Grandi mostre. 4 
Amedeo Modigliani a Pisa

modì
il bohémien


Modigliani bruciò la sua vita in pochi anni, ma riuscì a caratterizzare come pochi altri un periodo fondamentale della vita artistica parigina. Un’ampia rassegna ripercorre ora le tappe principali del suo percorso.

Maurizia Tazartes

Se il 1984 è stato l’anno nero per Modigliani, mistificato e beffato (vedi box alle pp. 62-63), il 2014 è quello del risarcimento. Una mostra lo ricorda a Pisa con circa cento opere provenienti da musei parigini e da altre istituzioni europee. Una mostra che ripercorre una vita breve e bruciata, ma piena di creatività in un ambiente libero, trasgressivo e rivoluzionario, povero di agi e cibo, ma non di idee.
Le idee ribollivano tra Montmartre e Montparnasse, con le sperimentazioni di Picasso, Matisse, Brancusi, Kisling, con poeti come André Salmon, Guillaume Apollinaire, Blaise Cendrars e Jean Cocteau, tra caffè e trattorie a buon prezzo. E lui, Modì, bello e affascinante, schizzava disegni a La Rotonde e a La Coupole per un bicchiere di assenzio: “dessins à boire” li chiamava. Intanto scolpiva teste con pietre ricavate da case in costruzione, guardando alla scultura “negra”, dipingeva ritratti con poche linee pulite e colori pastello, da cui emergeva l’anima di ogni personaggio. Creava nudi rosati con modelle-amanti, uno più erotico dell’altro, che, con i loro pubi neri, davano scandalo e facevano chiudere gallerie. Si portava nell’animo la Toscana delle sue origini, la scultura trecentesca di Tino di Camaino e di Nicola Pisano, la pittura del Rinascimento fiorentino e i colori chiari, azzurri di Venezia, ma si nutriva di avanguardia, di Picasso e Cézanne, interpretati con uno stile originale e innovativo, subito riconoscibile. Pur apprezzato da alcuni intelligenti mercanti come Alexander, Guillaume e Zborowski, era sempre senza soldi. Oggi le sue opere valgono milioni di euro.
A Pisa, in mostra, una sessantina di opere arrivano dal Centre Pompidou, che presta cinque dipinti di Modì, tra cui il Ritratto di Dédie e Gaston Modot, entrambi del 1918, due sculture con teste femminili e un disegno, oltre a un corposo numero di sculture di Costantin Brancusi, grande amico dell’artista livornese, che dal 1909 alla Cité Falguière lo incoraggia a scolpire.


Ritratto di Dédie (1918). Tutte le opere che illustrano l’articolo sono a Parigi, al Centre Pompidou.

Testa di profilo (1912).


Lolotte (1917).


Gaston Modot (1918).

E poi opere di Derain, Chabaud, Soutine, Utrillo e altri ancora. Dall’Orangerie arrivano i cinque Modigliani del museo, tra cui capolavori come Il giovane apprendista e Donna con nastro di velluto. Dal Musée de la Ville de Paris Testa di donna del 1919 e altre opere. Villa Mimbelli di Livorno presta la Stradina toscana giovanile del 1898, la pinacoteca di Brera il Ritratto di giovinetta, una tela del 1915. Ma le sorprese sono tante.
La mostra ripercorre tutto l’iter artistico di Modigliani. Dagli inizi a Livorno, quando il giovane Amedeo, detto Dedo, prova i primi ritratti e paesaggi nell’ambiente postmacchiaiolo sotto l’ala dei maestri Micheli e Fattori, passando per l’esperienza veneziana, nel viaggio del 1901 con la madre lungo la penisola. Anni, questi, rappresentati da fotografie, documenti, dipinti e disegni.
Il primo periodo parigino è influenzato da Lautrec, Cézanne, Picasso. Alcune teste scolpite testimoniano l’ammirazione di Modì per Gauguin. Alcuni nudi ripropongono il tema cui Modigliani si applica dal 1915-1916 con opere che, presentate alla galleria di Berthe Weill nel 1917, creano scandalo. La maturità di Modigliani è ripercorsa attraverso gli straordinari ritratti, volti pieni di carattere e mistero, dai lunghi colli e gli occhi fatti di solo colore o vuoti, ma più che mai parlanti.

Testa femminile (1912).


Qui sopra, Testa femminile (1911). A sinistra,

ART E DOSSIER N. 315
ART E DOSSIER N. 315
NOVEMBRE 2014
In questo numero: UTOPISTI E ANTISISTEMA Rotella e gli ''affichistes''; Il Camino di Santiago tra San Francesco e il contemporaneo; Orcadi: una chiesa in prigionia; Ribelli e dissidenti ottocenteschi. IN MOSTRA: Klein e Fontana, Modigliani, Cartier-Bresson.Direttore: Philippe Daverio