Donna che legge una lettera davanti alla finestra (1657-1659 circa) accoglie molti degli elementi e dei temi ricorrenti nella pittura di Vermeer: la finestra - sempre a sinistra, e qui aperta - come sola fonte di luce nell’ambiente; una donna assorta in un’occupazione qualunque, in un’atmosfera sospesa; un grande tappeto a ingombrare il primo piano; un piatto con della frutta.
La lattaia (1658-1661) rappresenta un punto di svolta nella pittura di Vermeer. È il primo dipinto in cui appare con evidenza la scelta di una tecnica che sarà soltanto sua, una sorta di via mediana, alternativa sia alla pittura “fine” da cui era partito che alla “maniera ruvida” rembrandtiana. Vermeer opta per un approccio “tattile” al colore che aiuti la rappresentazione nella simulazione illusionistica del vero senza però rinunciare alla cura meticolosa dei dettagli. Nella Lattaia la protagonista è una solida donna del popolo, con le maniche rimboccate e intenta ai lavori domestici, bloccata nel suo gesto di versare latte da una brocca; non ritratto ma espressione di un concetto, quello della dignità delle occupazioni più quotidiane, fondamento della morale olandese. L’ambientazione è austera; sul tavolo pochi oggetti di uso comune e due simboli tradizionali della semplicità: il pane e il latte. L’attenzione e la cura dell’artista si sono concentrati soprattutto sulle gocce di latte che imperlano il bordo della brocca e sui tocchi di luce che increspano la superficie del pane; piccole pennellate volutamente irregolari, al servizio di una visione altrettanto volutamente confusa, con riflessi di luce distorti frutto forse dell’utilizzo di una camera oscura (strumento ottico che da tempo era diffusamente utilizzato dai pittori in tutta Europa) ma certamente essenziali all’orchestrazione degli effetti che Vermeer vuole mettere in scena: la rappresentazione dell’imperfezione, del dettaglio accidentale come garanzia della naturalità della visione.
Insieme alla Veduta di Delft (che vedremo nel capitolo sul paesaggio), La stradina (1657-1661) è il solo dipinto di Vermeer giunto fino a noi che raffiguri un esterno.
Una normale via di Delft, con due bambini che giocano, una donna che cuce sulla soglia di casa e un’altra che lava qualcosa in un mastello nel cortile di casa. Niente di più anonimo e al tempo stesso di più incantato, quasi un manifesto della “poetica del quotidiano” di Vermeer.
Nel 1662 Vermeer viene nominato decano della gilda dei pittori di Delft. È all’apice della sua maturità artistica, ma la situazione economica non accenna a migliorare. La famiglia in qualche modo lo isola dai problemi ma il gran numero di figli (Jan e Catharina ne avranno quindici, dei quali undici ancora in vita alla morte del padre nel 1675) costringe i due giovani coniugi a debiti e sacrifici. In questi anni si rivela fondamentale, per Jan, l’aiuto concreto di un estimatore della sua pittura, Pieter van Ruijven, ricco borghese di Delft che acquista buona parte dei suoi quadri.
Tra gli altri, Donna con bilancia (1662- 1665). In questo dipinto è centrale un elemento ricorrente nella pittura di Vermeer: la perla, emblema di semplicità e purezza. In uno dei quadri più “scuri” del pittore emergono infatti dal buio proprio alcuni fili di perle, posti su un tavolo in un portagioie. Questo dipinto, come Donna in blu che legge una lettera (1662-1665) e Donna con collana di perle (1662-1665), è una perfetta rappresentazione del mondo chiuso in se stesso cui Vermeer guarda con un’attenzione quasi esclusiva; un mondo prevalentemente femminile riservato, autonomo, a parte.
L’Allegoria della pittura (1662-1668) è tra le opere di Vermeer più note. La scena si svolge nell’atelier del pittore, raffigurato di spalle mentre dipinge con una giacca scura a listelli già vista nella Mezzana; una modella coronata di alloro regge la tromba della Fama e il libro, attributo di Clio, musa della Storia; la grande carta geografica alla parete raffigura i Paesi Bassi nella loro integrità precedente la guerra con la Spagna; un ampio tendaggio si apre come un sipario e una sedia ingombra il primo piano. Il quadro - realizzato con una cura dei dettagli e dell’effetto complessivo perfino superiori al consueto - è certamente un orgoglioso omaggio a se stesso e alla pittura.
La Ragazza con orecchino di perla (1665- 1667) è il più noto dei quadri di Vermeer. Una fama conquistata con pochi elementi comunicativi: uno sguardo carico di fascino e mistero, la bocca socchiusa, le labbra umide, un atteggiamento naturale - quasi un’istantanea -, il lampo di luce della perla nel buio. In questo “tronie” si evidenzia la mancanza di ogni disegno preliminare sulla tela. Vermeer dipinge direttamente sul supporto; il profilo del naso è dato da una differenza di colore dell’incarnato rispetto a quello della guancia, il profilo destro emerge dal buio senza soluzione di continuità, anzi, è il buio che prosegue nel nero dell’occhio.
Vermeer cancella ogni distinzione tra generi; dipingere un paesaggio, una strada, una scena di carattere religioso, un volto per lui è la stessa cosa; non contano neanche la penetrazione psicologica del personaggio o l’ammaestramento morale, ciò che conta è la pittura. Per la prima volta nell’arte europea la pittura è l’oggetto esclusivo della ricerca dell’artista, tutto il resto passa in secondo piano.
Due dipinti a pendant costituiscono un’incursione di Vermeer nell’ambito scientifico: L’astronomo (1668) e Il geografo (1668-1669). Nel protagonista dei due quadri è ritratto probabilmente un personaggio reale, un uomo di scienza del tempo, Antoon van Leeuwenhoek, che potrebbe essere anche il committente delle due opere.
Con La merlettaia (1669-1671) Vermeer torna a raffigurare una donna intenta alle sue occupazioni domestiche, emblema di dedizione, diligenza, affidabilità.
Chiudono idealmente la produzione dell’artista quattro opere di tema “musicale”: La suonatrice di chitarra (1670-1672), Giovane donna al virginale (1670 circa); Donna in piedi al virginale (1670-1673) e Donna seduta al virginale (1670-1675).
Intanto, nel 1672 una nuova guerra giunge a destabilizzare il fragile quanto redditizio equilibrio che gli operosi Paesi Bassi avevano conquistato. Il re di Francia, Luigi XIV, dichiara guerra all’Olanda. Ne segue una grave crisi economica, e il fino allora florido mercato dei quadri crolla.