Steve McCurry. Oltre lo sguardo (Monza, Villa reale, fino al 6 aprile, www.mostrastevemccurry.it) racconta con circa centocinquanta scatti l’avventura umana e professionale del fotoreporter di Filadelfia (1950), fermamente convinto fin dall’inizio che non avrebbe potuto fare nessun altro mestiere. Sostenuto da un raffinato intuito e da un’ irrefrenabile passione, McCurry viaggia senza sosta per conoscere le culture del mondo. Il suo ampio campo d’azione, dall’Afghanistan alla Cambogia, dal Pakistan alla Cina, dall’India alla Birmania, al Giappone, al Brasile, all’Italia, all’Africa gli ha permesso di entrare in contatto con luoghi di straordinaria bellezza spesso segnati da eventi drammatici. Pluripremiato, vincitore per quattro volte del World Press Photo, McCurry da oltre trent’anni concentra la sua attenzione sulle persone per cogliere con eccezionale intensità i molteplici colori delle loro emozioni.
Mario Dondero (Roma, Terme di Diocleziano, fino al 22 marzo, www. archeoroma.beniculturali.it) è la retrospettiva dedicata a una delle più originali figure del fotogiornalismo internazionale (Milano, classe 1928), che ancora oggi con la sua vecchia Leica prosegue il lavoro di una vita in modo discreto e umile ma conservando la stessa curiosità del primo giorno. Circa centocinquanta immagini, perlopiù in bianco e nero, testimoniano i punti salienti del suo ricco percorso che, a partire dagli anni della sua formazione caratterizzati dalla ricostruzione postbellica, dal neorealismo di Rossellini, De Sica, dai libri di Pavese, Moravia, ha trovato nutrimento in maestri come Cartier-Bresson, Bischof e soprattutto Robert Capa. Un «artigiano», come ama definirsi Dondero, che ha immortalato confitti, gente comune e artisti.
Sguardi privati. Fotografe di Francesco Maria Colombo (Venezia, Casa dei tre Oci, dal 7 febbraio al 12 aprile, www.treoci.org), uno dei tre progetti espositivi della terza edizione Tre Oci Tre Mostre. Giudecca fotografa, presenta sessanta ritratti di attori, musicisti, filosofi, scienziati colti nei loro contesti abituali e nella loro più intima verità. Risultato reso possibile dall’abilità dell’autore milanese che pazientemente esplora il suo soggetto fino a quando anche il più schivo, grazie a una reciproca e magica empatia, decide di abbandonarsi all’obiettivo.