Il gusto dell'arte


FRUTTI DI MARE
E D’ACQUA DOLCE

di Ludovica Sebregondi

Un viaggio alla scoperta delle tradizioni culturali e sociali che legano arte e cucina in Europa Quinta tappa: Belgio

Il Plat Pays cantato da Jacques Brel nel 1962 è il Belgio vallone in cui è nato, con le «cathédrales pour uniques montagnes» e le sue «infiniment de brumes», ma l’esistenza di una traduzione fiamminga, anch’essa interpretata dal sensibile cantautore, indica che le due zone, divise da una storia complessa e antitetica, hanno naturalmente molto in comune. Semplificando, a Sud è la parte vallone francofona, perlopiù agricola, a Nord le Fiandre neerlandesi, più industrializzate: anche le cucine risentono di questa duplicità, con la vallone vicina alla francese, mentre l’altra risente di influssi dei Paesi Bassi.

Un perfetto esempio di integrazione culinaria è rappresentato dalle abitudini del romanziere Georges Simenon, figlio di padre vallone e madre fiamminga, che fin da bambino amava le specialità gastronomiche di ambedue le zone. Della prima (vallone) preferiva le bistecchine con contorno di piselli e patate fritte (che pare proprio in Belgio siano state “inventate”), della seconda (neerlandese) stufati con pancetta e verdure. Tipicamente belgi poi i cavolini di Bruxelles, cozze, cioccolata e birre di grande qualità, e ormai universalmente noti i “waffles” (“gaufres” in francese), cioè le cialde spolverizzate di zucchero a velo.

Prima del 1830, anno della Rivoluzione belga (conflitto che, tra il 1830 e il 1831, portò alla secessione delle Province del Sud dal Regno Unito dei Paesi Bassi e alla nascita del Belgio indipendente), gli artisti vissuti nell’attuale Belgio sono considerati rappresentanti dell’arte fiamminga, come Frans Snyders (Anversa 1579-1657), specialista di nature morte di animali. Allievo di Pieter Bruegel il Giovane, dopo il consueto viaggio di studio in Italia avvenuto nel 1608, tornò ad Anversa, dove fece parte di un gruppo di pittori quali Jacob Jordaens e soprattutto Pieter Paul Rubens, che resero la città un rinomato centro artistico. Fu significativa la collaborazione di Snyders con Rubens, e continuativa quella con Cornelis de Vos (Hulst 1585 - Anversa 1651), il cognato cui si deve la figura del venditore che nel Mercato del pesce riversa dei pesci da un recipiente metallico in un altro contenitore. A una banchina del porto - e quello di Anversa era da secoli uno dei più attivi - è attraccata una barca, che sembra aver rifornito la rivendita che espone un variegato campionario di pesci e animali marini: salmoni in tranci e rombi, lamprede e anguille, foche, cozze e ostriche, disposti in contenitori di ogni forma e materiale o semplicemente appoggiati sul banco o per terra. In parte si tratta di specie locali, altre sono di importazione, come lo storione o la tartaruga, ma tutte rappresentano l’occasione per sfoggiare uno straordinario virtuosismo compositivo e coloristico. L’immagine non corrisponde a una raffigurazione reale, perché nella vendita sono riuniti animali d’acqua dolce e altri di mare, che venivano venduti in botteghe separate, mentre si vuole sottolineare la prosperità di Anversa: città cosmopolita, come attesta la presenza del venditore, caratterizzato da carnagione scura, capelli ricciuti e folta barba.

Le cozze fanno parte della più tipica tradizione gastronomica del paese, e sono diffuse anche le ostriche, la cui varietà più nota è quella di Ostenda. Le dipinge un ventiduenne James Ensor (1860-1949), nato e vissuto in quella città, che raffigura la sorella Mitche intenta a mangiarle con concentrazione, seduta a una tavola accuratamente apparecchiata nella loro confortevole abitazione. Il soggetto permette all’artista di riunire i diversi generi cui all’epoca si dedicava: nature morte, ritratti e scene di genere. Al tempo si trattava di un’opera all’avanguardia, che guardava soprattutto a Manet, ma anche a Renoir e Degas, tanto da essere rifiutata al Salon di Anversa del 1882.


James Ensor, La mangiatrice di ostriche, (1882), Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten.

ART E DOSSIER N. 358
ART E DOSSIER N. 358
OTTOBRE 2018
In questo numero: TINTORETTO 500 ANNI Philippe Daverio: Il pittore e gli architetti. PRERAFFAELLITI Elizabeth Siddal, Borea di Waterhouse. IN MOSTRA Licini a Venezia, Surrealisti a Pisa, Arte e magia a Rovigo, Burne-Jones a Londra, Courbet a Ferrara. Direttore: Philippe Daverio