Grandi mostre. 5
Adriaen Brouwer a Oudenaarde

IL PITTORE
DELLE EMOZIONI

Un piccolo centro delle Fiandre, nel cuore delle Ardenne fiamminghe, dedica una mostra al suo artista più famoso, Adriaen Brouwer, uno dei protagonisti del Secolo d’oro della pittura dei Paesi Bassi. Un artista che offre una lettura originale della tradizione bruegeliana approfondendone soprattutto la resa espressiva di sensazioni e stati d’animo.


Claudio Pescio

Fino a oggi, nella tranquilla e graziosa cittadina di Oudenaarde, Adriaen Brouwer era noto ai suoi concittadini come un tipo strambo dedito al fumo e al bere e a dipingere contadini ubriachi. Non a caso “brouwer” significa birraio, e una delle birre prodotta in città si chiama proprio Adriaen Brouwer. Una mostra - Adriaen Brouwer. Maestro delle emozioni, realizzata in collaborazione con il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa - rende ora giustizia all’artista, ricollocandolo sì nel contesto più ampio della pittura di genere che derivava molti dei suoi soggetti - risse, taverne, bordelli, balli paesani - dalla tradizione dei Bruegel, ma mostrandone meglio i tratti originali, allargandone l’ambito degli interessi anche al paesaggio e alla raffigurazione di conviti eleganti, sottraendolo così allo stereotipo del bohémien che vive in immersione totale nel mondo che descrive. In città è anche allestito un percorso interattivo di interpretazione contemporanea dell’opera di Brouwer, curato dal gruppo Charivari.

Brouwer nacque a Oudenaarde attorno al 1604 (in occasione della mostra alcune indagini scientifiche cercano di delinearne meglio le radici familiari, oltre che di definire più correttamente il suo catalogo, disegni compresi), ma fu attivo anche ad Haarlem, Amsterdam e Anversa. Era in realtà molto apprezzato, soprattutto dai colleghi; i suoi dipinti venivano collezionati ma anche copiati e riprodotti; Rubens possedeva diciassette suoi dipinti, Rembrandt sei, più alcuni disegni. La gamma dei suoi interessi andava oltre le citate tipologie di genere, peraltro molto richieste dal “nuovo” mercato borghese che si stava affermando come fondamentale sbocco di molta parte della migliore produzione dei Paesi Bassi.

La pittura di Brouwer è caratterizzata da una grande vivacità nei movimenti e nella resa delle espressioni


Il suo biografo Cornelis de Bie sosteneva che «la sua intelligenza era tale che, sotto il manto di motivi e modi umoristici, riusciva a rivelare in ciascuno la sciocca follia del mondo». Ed è questa la chiave della mostra di Oudenaarde.

Prima grande esposizione dedicata a Brouwer, è anche la prima di questo livello internazionale allestita al MOU (Museum Audenaarde en de Vlaamse Ardennen), che ha sede nell’antico municipio, la Stadhuis, grandiosa costruzione in stile gotico brabantino degli inizi del XVI secolo. Il palazzo ospita anche una collezione dei celebri arazzi raffiguranti boschi e giardini (“verdures”) per i quali la città era celebre nel Rinascimento.

Le opere in mostra sono una quarantina, compresi alcuni dipinti dei suoi colleghi e amici più stretti. Provengono da musei pubblici e collezioni private internazionali, molti dalla Alte Pinakothek di Monaco, la più ricca di lavori dell’artista fiammingo.

In una sala del piano terra è organizzata una proiezione immersiva con dettagli dei suoi dipinti particolarmente efficace (nonostante il commento sia solo in neerlandese) per apprezzare nell’ingrandimento la scioltezza del suo tratto, vicino alla pennellata rapida e densa di Frans Hals. La pittura di Brouwer è caratterizzata da una grande vivacità nei movimenti e nella resa delle espressioni.


L’operazione alla schiena (1636 circa), Francoforte, Städelsches Museum.

L’appartenenza dell’artista a una “camera di retorica” - si trattava di associazioni di appassionati di musica, poesia e teatro popolari - può avere influenzato l’impostazione, il tono generale e la vena umoristica delle sue scene (come del resto, probabilmente, molta parte della pittura di genere dei Paesi Bassi). Lo stesso suo insistere su sguardi, espressioni concitate, atteggiamenti sopra le righe ha qualcosa di teatrale. Ne è un esempio il dipinto che è stato scelto per i manifesti della mostra, Fumatori, 1636 circa, New York, Metropolitan Museum), in cui è lui stesso a guardarci come sorpreso, la bocca aperta, una nuvola di fumo che aleggia e quattro amici intorno (tutti pittori, il primo a sinistra è Jan Lievens), ciascuno con un’espressione diversa. Come molti dei dipinti di genere, assomma ritratto (in questo caso), gioco, umorismo, autoironia, gusto per il grottesco e - non è mai del tutto chiaro in che proporzione reciproca - compiacimento per la situazione presentata e un’imprecisata dose di riprovazione nei confronti di comportamenti pubblicamente sconsigliabili.

La sua attenzione alle espressioni del volto si spinge a cercare quella di dolore di un malcapitato che viene operato alla schiena (1636 circa, Francoforte, Städelsches Museum) e che raggrinzisce i suoi tratti in una smorfia, mentre l’improbabile chirurgo appare concentrato sul da farsi e una vecchia aiutante sogghigna in secondo piano.

Altra caratteristica della pittura di Brouwer è il realismo delle ambientazioni, in cui ricorrono oggetti e situazioni come dei “marker”: anfore e boccali in terracotta su cui rimbalza un tocco di luce ottenuto con un rialzo di bianco di piombo, recipienti per le braci, un barile, le carte, le pipe per il tabacco, qualcuno che vomita, un neonato da pulire, lo sguardo complice e divertito di qualcuno che suona (Il flautista, 1632-1636 circa, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts, oppure Interno con suonatore di liuto e donna che canta, 1630-1633 circa, Londra, Victoria and Albert Museum).


Interno con suonatore di liuto e donna che canta (1630-1633 circa), Londra, V&A - Victoria and Albert Museum.

Un concerto di emozioni. Che si conclude con un inatteso prevalere del silenzio - dopo tanto agitarsi - in una piccola ma significativa serie di paesaggi, che chiudono anche la sua breve vita, visto che muore a soli trentaquattro anni, forse di peste, ad Anversa, in condizioni economiche precarie nonostante l’aiuto di amici influenti, tra i quali lo stesso Rubens, che ne acquista alcune opere. Paesaggi dalle luci attenuate, uno dei quali, un notturno, mostra un cielo stazzonato e cupo su un mare illuminato da un pallido chiaro di luna.


La Stadhuis di Oudenaarde, sede del MOU, il museo che ospita la mostra.

Un ringraziamento a Sofie De Bosscher, a visitflanders e visitmechelen.

Adriaen Brouwer. Maestro delle emozioni

Oudenaarde (Fiandre, Belgio), MOU -
Museo di Oudenaarde -
Progetto Flemish Masters 2018-2020
a cura di Katrien Lichtert
fino al 16 dicembre 2018
orario 9.30-18, giovedì 9.30-22
www.adriaenbrouwer.be
per informazioni più generali sulle iniziative
culturali in corso nelle Fiandre:
www.visitflanders.com

ART E DOSSIER N. 359
ART E DOSSIER N. 359
NOVEMBRE 2018
In questo numero: Laboratorio futuro - Gli scenari di Adelita Husni-Bey; Nuovi spazi per l'arte - In Cina, nelle Fiandre, in Lucchesia; Medioevo inquieto - Maria protettrice: un'iconografia fortunata In mostra: Picasso a Milano; Chagall a Mantova; Ghiglia a Viareggio; l'Oceania a Londra; Brouwer a Oudenaarde; da Tiziano a Van Dyck a Treviso.Direttore: Philippe Daverio