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piazza del popoloalla riscossa

di Daniele Liberanome

Dal punto di vista commerciale per Festa, Fioroni, Mambor e Angeli il periodo nero sembra passato

Nella Roma degli anni Sessanta, in piazza del Popolo, non si ritrovavano solo artisti noti, non solo chi sarebbe poi entrato nei cataloghi ristretti e ripetitivi delle Italian Sale di Christie’s e di Sotheby’s. Insieme a Pino Pascali, Jannis Kounellis e Mario Schifano, i cui capolavori hanno ormai raggiunto quotazioni milionarie sul mercato internazionale, facevano comunella al caffè Rosati anche figure minori da un punto di vista commerciale, che si scambiano per qualche decina di migliaia di euro. 

Tano Festa (1938-1988) si colloca a metà strada fra questi due livelli, perché difficilmente varca i confini nazionali, ma le quotazioni possono superare i 100mila euro. Lo scorso 14 novembre, Sotheby’s ha presentato a Milano Al livello del mare. Studio numero 2 con l’attesa di ricavare 50-70mila euro. È un dipinto del 1965, quando Festa, tornato da New York, aveva accantonato la sua produzione rigorosa di sapore New Dada - cioè le finestre, le porte, gli armadi, gli obelischi, i pianoforti e simili - per creare opere più solari, imperniate su ritratti di ballerine e donne in bikini. I collezionisti in sala si sono fatti sedurre dall’atmosfera e il risultato è stato l’aggiudicazione inattesa di 170mila euro. Non è stato un caso isolato lo scorso anno, visto che una più tipica Finestra numero 5 è passata di mano da Christie’s a New York per 146.100 euro, ma il segno di una riscossa per Festa e per i suoi colleghi di piazza del Popolo dopo un quinquennio abbondante di buio di mercato e un parziale segno di ripresa del 2014. Certo Festa si scambia anche fuori d’Italia, dove gli effetti della crisi economica si sono abbattuti meno sugli scambi di opere, e viene quotato a livelli ignoti agli altri, ma anche per Giosetta Fioroni (nata nel 1932) la situazione è piuttosto simile. 

Bambino, il suo top lot, è stata aggiudicato da Sotheby’s il 24 novembre scorso per oltre 52mila euro, quintuplicando la stima massima. Ovviamente l’asta si teneva a Milano e al pubblico italiano in sala era piaciuto immergersi nel mondo nostalgico, onirico, matriarcale del dipinto; si era anche lasciato guidare dalla centrale importanza attribuitagli dai curatori della personale che la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma aveva dedicato all’artista a fine 2013 - inizio 2014. Il risultato resta di tutto rilievo, visto che il secondo dipinto più caro della Fioroni era stato aggiudicato per 15mila euro da Meeting Art di Vercelli, e si trattava di un Senza titolo ricco di colori e decisamente astratto, quasi un Hirst. Da notare che quell’asta si era tenuta il 14 gennaio 2012 nel bel mezzo degli anni in cui Fioroni si vedeva raramente sul mercato e spesso con risultati che facevano rimpiangere gli 8mila euro realizzati per singolo dipinto che si pagavano negli anni 2006-2007. 

Il buon momento dei pittori minori di piazza del Popolo pare risvegliare anche Franco Angeli (1935-1988) nonostante le mille disavventure del suo mercato. Già lui stesso, negli ultimi anni della sua vita sregolata finita tragicamente, si era messo a produrre a manetta e con bassa qualità; poi è difficile dimenticare quella brutta storia del 2009, quando i carabinieri arrestarono il curatore del suo archivio, Antonio Minniti, che invece di ergersi a baluardo contro i falsari era diventato il capo della banda. Eppure Angeli rimane un’icona della Pop Art italiana e così un suo strano Tramonto, Ansedonia agosto raffigurante la palla di fuoco del sole e i raggi di mille colori diversi è stato scambiato da Boetto a Genova, il 21 aprile dello scorso anno, per 19mila euro. Tanto gli è bastato per entrare fra le prime sei opere di Angeli più care di sempre e soprattutto interrompere una fase discendente che da quel 2009 sembrava non finire. Basti pensare che il suo top lot Ricordo di Pollock, un tipico omaggio alla cultura americana, era stato scambiato nel lontano 15 novembre 2007 e per oltre 37mila euro. L’asta si era tenuta da Finarte a Roma, e non è un caso: la scomparsa di quella storica azienda, che adesso è in corso di rilancio, ha lasciato non pochi artisti di caratura nazionale senza un valido palco. 

Era accaduto pure a Renato Mambor (1936-2014), un altro del gruppo di piazza del Popolo. Il suo top lot è rimasto a lungo Domenica, un intrigante acrilico su tela giovanile che Finarte era riuscita a piazzare per 14mila euro a Venezia il 5 maggio 2007. Da allora un periodo di buio persistente, fino al 29 marzo dell’anno scorso, quando Fidesarte di Venezia, una delle tante piccole eredi della grande Finarte, ha venduto Posizioni filosofiche in verde per 25mila euro. Un ulteriore segno che il periodo più nero per gli artisti di piazza del Popolo poco noti a livello internazionale è passato: la crisi economica del nostro paese, i guai di mercato dovuti alla scomparsa di certi intermediari e all’avventurismo di gente senza scrupoli hanno tramortito il mercato, ma non lo hanno ucciso. I prossimi mesi ci diranno se il vento è stabilmente cambiato.


Tano Festa, Finestra numero 5 (1962).


Giosetta Fioroni, Bambino (1968).


Franco Angeli, Tramonto Ansedonia agosto (1970).

ART E DOSSIER N. 332
ART E DOSSIER N. 332
MAGGIO 2016
In questo numero: LA VERTIGINE DELL'ACCUMULO Wunderkammer e collezionismi seriali. LA CUCINA E' ARTE?. BENI CULTURALI: il punto sulla riforma. EROINE E CONCUBINE: il mondo di Delacroix in mostra a Londra. IN MOSTRA Boccioni a Milano, Imagine a Venezia, Dimitrijevic a Torino.Direttore: Philippe Daverio