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IN ATTESA CHE LA SUA
FAMA COLPISCA ANCORA

di Daniele Liberanome

Apprezzato soprattutto dai collezionisti britannici, Dante Gabriel Rossetti non ha raggiunto, però, negli ultimi anni valori milionari. Basterà forse aspettare perché l’artista inglese torni ad avere successo in patria?

Amante del bello e delle donne, innamorato dei grandi del passato ma innovatore dell’arte ottocentesca, Dante Gabriel Rossetti (1828-1882) raccoglie consensi fra i collezionisti specialmente britannici, ma meno di qualche anno fa. Era un artista poliedrico, amico stretto del poeta John Keats, e lui stesso capace di comporre rime che accompagnava alle sue opere figurative per creare un’atmosfera di sensualità, di nostalgia ricca di pathos.

Rampollo di una illustre famiglia italiana riparata oltremanica perché vicina alla Carboneria, Rossetti si schierò contro le mode artistiche diffuse nelle accademie inglesi dove il modello continuava a essere Joshua Reynolds. Attento piuttosto al patrimonio culturale italiano, mirava a recuperare colori, attenzione al dettaglio e al simbolo dell’arte quattrocentesca specie quella precedente l’avvento di Raffaello; tutto ciò senza chiudere gli occhi alle tendenze del momento, rivisitate sapientemente.

In Canto di Natale del 1867, la combinazione di un fondo che pare oro con simboli religiosi e un mandolino di altri tempi rimanda a un’antica tradizione medievale. D’altra parte, la veste orientaleggiante e i capelli rossi della modella, solo in parte raccolti, indicano il legame con mode contemporanee e soprattutto un’attenzione alla sensualità della donna che di medievale ha ben poco. Dipinti con belle giovani che suonano sono diffusi in tutta l’arte inglese del periodo, ma quest’opera ha una marcia in più, inclusa la cornice che pare Art Nouveau ed è di mano dell’artista. Ecco quindi che nel 1917 lord Leverhulme decise di acquistarla e di appenderla nella galleria d’arte di famiglia nella cittadina di Port Sunlight, il villaggio-modello per gli operai della Sunlight Soap, la fabbrica di saponi con cui l’imprenditore aveva fatto fortuna. Canto di Natale non è tornato sul mercato fino al 4 dicembre 2013 (Londra, Sotheby’s) quando è stato venduto per 5,5 milioni di euro.

Sempre alla seconda parte degli anni Sessanta, il periodo più richiesto dell’artista, risale Venus Verticordia in cui campeggia ancora una volta una giovane dai capelli rossi (diversa dalla modella raffigurata nella precedente opera), che Rossetti aveva adocchiato e apprezzato mentre passeggiava per lo Strand a Londra. L’opera è di grande sensualità e non solo per il busto seminudo, particolare che si trova comunque in altre tele di quegli anni: lo sguardo diretto della donna, il suo sicuro maneggiare il dardo pronto a colpire l’uomo che desidererà circuire, non fanno che rafforzare l’effetto di seduzione. L’artista aggiunse altri simboli antichi, dalla mela, a ricordo del giudizio di Paride che fu tra le cause della guerra di Troia, alla farfalla sinonimo della caducità della bellezza nella grande arte fiamminga. Il titolo invece va controcorrente: Venus Verticordia è una citazione ovidiana in cui la dea ispirerebbe castità e virtù. Non sembra proprio. Il quadro venne messo all’asta il 10 dicembre 2014 da una famiglia che l’aveva nella sua collezione fin dagli anni Sessanta, a dimostrazione che in certe case inglesi i Rossetti continuano a piacere. Sotheby’s di Londra la aggiudicò per 3,6 milioni di euro, ben sopra la stima.

Stessa situazione per Il saluto di Beatrice, un’altra tela del 1869 che Christie’s di Londra mise all’asta il 31 maggio 2012. Era stata acquistata probabilmente dal bisnonno degli attuali proprietari direttamente dall’artista, forse attratto anche dalla minuziosa copia, sullo sfondo, di un sonetto di Dante - tratto dalla Vita nuova, testo dedicato a Beatrice - oppure da Jane Morris (modella di quest’opera), con cui al solito Rossetti intrattenne una relazione appassionata, ma mentre era ospite del marito di lei nella loro casa di campagna. L’aggiudicazione di 2,6 milioni di euro superò le aspettative, e nell’ultimo triennio questa cifra è risultata irraggiungibile.


Venus Verticordia (1868).

Jane Morris fu modella anche per il ciclo dedicato a Proserpina, splendido per il gioco di chiari e di scuri, per lo sguardo combattuto della donna, dal quale traspare il senso di fedeltà al dovere coniugale (la relazione con il marito) e il richiamo della passione (la relazione con Rossetti), per il melograno proibito che catalizza l’attenzione. Il dipinto a olio si trova alla Tate Britain di Londra, ma un pastello di altissima qualità (120 x 50 cm) è riemerso, dopo essere stato per quarant’anni in un salotto. Venne aggiudicato da Sotheby’s a Londra il 19 novembre 2013 per 3,8 milioni di euro. Ma le vendite di Rossetti, non vanno sempre così bene, specie negli ultimi anni. Innanzitutto, i valori milionari sono spariti. Buon risultato ha ottenuto Donna che si pettina, Fanny Cornforth del 1864, cioè del periodo più apprezzato dell’artista, in cui è chiara la lezione dei maestri veneziani, ma lo sguardo della figura femminile è meno penetrante delle opere sopra descritte. Christie’s di Londra è riuscito a venderla il 13 luglio 2016 per 645mila euro, appena al di sopra della stima minima. Poco di più è stato speso il 13 luglio 2017 da Sotheby’s a Londra per Lady Lilith, del 1867, in cui Rossetti utilizzò la tecnica da lui inventata di mischiare i colori dell’acquerello con la gomma arabica. Era un innovatore anche nella tecnica. Il dipinto era stato acquistato da un giapponese, ma stavolta è finito presumibilmente a un europeo per 782mila euro. I valori negli ultimi anni non sono andati oltre. Quando si è osato di più, come Christie’s di Londra che il 30 giugno 2016 aveva stimato un quadro - Sirena Ligeia - oltre 2 milioni di euro, il risultato è stato un invenduto. Un esito che ha portato i potenziali acquirenti a ritirarsi dal mercato, per cui nella prima metà del 2018, non è apparso neppure un Rossetti in asta. Ma ricompariranno, forti della fama di Rossetti in patria.


Il saluto di Beatrice (1869).

ART E DOSSIER N. 358
ART E DOSSIER N. 358
OTTOBRE 2018
In questo numero: TINTORETTO 500 ANNI Philippe Daverio: Il pittore e gli architetti. PRERAFFAELLITI Elizabeth Siddal, Borea di Waterhouse. IN MOSTRA Licini a Venezia, Surrealisti a Pisa, Arte e magia a Rovigo, Burne-Jones a Londra, Courbet a Ferrara. Direttore: Philippe Daverio