Puoi fare un breve identikit di ATRII?
Siamo nati nel 2015 a Milano come collettivo. Oggi siamo ben venticinque artisti (tutti i nomi su www.atrii. it), un marchio registrato, per tutelarci, e un’associazione culturale, per promuovere le nostre attività. Ci occupiamo di indagare la nozione di “atrio”, sia dal punto di vista pratico (il fare e il progettare come processi), sia da quello teorico (il significato dell’atrio, il suo valore simbolico, il ruolo che può assumere a seconda di un diverso momento e contesto). Oltre a numerosi collaboratori, tra cui Eugenio Martino Nesi, che mi affianca come curatore e partner dell’associazione, abbiamo avuto numerosi ospiti (Alessandro Castiglioni, Alfredo Cramerotti, Lorenzo Lomonaco, Tiziano Scarpa, Paolo Rosso, Andrea Nacciarriti, Silvia Simoncelli, Rossella Farinotti). Ugo La Pietra ci ha invece aiutati e seguiti fin dall’inizio: è un po’ come un maestro.
Come prendono il via i vostri progetti?
Ogni edizione di ATRII nasce da un’attività laboratoriale che gravita attorno ad un tema scelto in base alla città che ospita il laboratorio. Gli artisti invitati, il cui gruppo è in continua crescita, lavorano collettivamente in una sorta di residenza autogestita di durata variabile. Finita la residenza, ognuno di loro è invitato a presentare un progetto che avvicini la propria pratica artistica al laboratorio svolto. I progetti vengono poi dotati di una scheda tecnica, che ne descrive proprietà, poetica, realizzabilità e costi. Il tutto viene poi archiviato nel nucleo fondamentale di ATRII, il nostro Archivio Aperto conservato alla Cittadella degli Archivi di Milano, che è la sede dell’Archivio Generale dell’amministrazione comunale. L’Archivio Aperto è accessibile a chiunque sia interessato a conoscere i progetti, dai condomini di un palazzo ai collezionisti con case private, e a verificare se uno dei lavori sia realizzabile nel proprio atrio.