Grandi mostre. 2
Il sogno a Marsiglia

viaggio notturno
in un mondo parallelo

L’arte che sceglie le vie oniriche dell’irrazionale, delle visioni, degli incubi è oggetto di una mostra al Musée Cantini. Un percorso tra le inquietudini più nascoste degli ultimi due secoli.

Claudio Pescio

Artisti di ogni tempo e diverse latitudini hanno affidato al sogno l’incarico di spiegare l’inesplicabile, di rivelare ciò che nella realtà è invisibile, di risolvere misteri, di aprire le porte dell’anima (o dell’inconscio) a un accesso altrimenti negato. Nelle Scritture e nella letteratura tra Medioevo e Rinascimento il sogno è profetico, mette in guardia, rivela altri mondi; spesso onirico e visionario confondono i reciproci confini. Ma molto presto è al sogno che si affida ciò che è oggetto di turbamento: l’eros, in primo luogo, ma anche tutto ciò che terrorizza. E l’incubo popola pagine di narrativa romantica, invade le arti visive e arriva fino alla contemporaneità mantenendo praticamente intatte tutte le valenze che abbiamo appena elencato(*).

La mostra organizzata adesso a Marsiglia - Le Rêve (Il sogno) - mette a fuoco il rapporto tra arte e sogno nel corso del Novecento e nell’arte contemporanea. Più di cento opere tra dipinti, sculture e opere grafiche, distribuite in otto sezioni tematiche: Sonno, Notturni, Sogno, Fantasmi, Incubo, Allucinazione, Jeu de Marseille, Risveglio.

Il sogno è profetico, mette in guardia, rivela altri mondi


Sezioni che descrivono un percorso che inizia con figure dormienti di Rodin, Redon, Picasso, Vallotton, Dalí, Magritte e si chiude idealmente affacciandosi a un inquietante balcone che si apre di traverso sulla baia di Hong Kong, opera di Philippe Ramette (tanto più inquietante se si pensa che non si tratta di un trucco ma di una vera immagine fotografica, frutto di una messa in scena al tempo stesso quindi “reale” ma del tutto irreale).
Il viaggio inizia con le visioni notturne di Victor Hugo e di William Degouve de Nuncques, le nebbiose, spiritiche ambientazioni di Léon Spillaert e le foreste popolate di strane creature di Max Ernst.

Alfred Kubin, L’orrore (1903), Linz, Lentos Kunstmuseum;


Hans Bellmer, La bambola (1935).


Francisco Goya, Incubo (1815 circa), Marsiglia, Musée des Beaux-Arts.

L’esperienza espositiva affronta i primi decenni del XX secolo indagando gli apporti che la psicoanalisi ha fornito alle elaborazioni surrealiste attorno alla possibilità di scandagliare l’inconscio per scoprire quanto sta al di là dei confini e delle possibilità della ragione; qui incontriamo Victor Brauner, Yves Tanguy, ancora Salvador Dalí con i suoi paesaggi paranoici, Man Ray.

Proseguendo nel percorso, fantasmi femminili accendono desideri inaccessibili se non a prezzo di indicibili orrori: ne testimoniano qui Wilhelm Freddie, Félix Labisse e le Bambole di Hans Bellmer. Incubi e visioni infernali sono a un passo e prendono la forma della Pesadilla (Incubo, appunto) di Francisco Goya o dei lavori di Marcel Berroneau, o degli insetti di Germaine Richier. Non meno ansiogena l’esperienza onirica in stato di veglia, fonte di psichedelie allucinatorie che comprendono le esperienze creative alla mescalina di Henri Michaux, le sperimentazioni fotografiche di Raymond Hains e la Dreamachine di Brion Gysin (1961), che si propone come «l’unica opera d’arte da guardare a occhi chiusi» (si chiudono le palpebre e si fissa una lampada che si accende e si spegne). La sezione numero sette presenta il Jeu de Marseille, un gioco di carte ispirato ai tarocchi marsigliesi, inventato nel 1941 da un gruppo di surrealisti tra i quali Masson, Lamba, Brauner, Breton, Ernst, Lam. Al risveglio, oltre al Balcone di Ramette, ci aspettano una stanza di Sandy Skoglund popolata di pesci volanti, un Carillon di Pierre Huyghe e altre esperienze che dovrebbero ospitare o accompagnare un non si sa quanto rassicurante rientro nella quotidianità.


Philippe Ramette, Balcone II (Hong Kong) (2001), Marsiglia, MAC - Musée d’Art Contemporain.


René Magritte, Il capo delle tempeste (1964), Anversa, Musée Royal des Beaux-Arts.

(*) Sul tema del sogno nell’arte, tra Otto e Novecento, cfr S. Landucci, R. Mugellesi, Eredità classica e variazioni moderne, in “Art e Dossier”, n. 318, febbraio 2015.

Le Rêve, a cura di Christine Poullain e Guillaume Theulière

Marsiglia, Musée Cantini, 19 rue Grignan
dal 17 settembre 2016 al 22 gennaio 2017
orario 10-18, chiuso lunedì, 1° novembre, 25-26 dicembre,
1° gennaio
www.grandpalais.fr
Catalogo Réunion des Musées Nationaux - Grand Palais

ART E DOSSIER N. 335
ART E DOSSIER N. 335
SETTEMBRE 2016
In questo numero: UNA FANTASTICA REALTA' Piero di Cosimo e il nord; Lamba, pittrice surrealista; Reims incide Bellmer. GRANDE GUERRA Le incisioni di De Groux. IN MOSTRA O'Keeffe a Londra, Il sogno a Marsiglia.Direttore: Philippe Daverio