Studi e riscoperte. 3
Le celebrazioni di El Greco

UN MODELLO
FUORI
REGOLA

Gli eventi organizzati nel 2014 per il quarto centenario della morte di El Greco hanno evidenziato con forza l’influenza dell’artista sulla cultura pittorica del Novecento.
La sua visione decisamente moderna, lontana dalla rigidità dei principi dettati dalla Controriforma, ha attratto, tra gli altri, Picasso, Modigliani e Giacometti.

Massimo Negri

Il pittore Ignacio Zuloaga aveva nel suo studio di Montmartre diversi dipinti di El Greco (Creta 1541 - Toledo 1614), cosa rara non solo per l’apparente distanza tra l’artista cretese e il clima culturale della Parigi inizio Novecento, ma anche perché El Greco era da poco riemerso all’attenzione del pubblico dopo un lungo periodo di disinteresse. In quello stesso studio Picasso incontra la Visione di san Giovanni (1608-1614, New York, Metropolitan Museum of Art) poco prima di comporre Les demoiselles d’Avignon (1907, New York, Museum of Modern Art). Nel 1913, Modigliani dipinge il Ritratto di Paul Alexander (Rouen, Musée des Beaux-Arts) con un evidente riferimento al Cavaliere con la mano sul petto (1580 circa) oggi al Prado; molto più tardi Alberto Giacometti non negherà l’influenza del verticalismo di El Greco sulle sue inconfondibili sculture della figura umana. Basterebbero questi esempi volutamente rapsodici per richiamare la centralità di El Greco, figura chiave per la nascita dei moduli espressivi del XX secolo. A questo ambito d’indagine è stata dedicata lo scorso anno una delle più importanti mostre celebrative del quarto centenario della morte dell’artista, El Greco y la pintura moderna, allestita al Prado (24 giugno - 5 ottobre 2014), a cura di Javier Baró, organizzata all’interno dell’ampia rassegna El Greco 2014. 

A conclusione del formidabile ciclo di manifestazioni, espositive e non, realizzate dalla fondazione El Greco 2014 - appositamente costituita in Spagna per tempo e con un’invidiabile chiarezza di intenti e capacità realizzativa, con un budget di venti milioni di euro a dispetto della crisi -, una delle prime indicazioni che possiamo trarre riguarda proprio la vitalità della presenza di El Greco nella cultura pittorica del Novecento. Un dato già parzialmente noto, ma di cui le iniziative citate hanno reso per la prima volta conto in maniera dettagliata e, per il visitatore, spettacolare per ampiezza e qualità dei riscontri.


El Greco, Veduta e mappa di Toledo (1610-1614), Toledo, Museo del Greco.

Nel 1913, Modigliani dipinge il Ritratto di Paul Alexander con un evidente riferimento al Cavaliere con la mano sul petto di El Greco oggi al Prado


Con la mostra-dossier in corso fino al 16 febbraio alla National Gallery of Art di Washington, dal titolo El Greco in the National Gallery of Art and Washington-Area Collections: A 400th Anniversary Celebration, possiamo considerare conclusa l’imponente serie di celebrazioni caratterizzata da un’articolata ricognizione critica e culturale sui molteplici aspetti di questo artista, così particolare per le sue vicende biografiche (basta menzionare il suo apprendistato presso la bottega di Tiziano a Venezia, città da cui si allontana forse anche per sfuggire alla peste), e per la sua inquieta presenza nella storia dell’arte europea tra Cinque e Seicento, quando ai dettami estetici della Controriforma il maestro greco contrappone la sua visione estremamente personale e moderna. L’interesse per El Greco, come abbiamo detto, non è però stato affatto continuativo nel tempo, anzi potremmo dire che nei secoli immediatamente successivi alla sua morte il gusto prevalente è sembrato dare ragione a Filippo II, che manifestò un’insoddisfazione così profonda per la realizzazione di due opere commissionate all’artista (Allegoria della Lega santa e il Martirio di san Maurizio) da non rinnovargli più alcun incarico. 

Una grande fortuna per la città di Toledo dove il pittore, ferito nell’orgoglio, si trasferisce nel 1577: qui apre una bottega realizzando molti lavori che gli permettono di arricchirsi e di conquistarsi una fama sempre però controversa. Riemergerà infine da un lungo periodo di diffusa perplessità o addirittura ostilità con le acquisizioni di alcune sue opere da parte della famiglia reale spagnola nel 1830-1832. 

Forse il gesto di maggior impatto simbolico è stato però la creazione del Museo del Greco a Toledo nel 1911 per iniziativa di Don Benigno de la Vega-Inclán y Flaquer, il marchese che, seguendo il gusto dell’epoca, concepì lo spazio come un’evocazione della casa-studio dell’artista. Il recente ammodernamento del museo con conseguente revisione delle attribuzioni e l’allestimento di un’importante mostra con cauti ma efficaci interventi multimediali rientrano tra gli eventi collegati alle iniziative per il quattrocentesimo anniversario della morte dell’artista. Un secondo dato di bilancio del programma El Greco 2014 riguarda la definitiva revisione filologica del corpus di opere, rispetto al quale non sono mancate polemiche importanti come la recente messa in discussione da parte di Antonio García Jiménez della paternità di El Greco della celeberrima Dama dell’ermellino (Glasgow, Pollok House). 

L’evento espositivo di maggiore importanza per un’interpretazione complessiva dell’opera di El Greco (ed è questo il terzo dato di bilancio) è stato, però, la grande mostra sulla bottega del pittore allestita nel museo di Santa Cruz di Toledo (El Greco: arte y oficio conclusa lo scorso dicembre), basata su un concept eccellente per rigore ed efficacia comunicativa, tecnicamente impeccabile e con una logica espositiva di grande qualità. 

Un progetto che, prendendo le mosse dall’inventario fatto dal figlio del pittore Jorge Manuel alla morte del padre, è stato dimostrazione della capacità non solo di conquistare grandi prestiti (come spesso accade in queste occasioni) ma anche di dar conto in modo esaustivo dei meccanismi d’immaginazione e produzione dell’artista grazie alla presenza, accanto al percorso espositivo, di materiali digitali informativi e di approfondimento teorico. Una combinazione di linguaggi che il modernissimo El Greco avrebbe probabilmente molto apprezzato.


Amedeo Modigliani, Ritratto di Paul Alexander (1913), Rouen, Musée des Beaux-Arts.


El Greco, Cavaliere con la mano sul petto (1580 circa), Madrid, Museo Nacional del Prado.

ART E DOSSIER N. 318
ART E DOSSIER N. 318
FEBBRAIO 2015
In questo numero: IL SOGNO I mondi oscuri di Leonora Carrington; Le alchimie di Perahim; Donne e incubi surrealisti; Fantasie settecentesche. ISMAN E PAOLUCCI: la Sistina va difesa dai turisti. IN MOSTRA: Doig, Casati, Gherardo Delle Notti.Direttore: Philippe Daverio