CATALOGHI E LIBRI

APRILE 2016

DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DELLA CERAMICA

Storia, arte, tecnologia
Si tratta del primo tomo di un’impresa editoriale senza precedenti, non solo in Italia: una sorta di enciclopedia della ceramica, prevista in quattro volumi a cadenza annuale (in tutto oltre tremila voci e oltre mille pagine illustrate a colori). Per chi si occupi di ceramica - chi la produce, la colleziona, la restaura o la studia - è ovviamente un’opera di consultazione utilissima. Il dizionario (questo primo volume è dedicato alle voci che iniziano con le lettere ABC) presenta lemmi più o meno lunghi, ma sempre molto dettagliati, ciascuno con riferimento bibliografico, talvolta intervallati da schede di approfondimento. Nondimeno, il dizionario piacerà anche a chi non s’intenda della materia. Se vi incuriosisce sapere cos’è un “cadogan” o un “calligrafo a volute”, come appaia un “decoro a cilindretto” o chi era Filippo Comerio (ma anche come si effettua il controllo della compattazione e come si utilizzava il basalto), questo libro fa per voi, anche perché scritto bene, rigoroso e chiaro. Le schede, in gran parte illustrate, descrivono oggetti, forme, tecnologie di lavorazione e metodi di decorazione, senza tralasciare le componenti chimiche delle materie usate. Largo spazio è dato alla cultura ceramica nel mondo, dalle tante località di produzione alle famiglie artigiane e ai singoli personaggi. Si ricostruisce così, scheda per scheda, la storia di questa meravigliosa arte che è passata «dalle ricette e i segreti dei ceramisti più vicini all’alchimia che a un sapere organizzato» a una vera e propria disciplina. Gli autori sono un ingegnere chimico (Burzacchini), dal vasto e variegato curriculum nel campo dell’industria ceramica, un chimico industriale (Emiliani), studioso di restauro, materie prime, lavorazioni e tipologie, e una storica dell’arte (Morganti), specialista di storia della ceramica orientale e contemporanea. Un libro eccellente che racconta, come spiegano gli autori, la «rassicurante consuetudine degli oggetti d’uso, la bellezza dei manufatti» ma che offre anche aperture inedite grazie alla ricerca.

Storia, arte, tecnologia Pier Giorgio Burzacchini Gian Paolo Emiliani Maria Grazia Morganti Polistampa, Firenze 2015 336 pp.; 429 ill. colore € 60

MEDIOEVO. NATURA E FIGURA

La raffigurazione dell’uomo e della natura nell’arte medievale

Il libro, coordinato da Carlotta Taddei, propone il testo riveduto e aggiornato sugli interventi di decine di medievisti partecipanti al Convegno internazionale di studi medievali tenutosi a Parma nel 2011. Il tema, “Natura e figura”, è talmente ampio che è impossibile anche solo sintetizzare. Ma è doveroso perlomeno ricordare che le più recenti ricerche degli storici dell’arte medievale hanno preso l’avvio dai saggi sulla storia della civiltà di Jacques Le Goff e Georges Duby, oltreché da quelli più vicini nel tempo di Jean-Claude Schmitt, Aron Jakovleviˇc Gureviˇ c ed Ernst Kantorowicz (e prima ancora dalla scuola del Warburg, con Panofsky e Gombrich in testa). La “rivoluzione” culturale iniziata con la scuola parigina delle “Annales” ha permesso di aprire nuovi metodi di ricerca anche nel campo della civiltà figurativa, alla quale peraltro i grandi storici hanno sempre guardato.


A cura di Arturo Carlo Quintavalle Skira, Milano 2015 832 pp., 71 ill. colore, 754 b.n. € 129

LE PIÙ BELLE STORIE DISNEY D'ARTE

I fedelissimi di Topolino & co. sanno bene che da sempre la Disney ha “pescato” per le sue storie più importanti nell’immaginario collettivo (soprattutto nella musica e molto nell’arte figurativa, nell’architettura medievale, nell’iconografia e nei simboli e perfino nella Divina commedia). Queste citazioni non riguardano solo i fumetti stampati ma anche i suoi celeberrimi lungometraggi, come l’epico Fantasia (ricco di brani di musica classica e di rimandi a dipinti di pittori simbolisti o nabis come Maurice Denis), Biancaneve e i sette nani, Cenerentola o Pinocchio, nei quali spesso si riconoscono figure tratte da sculture o architetture medievali, o ricostruzioni di villaggi in stile tirolese. Esistono numerosi saggi in materia. Su questa scia, anche i più recenti fumetti della serie Disney italiana, a partire almeno dagli anni Ottanta, hanno spesso proposto storie gustose con incursioni nel mondo dell’arte figurativa. Esce ora questo simpatico, divertente volume che ripubblica tredici fra le storie più significative in cui gli eroi della Disney si muovono entro contesti “artistici”. Le storie si sono avvalse, di volta in volta, dei testi di autori come, fra gli altri, Bruno Concina, Carlo Panaro, Roberto Gagnor, e di valorosi disegnatori come Massimo De Vita, Corrado Mastantuono, Paolo De Lorenzi, e molti altri. Le avventure non si ispirano solo all’arte medievale, ma anche alla Gioconda, all’arte delle caverne, a Piero della Francesca (incarnato da “Pippo della Francesca”), Monet (recitato da “Paperin Monet”), a Michelangelo (“Paperangelo”), alla sindrome di Stendhal (sindrome di “Stenduck”), a Leonardo da Vinci (“Toponardo da Vinci”). Fra le opere d’arte, anche la Zattera della Medusa di Géricault (ribattezzato col nome di “Geriquack”), ma anche evocazioni dell’Arte povera, di Dada (il “lavandino” di Duchamp per esempio), del mondo delle aste e dei falsari. Troverete inoltre Paperina nelle vesti di Paolina Bonaparte che posa per Canova e infine una parodia del nostro direttore, Philippe Daverio…

Giunti Editore, Firenze 2015 368 pagine illustrate a colori € 7,90

L'INVISIBILE È REALE

Walter De Maria, nato ad Albany nel 1935, è scomparso da poco più di due anni a Los Angeles. Giunge opportuna, qui in Italia, la traduzione dell’intervista che l’artista-musicista rilasciò il 4 ottobre 1972 nella sede degli Archives of American Art dello Smithsonian Institution. Il titolo che il curatore e traduttore di quest’edizione italiana ha scelto, L’invisibile è reale, corrisponde a una dichiarazione dello stesso De Maria a commento di una delle sue installazioni site-specific più famose: Campo di fulmini, nota attraverso molte fotografie. In quell’occasione De Maria aveva installato in New Mexico, in un territorio desertico su un altopiano che pare quasi ai confini del mondo, quattrocento aste d’acciaio: veri e propri parafulmini, in grado di “assorbire” nel corso delle tempeste le scariche elettriche. Com’è ovvio, nell’intervista l’opera forse più emblematica della Land Art americana non viene mai menzionata, essendo stata realizzata almeno due anni dopo. Col senno di poi, tuttavia, leggendo questo testo si comprende meglio il principio che sta alla base di Campo di fulmini e di altre opere di De Maria. Citiamo, per esempio, il brano relativo alla sua propensione per materiali come l’alluminio e l’acciaio: «Ho usato esclusivamente materiali come l’alluminio e l’acciaio, che sono tra il bianco e il grigio. L’acciaio levigato è praticamente bianco, un bianco grigiastro, acceso; è il colore della luce, non è proprio bianco […], in un certo senso è luce pura». Come spiega Martore nella prefazione, l’intervista svela molti aspetti di una figura di grande spessore culturale, dagli interessi e dai talenti più disparati: un personaggio che in effetti per molti versi è rimasto finora, almeno in Europa, nonostante la fama e le mostre, piuttosto misterioso. Si leggono così non solo le sue idee in fatto d’arte ma anche i suoi rapporti con la musica d’avanguardia; chi ricorda, fra i tanti episodi, che De Maria rinunciò a metà anni Sessanta a suonare da batterista per i mitici Velvet Underground, per orientarsi con decisione alle arti visive?


Walter De Maria traduzione e cura di Paolo Martore Castelvecchi, Roma 2015 143 pp. € 16,50

ART E DOSSIER N. 331
ART E DOSSIER N. 331
APRILE 2016
In questo numero: SGUARDI L'occhio nell'arte tra mito e fascinazione. STEREOTIPI Immagini d'oriente nella pittura occidentale. MITI D'OGGI Puer aeternus Murakami. LONDRA Nuove sale al V&A. IN MOSTRA Piero della Francesca a Forlì, Correggio e Parmigianino a Roma, Severini a Mamiano, Matisse a Torino.Direttore: Philippe Daverio.