanto alle opere “da cavalletto”, proponeva alcuni interessanti video uno dei quali, Painting with History in a Room Filled with Men with Funny Names 3 (2558-2015), costituisce il terzo episodio di una trilogia iniziata da Arunanondchai attorno al 2012. Tradizione e innovazione, consumo e consumismo (anche di immagini: alcune prese da Instagram) e ascesi spirituale, natura lussureggiante e giungla urbana sono intrecciate in modo indissolubile anche grazie all’idea di fondo di utilizzare un fitto dialogo con uno spirito chiamato Chantri e che l’artista identifica con un drone che riprende molte delle immagini. L’idea che un drone, una delle massime espressioni della tecnologia oggi, sia, in quanto sguardo disincarnato e sovrumano, l’essenza dello spirito pare uno di quei ribaltamenti geniali, in un mondo fatto di superati dualismi. Il regista racconta in una sorta di autofinzione il percorso di apprendistato di una specie di alter ego - il pittore di tele di jeans (Denim painter). Ed è per questo che il titolo allude ai maestri con nomi strani (a un orecchio thailandese) che hanno fatto la storia dell’arte mondiale. Il video ha nel titolo l’anno di produzione secondo il calendario buddista, in cui l’anno 1 corrisponde all’anno 543 a.C. (anno della morte di Budda); così 2555 corrisponde al 2012 per un omaggio al buddismo, una delle forze profonde del film. L’interconnessione di tutte le cose, un senso di circolarità e di trascendenza, l’assenza di dualismi rendono questo film uno sguardo sul futuro della visione e allo stesso tempo, complici dei grandi cuscini e la cura della “cornice” espositiva (vetri rossi e blu schermano la luce da fuori), un’esperienza di intensa suggestione e immersività.

ART E DOSSIER N. 338
ART E DOSSIER N. 338
DICEMBRE 2016
In questo numero: PHILIPPE DAVERIO: la volta che mostrai a Warhol il Cenacolo di Leonardo. AI WEIWEI: l'intervista. IN MOSTRA Dietro la tenda a Düsseldorf, Miniature a Venezia, Rubens a Milano, Tancredi a Venezia, Warhol a Genova, Lindbergh a Rotterdam, Bob Wilson a Varese.Direttore: Philippe Daverio