Arte contemporanea


ATRII, un progetto
(e) collettivo

Cristina Baldacci

Abbiamo intervistato Alice Pedroletti, fondatrice del progetto e collettivo di artisti ATRII, che indaga il concetto e le possibilità architettoniche, estetiche, sociali di un luogo che è al contempo privato e pubblico: l’androne o atrio, come indica il nome stesso. Attraverso l’arte contemporanea, ATRII promuove la collaborazione con istituzioni pubbliche e soggetti privati. È stato ospitato in diverse sedi (Museo del Novecento, Milano; Università cattolica del Sacro cuore, Milano; Mac - Museo d’arte contemporanea, Lissone) e ha dialogato con varie istituzioni (Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; ArtVerona, Verona; La Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Tirana). Fa inoltre parte di The Independent, progetto di ricerca del Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, che valorizza esperienze e spazi non istituzionali.


L’atrio, spazio pubblico e privato, diventa per gli artisti del progetto e collettivo ATRII ambito di ricerca, indagine sociale, simbolica, estetica, architettonica. Ne abbiamo parlato con la fondatrice Alice Pedroletti


ATRII, progetto di John Cascone per ArtVerona 2017, Festival di Veronetta.

Puoi fare un breve identikit di ATRII?
Siamo nati nel 2015 a Milano come collettivo. Oggi siamo ben venticinque artisti (tutti i nomi su www.atrii. it), un marchio registrato, per tutelarci, e un’associazione culturale, per promuovere le nostre attività. Ci occupiamo di indagare la nozione di “atrio”, sia dal punto di vista pratico (il fare e il progettare come processi), sia da quello teorico (il significato dell’atrio, il suo valore simbolico, il ruolo che può assumere a seconda di un diverso momento e contesto). Oltre a numerosi collaboratori, tra cui Eugenio Martino Nesi, che mi affianca come curatore e partner dell’associazione, abbiamo avuto numerosi ospiti (Alessandro Castiglioni, Alfredo Cramerotti, Lorenzo Lomonaco, Tiziano Scarpa, Paolo Rosso, Andrea Nacciarriti, Silvia Simoncelli, Rossella Farinotti). Ugo La Pietra ci ha invece aiutati e seguiti fin dall’inizio: è un po’ come un maestro.

Come prendono il via i vostri progetti?
Ogni edizione di ATRII nasce da un’attività laboratoriale che gravita attorno ad un tema scelto in base alla città che ospita il laboratorio. Gli artisti invitati, il cui gruppo è in continua crescita, lavorano collettivamente in una sorta di residenza autogestita di durata variabile. Finita la residenza, ognuno di loro è invitato a presentare un progetto che avvicini la propria pratica artistica al laboratorio svolto. I progetti vengono poi dotati di una scheda tecnica, che ne descrive proprietà, poetica, realizzabilità e costi. Il tutto viene poi archiviato nel nucleo fondamentale di ATRII, il nostro Archivio Aperto conservato alla Cittadella degli Archivi di Milano, che è la sede dell’Archivio Generale dell’amministrazione comunale. L’Archivio Aperto è accessibile a chiunque sia interessato a conoscere i progetti, dai condomini di un palazzo ai collezionisti con case private, e a verificare se uno dei lavori sia realizzabile nel proprio atrio.


ATRII, It is just a façade (2018), murale per la Cittadella degli Archivi di Milano;

Qualche esempio?
Nel 2017, con il supporto di ArtVerona, John Cascone ha sviluppato un lavoro per un condominio della città in via XX Settembre 62, ripensando l’atrio come spazio di rinascita per la comunità. La partecipazione degli abitanti è stata così attiva che, dopo un anno, la riqualificazione degli spazi architettonici e sociali iniziata con ATRII è stata conclusa in totale autonomia. Abbiamo anche realizzato un murale permanente a Milano per la Cittadella degli archivi, che, oltre a ospitare alcuni dei nostri lavori nell’Archivio aperto, li mette anche in mostra in forma di “mockup” (progetti) ambientali.

Progetti per il futuro?
Nel 2021 mi trasferirò per sei mesi a Berlino allo ZK/U (Zentrum für Kunst und Urbanistik), dove sono appena stata qualche settimana per impostare le linee guida del nuovo progetto di ATRII. Allo ZK/U faremo il primo laboratorio internazionale aperto non più soltanto ad artisti italiani. Il tema conduttore sarà l’idea di archivio per il futuro, il suo ruolo e signfi cato anche in relazione alla rappresentazione socio-politica di un’architettura, o più in grande, di una città.


ATRII, Archivio Aperto, evento di presentazione nella Cittadella degli Archivi di Milano, Gruppo A12, Guardiola (2015).

ART E DOSSIER N. 376
ART E DOSSIER N. 376
MAGGIO 2020