Grandi mostre. 6
Rinascimento visto da Sud a Matera

ATTRAVERSO
IL MARE NOSTRUM

Nell’anno in cui Matera è capitale europea della cultura, la mostra sul Rinascimento non poteva che partire dal Sud. Un racconto sicuramente inedito che ricostruisce la storia artistica e culturale lungo le rotte del Mediterraneo.


Marta Ragozzino

matera chiama, mettiamoci in viaggio lungo le rotte del Mediterraneo, pronti a riempirci gli occhi di meraviglie. Sarà un viaggio nel tempo e nello spazio: incontreremo i porti, i mercati, le città del “grande mare” raccontato da Braudel, da Matvejevi´c, da Horden e Purcell e da Abulafia. Navigheremo attraverso il “mare nostrum”, che definiamo con questo aggettivo perché fu veramente nostro. Un mare che nei millenni ha unito i popoli e le civiltà delle sue sponde, ma anche le popolazioni delle terre più interne, mettendo in contatto e talvolta fondendo insieme le loro grandi culture.

La densissima mostra che abbiamo avuto la fortuna di curare (con Pierluigi Leone de Castris, Matteo Ceriana e Dora Catalano) nell’ambito del programma Matera capitale europea della cultura 2019 racconta un secolo di questa lunga storia di incontri e contaminazioni: un secolo speciale, durante il quale si è affermato il Rinascimento, periodo decisivo della storia e della cultura dell’Europa.

E lo racconta rovesciando il punto di vista tradizionale per ricostruirne la storia artistica e culturale a partire dal Sud, attraverso le rotte del Mediterraneo, che hanno messo in contatto, oltre alle civiltà e le culture, anche gli artisti e le loro opere, come ha insegnato, tra i primi, Ferdinando Bologna, al quale abbiamo dedicato la nostra ricerca.


Un viaggio fatto di navigazioni e di approdi, di rumori dei porti e odori dei mercati, di incontri e di racconti


Si tratta di una prospettiva inedita, che ha permesso di organizzare una ricchissima narrazione trasversale, attenta al contesto e alla dialettica tra “centro e periferia”, in cui - a fianco delle arti - hanno trovato ampio spazio anche gli altri aspetti della cultura e del pensiero, sempre riletti in chiave meridiana, nel continuo rapporto di dare e avere tra le diverse anime di questa grande “koinè” culturale.

Antonello da Messina, Abramo e gli angeli (1457-1460 circa), Reggio Calabria, Pinacoteca civica.


Donatello, Protome di cavallo (Testa Carafa) (1456), Napoli, Museo archeologico nazionale.

Antonello da Messina, San Girolamo (1457-1460 circa), Reggio Calabria, Pinacoteca civica


Jacomart Baço, San Michele arcangelo (1441-1442 circa), Reggio Emilia, Musei civici, Galleria Parmeggiani.


Michele Greco da Valona, Madonna con Bambino e santi Giovanni Battista e Adamo, Pietà (cuspide) (1505), Guglionesi (Campobasso), chiesa di santa Maria Assunta.

Attraverso più di duecento opere d’arte (dipinti su tavola, sculture, miniature, oreficerie) ma anche documenti storici, carte geografiche, mappamondi, portolani, incunaboli, medaglie, reperti antichi, tessuti, manoscritti, cinquecentine, maioliche decorate e strumenti di navigazione, la mostra accompagna i visitatori in un viaggio ideale che attraversa il Mediterraneo muovendo da Napoli, che in quegli anni fu una grande capitale, per toccare tutte le sponde occidentali (iberiche, provenzali, insulari), senza trascurare quelle orientali e soprattutto quelle adriatiche, da Venezia in giù per tutta la lunga costa della Puglia e anche dall’altra parte dello stretto mare.



Rare e preziose opere d’arte ma anche testimonianze culturali e scientifiche di forte impatto


Un viaggio fatto di navigazioni e di approdi, di rumori dei porti e odori dei mercati, di incontri e di racconti, di guerra e di pace, di memorie e di oggetti, di leggende e di suoni, di uomini e naturalmente di moltissime opere d’arte, che comincia con l’insediamento sul trono di Napoli dell’ultimo sovrano francese, Renato d’Angiò. Un re che fu così attento alle arti da esser creduto artista lui stesso e che rese possibile l’arrivo a Napoli di artisti e opere provenienti da Nord, dalla Francia e dalle Fiandre.

Jacomart Baço e Joan Reixach, Madonna col Bambino e angeli, la donatrice e regina Maria di Castiglia e i santi Michele e Girolamo (sesto decennio del XV secolo), Francoforte sul Meno, Städel Museum.

Un viaggio che continua con l’avvicendarsi della dinastia aragonese, prima con Alfonso il Magnanimo, grande committente e sostenitore delle arti e delle lettere che, all’apertura di un sessantennio più stabile dopo un periodo fortemente conflittuale, guardò all’antico come a un importante modello da seguire anche per celebrare il suo nuovo potere. Il Magnanimo aprì la strada, o meglio le rotte del mare, alle opere e agli artisti catalani e valenzani, che influenzarono, insieme ai maestri fiamminghi, la trasformazione in chiave rinascimentale della cultura artistica meridionale ancora tardogotica, in un’incessante dialettica, un continuo scambio. Il racconto della mostra va avanti con i suoi successori, prima Ferrante e poi Alfonso II, nel mutevole scenario degli equilibri politici nuovamente instabili al volgere del secolo, fino alla breve conquista francese e all’aprirsi del Cinquecento, ormai all’insegna dell’impero e dell’istituzione del viceregno nell’Italia meridionale. Il periodo che la mostra considera termina con il 1535, quando Carlo V riconquistò il Mediterraneo, prendendo Tunisi con le sue armate e ristabilendo un equilibrio che sarebbe rimasto a lungo inalterato. Nel viaggio di ritorno l’imperatore fece ingresso nelle principali città portuali del viceregno, Palermo, Messina e soprattutto Napoli, dove lo attendeva il viceré Pedro da Toledo.

Grazie a opere straordinarie, inedite o mai viste l’una accanto all’altra, la grande rassegna di Matera ricostruisce per la prima volta la fioritura artistica e culturale avvenuta nelle regioni del Sud in questo secolo cruciale, dando forma a un serrato e ricchissimo racconto visivo fatto di rare e preziose opere d’arte ma anche di testimonianze culturali e scientifiche di forte impatto (che introducono il racconto artistico illuminando il tema centrale del Mediterraneo) che permettono, tutte insieme e nei loro eccezionali o inattesi dialoghi, di mettere a fuoco una storia diversa da quella sviluppata nelle grandi capitali del Centro e del Nord (Roma, Firenze, Venezia, Milano ma anche le più piccole realtà signorili come quella di Ferrara), seppur continuamente interconnessa agli eventi e ai linguaggi che ne caratterizzarono le ben note vicende artistiche.




Costanzo de Moysis, o di Mosè (attribuito), San Giovanni Battista, Sant’Agostino (1485-1495 circa).

Una storia meridiana, dunque, fatta di incroci culturali e rapporti intensissimi avvenuti tra le sponde del mar Mediterraneo in quel secolo speciale durante il quale si è “allargato” il mondo.

La narrazione della mostra si dipana in otto sezioni che occupano tutto il museo di palazzo Lanfranchi a partire dalla chiesa del Carmine, che ospita una grande installazione che permette al visitatore di immergersi nell’atmosfera del mare e delle testimonianze artistiche che provengono dalle sue sponde. Pregio della mostra è anche quello di presentare un racconto complesso - che va dalla lunga stagione del Tardogotico alla nascita del Rinascimento meridionale grazie all’apporto degli artisti “ponentini”, al dialogo con l’Antico, ai contributi della cultura veneziana e adriatica, all’incessante dialogo con la Spagna fino all’incontro con la Maniera moderna e alle declinazioni meridionali di questo nuovo linguaggio - non solo agli specialisti ma a tutti i visitatori, grazie a un allestimento capace di evocare sinestesie e collegamenti, che riesce ad accompagnare tutti verso una personale comprensione dei nessi tra le opere all’interno del loro fondamentale contesto culturale in una prospettiva che non può che essere storica.


Bernat Martorell, Martirio di santa Lucia (1435), Barcellona, Mnac - Museu Nacional d’Art de Catalunya.

Rinascimento visto da Sud.
Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ’400 e ’500

Matera, palazzo Lanfranchi
a cura di Marta Ragozzino, Pierluigi Leone de Castris,
Matteo Ceriana e Dora Catalano
fino al 19 agosto
orario 9-20, mercoledì 11-20

catalogo arte’m
www.matera-basilicata2019.it

ART E DOSSIER N. 366
ART E DOSSIER N. 366
GIUGNO 2019
In questo numero: Le anime del Novecento: Kounellis: le radici; Lee Miller tra fashion e guerra. In mostra: Burri a Venezia, Haering a Liverpool, Lygia Pape a Milano. Rinascimenti in mostra: Verrocchio a Firenze, Il Mediterraneo a Matera. Il mito dell'odalisca: Orientalismi in mostra a Parigi.Direttore: Philippe Daverio