Camera con vista 


FUKUSHIMAMON AMOUR

di Luca Antoccia

Ci sono film che lasciano una scia durevole, un’atmosfera che resta, uno stato d’animo. Spesso accade con un certo tipo di fantascienza. È anche il caso di Brazil, di Blade Runner, dell’Esercito delle dodici scimmie e del suo prototipo La jetée, di Gattaca - La porta dell’universo. E di tanti altri. È il caso di The Whispering Star visto al festival di Roma (2015), tra le uscite in dvd migliori del 2018. Sion Sono è un regista giapponese di molteplici e difformi approdi. Un regista di culto, ormai, che può permettersi di tirare fuori dal cassetto e realizzare un progetto dopo venticinque anni: la terra è popolata ormai solo da replicanti mentre i pochi umani sopravvissuti sono dispersi nello spazio. L’unica differenza tra umani e androidi è che i primi preferiscono ricevere i pacchi di persona come fosse un ultimo retaggio di umanità, un imprinting fanciullesco, mentre gli altri si accontentano del teletrasporto. Il film racconta i viaggi interstellari di Yoko (Megumi Kagurazaka, moglie di Sono) all’interno di un’astronave. Ma qui cominciano le particolarità: perché la navicella è una tipica casa giapponese in legno degli anni Cinquanta e vintage è il mobilio dentro, computer di bordo incluso. Finalmente Yoko sbarca in uno dei pianeti spopolati e fatiscenti in cui gli umani sono pochi e anziani e si dedicano a insignificanti traffici, e questo pianeta risulta essere la zona della catastrofe nucleare di Fukushima (2011). Sion Sono ha girato le riprese documentaristiche nella zona proibita (altri due suoi film sono legati a Fukushima: Himizu e The Land of Hope che compongono con The Whispering Star un’ideale trilogia “nucleare”). La pellicola si chiude con immagini di lancinante bellezza, in cui la protagonista percorre un corridoio tra due paraventi dietro i quali le vite si palesano in forma di ombre. Ombre del passato, del presente? Di questo o di un altro pianeta? Nel film troviamo agganci con Miyazaki (la casa volante e la metafora ambientalista), Béla Tarr (bianco e nero e lentezza rigorosi), gli amati Tarkovskij (Stalker) e con Sokurov dal cui I giorni dell’eclisse Sono, nei contenuti extra del dvd The Whispering Star, racconta di essere stato fulminato a Berlino.


Frame da The Whispering Star (2015), di Sion Sono.


Frame da The Whispering Star (2015), di Sion Sono.

ART E DOSSIER N. 363
ART E DOSSIER N. 363
MARZO 2019
In questo numero: Expat: artisti senza patria. Anguissola, una cremonese in Sicilia. Cassatt, dalla Pennsylvania a Parigi. Ribera, uno 'Spagnoletto' a Napoli. In mostra: Hokney e Van Gogh ad Amsterdam. Futuruins a Venezia. Hammershoi a Parigi. Boldini a Ferrara. Hollar a Vinci.Direttore: Philippe Daverio