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vince gorky
maturo

di Daniele Liberanome

Quotazioni milionarie per le opere degli ultimi anni quando le forme astratte e dall’aspetto surrealista rimangono fluttuanti e indefinite. Prezzi in discesa per quelle più giovanili caratterizzate da geometrie nette e da colori forti

Vita sfortunata la sua, iniziata male e finita peggio, ma non tanto breve da impedirgli di lasciare un marchio nella storia dell’arte quale ponte ideale fra surrealismo europeo ed espressionismo astratto americano. Anzi, il motore primo della grandezza di Arshile Gorky (1904- 1948), nato Vostanik Manoug Adoian, è proprio la sua dura esperienza d’infanzia visto che da bambino provò sulla propria pelle la pulizia etnica operata dai turchi a danno degli armeni. Emigrato dal paese natale, orfano di madre morta per gli stenti, riuscì a trovare la strada per gli Stati Uniti e lì, nella terra dei grandi sogni, ebbe la possibilità presto di mettere in mostra il suo talento. I suoi primi quadri appaiono influenzati dall’arte europea a lui contemporanea, che aveva conosciuto visitando gallerie e musei; non mancarono di farglielo presente, ma lui, da par suo, rispose che ogni artista attraversa una fase di apprendimento e quella era la sua.
Prima si ispirò a Cézanne, poi a Picasso, ma sempre seguendo un percorso personale evidente a sé e agli altri, come evidente fu il cambio del nome con cui volle rendere omaggio al grande scrittore russo Maksim Gor’kij, che ammirava. Quando poi, spinto dai surrealisti e specie da Roberto Sebastián Matta - che, peraltro, pare abbia avuto una tresca con sua moglie contribuendo così ad acuire la depressione che lo portò al suicidio - incanalò la sua inventiva, creò opere molto amate dai collezionisti.
Certo, continuò a subire una forte influenza esterna, ma il soggetto e l’effetto finale furono tutti suoi, particolari. Prendiamo, per esempio, Buon Pomeriggio, Mrs. Lincoln dipinto nel 1944 durante un periodo di vacanza trascorso nella campagna della Virginia, che gli fece tornare alla mente i panorami dell’infanzia e gli trasmise un senso di liberazione e pace rispetto alla più oppressiva New York. Le forme, ovviamente astratte, come sempre in quel periodo, si arrotondarono e ingentilirono, e iniziarono ad assomigliare a quelle dei surrealisti come Matta o Arp. L’opera, presente nelle principali retrospettive dedicate a Gorky degli anni Novanta e Duemila, finì nella collezione di Barney Ebsworth, visionario capace di sviluppare servizi turistici per un mondo che cambiava e grande filantropo. Lo scorso 13 novembre, pochi mesi dopo la morte di Ebsworth, Buon pomeriggio, Mrs. Lincoln venne messo in vendita da Christie’s di New York, luogo di elezione per le vendite di Gorky. Finì per essere scambiato per oltre 12 milioni di euro, il doppio della stima iniziale, fissando l’attuale record in asta dell’artista, e di gran lunga.
Il secondo pezzo più pregiato risulta infatti Compagni d’infanzia, anche quello risalente agli ultimi anni di vita di Gorky, quando le forme astratte assumono un connotato surrealista. Negli anni Settanta, l’opera transitò in Italia, alla Galleria Galatea di Torino, dove venne acquistata da un collezionista dall’occhio lungo che la rimise sul mercato solo il 12 novembre 2014 e ancora una volta da Christie’s a New York. Lì Compagni d’infanzia ebbe fortuna grazie alle strane forme biomorfe che ricordano il mondo reale - in particolare quello dell’infanzia di Gorky in Armenia - senza definirlo, al delicato gioco di colori, e pure all’ottima provenienza, visto che l’opera era stata inizialmente esposta nella Galleria Julien Levy di New York, celebre per aver trattato i grandi surrealisti europei nella stessa città. Il prezzo finale risultò di oltre 7 milioni di euro, decisamente importante, e non a caso visto che si tratta di un quadro degli anni Quaranta.


Buon pomeriggio, Mrs. Lincoln (1944).

Compagni d’infanzia (1945).

Il secondo pezzo più pregiato risulta infatti Compagni d’infanzia, anche quello risalente agli ultimi anni di vita di Gorky, quando le forme astratte assumono un connotato surrealista. Negli anni Settanta, l’opera transitò in Italia, alla Galleria Galatea di Torino, dove venne acquistata da un collezionista dall’occhio lungo che la rimise sul mercato solo il 12 novembre 2014 e ancora una volta da Christie’s a New York. Lì Compagni d’infanzia ebbe fortuna grazie alle strane forme biomorfe che ricordano il mondo reale - in particolare quello dell’infanzia di Gorky in Armenia - senza definirlo, al delicato gioco di colori, e pure all’ottima provenienza, visto che l’opera era stata inizialmente esposta nella Galleria Julien Levy di New York, celebre per aver trattato i grandi surrealisti europei nella stessa città. Il prezzo finale risultò di oltre 7 milioni di euro, decisamente importante, e non a caso visto che si tratta di un quadro degli anni Quaranta.
A quel periodo risalgono i dieci lotti più cari di sempre per Gorky, anche se dipinti della stessa epoca risultano sempre più rari sul mercato. La maggior parte delle opere passate di recente in asta sono più giovanili, non raggiungono quotazioni milionarie e il loro trend non risulta particolarmente positivo, certamente non come i quadri più cari.
Senza titolo del 1938, è certamente astratto come piace ai collezionisti, ma con forme geometriche che occupano l’intera tela, colorate a tinte forti, creando un’atmosfera assai più oppressiva dei quadri degli anni Quaranta. Venne offerto una prima volta da Christie’s a New York il 12 novembre 2007 e scambiato per non meno di 394mila euro, ben sopra la stima massima. Ma quando venne ripresentato nella stessa casa d’asta un decennio dopo, il 18 maggio 2017 (sempre a New York), in occasione di una vendita mattutina particolarmente ricca, raggiunse un prezzo simile al precedente, 389mila euro, nonostante il tempo passato e la stima più generosa.
Ancora alla fine degli anni Trenta risale Astrazione, un piccolo olio (30 x 20 cm) su tela, con sfondo rosa pallido su cui si stagliano due forme composte da elementi geometrici. Proveniva dalla collezione di una Rothschild, ma quando venne presentata il 6 marzo 2015 da Christie’s a New York non trovò nessun compratore interessato, e venne poi venduta il 17 novembre 2016 (dalla stessa Christie’s sempre a New York), ma solo con stima dimezzata e al prezzo non proprio esaltante di 30mila euro. Si pagano di più i ritratti che Gorky dedicò alla moglie negli anni Trenta, con stile picassiano, ma il trend è anche qui scoraggiante. Un’opera del genere, Ritratto di una donna (La moglie dell’artista) è stata scambiata, sempre da Christie’s di New York, prima per 140mila euro il 12 novembre 2007, e poi per solo 118mila euro il 14 novembre 2012. Da allora, nessun ritratto è stato venduto in asta, mentre si sono contati diversi invenduti. I collezionisti puntano solo ed esclusivamente sui Gorky di grande qualità. 


Senza titolo (1938).

ART E DOSSIER N. 365
ART E DOSSIER N. 365
MAGGIO 2019
n questo numero: Biennale di venezia: Tutti gli appuntamenti. Intervista al curatore del Padiglione Italia. Arti unite d'Europa: Settecento, la Schengen delle note. Europa nostra: la difesa del patrimonio. In mostra Gorky a venezia, Sorolla a Londra, Le modèle noir a Parigi, Van Orley a Bruxelles, Leonardo a Firenze, Antonello da Messina a Milano.Direttore: Philippe Daverio