Finestre sull'Arte


un Donatello
ritrovato?

di Federico D. Giannini

Fino a otto anni fa, nessuno aveva badato troppo al Crocifisso dell’oratorio di Sant’Agostino a Legnaia, quartiere residenziale alle porte di Firenze. Eppure, la storia della compagnia agostiniana suggeriva che l’opera potesse avere origini antiche e illustri: già sul finire del Trecento, i suoi membri s’erano staccati dalla confraternita di Sant’Agostino in Santo Spirito per fondare un nuovo gruppo fuori dal centro urbano, e avevano scelto come loro sede i locali annessi alla chiesa di Sant’Angelo, che avrebbero poi ospitato il loro oratorio. Il piccolo edificio di culto, benché periferico, è tutt’altro che anonimo. Lo adornano opere di considerevoli artisti del Seicento e del Settecento fiorentino, sulle quali storici dell’arte hanno scritto e discusso: Francesco Curradi, Giovanni Domenico Ferretti, Giovanni Camillo Sagrestani, Giuseppe Moriani. Il Crocifisso, al contrario, per secoli aveva attirato l’interesse dei soli fedeli, che hanno sempre dimostrato il loro legame nei suoi confronti continuando a serbarlo in ottime condizioni, prendendosene cura con costanza. Forse fin troppo: c’è da credere che l’opera non abbia suscitato le attenzioni degli studiosi perché le continue ridipinture (si son contati ben cinque interventi) ne avevano alterato la leggibilità.

La sua “scoperta”, dunque, è un fatto recente: era il 2012 e lo storico dell’arte Gianluca Amato, all’epoca dottorando dell’Università Federico II di Napoli, era alle prese con una ricognizione dei crocifissi lignei toscani realizzati tra fine Duecento e prima metà del Cinquecento, argomento della sua tesi. Fu in quell’occasione che lo studioso s’imbatté per la prima volta nel Crocifisso di Legnaia, intuendone l’importanza e formulando, per primo, l’attribuzione a Donatello.


Donatello (attribuito), Crocifisso (1461-1466 circa), quartiere di Legnaia, Firenze, chiesa di Sant’Angelo, oratorio di Sant’Agostino.

Un inedito Crocifisso della chiesa di Sant’Angelo nel quartiere di Legnaia a Firenze, dopo un accurato restauro, pare mettere d’accordo gli studiosi sulla possibile paternità dell’opera


Lo stato del l’opera necessitava però d’un intervento che fosse in grado di restituirle il suo aspetto originale: il restauro, condotto da Silvia Bensi e diretto da Anna Bisceglia, ha consentito la rimozione degli strati di pittura che offuscavano il Crocifisso, rivelando la qualità del modellato, l’accuratezza dell’intaglio, la fi nezza degl’incarnati. Similitudini stilistiche con opere note di Donatello a Firenze, come la Giuditta di Palazzo vecchio o il Crocifisso di Santa Croce, hanno portato Amato a confermare, con maggior convinzione, l’attribuzione al grande scultore fi - rentino, a seguito dei risultati del restauro. Gli esiti del suo studio saranno pubblicati a breve sulla rivista scientifi a “Prospettiva”, ma già la comunità degli studiosi ha cominciato a discutere su di un inedito che ha buone probabilità d’essere un Donatello ritrovato: forse, ipotizza Amato, un’opera della fase estrema della sua carriera, da far risalire agli anni Sessanta del Quattrocento. Un’opera incompiuta (la testa fu in seguito completata con un rivestimento in gesso andato perduto), il cui stato potrebbe spiegarsi col fatto che Donatello, all’epoca ultrasettantenne, non riuscì a portare a conclusione diversi lavori che, nonostante l’età e i mutamenti di gusto, la clientela continuava a commissionargli.


Donatello, Giuditta e Olofrene, particolare (1453-1457), a confronto con il volto del Crocifisso della chiesa di Sant’Angelo.

BEVAGNA (Decameron2.0)

#iorestoacasaconBoccaccio# è fra le iniziative di maggior successo nel campo delle discipline comparate, che ha coinvolto storici dell’arte, scrittori, medievisti, attori, musicisti, docenti universitari, filologi, registi di tutta Italia: un’idea nata da dieci giovani rievocatori del Mercato delle Gaite di Bevagna (Perugia), guidati dal regista Davide Gasparrini. Ognuno di loro ha letto una novella del Boccaccio, andata in rete ogni ora per dieci giornate. Fra le novelle, numerose sono quelle legate all’arte e agli artisti, fra i quali il grande Giotto.
https://www.youtube.com/watch?v=CImiYAhhIbw;
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#CAMERAonair

TORINO

Lo spazio virtuale di racconto e condivisione di Camera - Centro italiano per la fotografia resta aperto e fruibile, nonostante il centro espositivo sia chiuso, attraverso video, immagini, storie, curiosità pubblicate sui canali social con l’hashtag #CAMERAonair, il palinsesto di rubriche online di e sulla fotografia “made in CAMERA”. Inoltre per i bambini e le loro famiglie, Foto-Lab 1 / CAMERA KIDS A CASA, in collaborazione con ARTECO, ha creato una versione online dei laboratori domenicali CAMERA KIDS. Un’occasione per svolgere attività ludico ricreative legate alla fotografia a casa muniti di carta, colori e fantasia.
Info: http://camera.to/news/cameraonair-3


MOSTRE VIRTUALI

MODENA

Le Gallerie estensi hanno messe in rete due interessanti mostre virtuali, una dedicata a Tintoretto, e l’altra, intitolata Meravigliose avventure, che ripercorre il globo al seguito di esploratori, mercanti, studiosi e curiosi, che nel corso di tre secoli aprirono all’Europa le porte del mondo.
https://www.gallerie-estensi.beniculturali.it


ROTTERDAM (PAESI BASSI)

La città di Rotterdam, attraverso la Droom en Daad Foundation, ha commissionato a cinque giovani artisti fotografi di raffigurare coi loro scatti la città deserta durante l’epidemia di coronavirus. Seguiranno sicuramente altre iniziative di questo genere in tutto il mondo.
https://stichtingdroomendaad.nl/en/news


ART E DOSSIER N. 376
ART E DOSSIER N. 376
MAGGIO 2020