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Il proFeta

di Luca Antoccia

Il Festival internazionale del film di Roma ha fatto discutere e fa discutere. Ma l’ultima edizione un merito lo ha avuto sicuramente: l’aver fatto conoscere al pubblico una pellicola di animazione che si spera possa essere a breve distribuita nelle sale italiane. Si tratta di un film a molte mani, Il profeta, fortemente voluto dall’intelligente attrice e produttrice messicana Salma Hayek che qui, insieme a Liam Neeson, offre anche la sua voce a uno dei protagonisti. Ispirato al celebre volume Il profeta di Gibran, la pellicola realizza il paradosso cui il cinema di animazione ci sta abituando (si veda il piccolo capolavoro L’arte della felicità già recensito in questa rubrica, “Art e Dossier”, n. 307, febbraio 2014): poter portare al cinema filosofa e spiritualità con naturalezza. E non era facile perché il testo di Gibran, tanto conosciuto nel mondo quanto ostico a un trattamento cinematografico classico, poteva trovare solo attraverso un’esile ma fondamentale cornice narrativa, e grazie a nove artisti visivi diversi per provenienza e stile, una chance. Il film non è, è bene dirlo subito, un capolavoro assoluto e omogeneo, né poteva esserlo dati i presupposti, ma raggiunge un alto grado di fusione tra parola e immagine divenendo un raro esempio di poema visivo filosofco. È come se Fantasia di Disney si fosse applicato non alla resa della musica attraverso l’immagine ma a quella della parola poetica e spirituale. Su tutti gli episodi svettano il primo e quello centrale (la sequenza di tango) pur così diversi per tratto. Il primo stilizzato e modernissimo, il secondo più classico ma allo stesso tempo straniante. Si tratta di inserti che portano il testo dello scrittore libanese direttamente senza tagli sullo schermo e senza filtri attoriali ma con la sola potenza della parola e dell’immagine. È difficile sottrarsi al fascino di questa alchimia anche perché a volte la musica composta da Damien Rice è davvero intensa. 

È un “epos” della libertà di pensiero e di espressione e anche un meritato omaggio a uno dei testi chiave del Novecento, irregolare e inetichettabile. Non è un film per bambini, certo, ma neanche solo per adulti. È, come Il piccolo principe, un’opera aperta, suscettibile di interpretazioni e rivisitazioni a qualsiasi età. Un segno comunque di ottima salute del cinema di animazione. Non ultimo, è interessante il ruolo giocato dalla Doha Film (il film è targato Usa Canada Libano Qatar) nella produzione.


Frame da Il profeta (2014).


Frame da Il profeta (2014).

ART E DOSSIER N. 318
ART E DOSSIER N. 318
FEBBRAIO 2015
In questo numero: IL SOGNO I mondi oscuri di Leonora Carrington; Le alchimie di Perahim; Donne e incubi surrealisti; Fantasie settecentesche. ISMAN E PAOLUCCI: la Sistina va difesa dai turisti. IN MOSTRA: Doig, Casati, Gherardo Delle Notti.Direttore: Philippe Daverio